CONSONANZE CONTEMPORANEE Giovanni Giudici UN TROVATORE DEL NOVECENTO Tra i generi praticati dai trovatori vi è il cosiddetto salut (o salutz) d amor, una forma di epistola in versi composta in onore della donna amata. Si tratta in realtà di una variante poco adottata della canzone , nel cui ambito il salut si distingue per l assenza di stanze e ritornelli e per il frequente uso del cosiddetto metro epico, corrispondente all incirca all endecasillabo italiano. Con il titolo Salutz esce nel 1986 una raccolta del poeta italiano contemporaneo che maggiormente è influenzato da lingua, temi e atmosfere della lirica provenzale, Giovanni Giudici (1924-2011). La lirica che apre il volume sintetizza i caratteri dell intera opera. Con uno stile discorsivo e al tempo stesso con un lessico colto e talvolta criptico che evoca il tipico trobar clus, Giudici inaugura il proprio canzoniere d amore rivolgendosi direttamente a Minne-Midons, appellativi dall estrazione letteraria che ricordano sia i Minnesanger germanici (Minne vuol dire amore ) sia i poeti provenzali (Midons è un termine chiave della lingua d oc: il suo significato di mio signore allude al rapporto di sottomissione tra vassallo e signore). Il sentimento, dunque, appare fin da subito diviso, binario: come nelle liriche trobadoriche, la dama è invocata, esaltata, vezzeggiata, ma anche aggredita da un monologo concitato e aspro, nel quale essa, muta e incombente, si comporta contemporaneamente alla stregua di una «madonna medievale e di «una bisbetica moglie borghese (Pietropaoli). L amore è insomma una prigione dorata, una gabbia dove si consumano gioie e incomprensioni, metafora della vita stessa, con le sue inestricabili ambiguità. Minne Midons E ogni altra cura lasciata Esploro volumi Alcuno che racconti: successo anche a me Dove la mente prigioniera stagni Vostra o di chi non so O che voi non sapete Verso quali pensieri a quali mète Mai mi svagassi anch io Su quella ferma strada Dove c incontra (narrano) lo sguardo Che tutto e insieme vede Chiamato Dio (Giovanni Giudici, Salutz, Einaudi, Torino 1986) PER DISCUTERNE L amore induce davvero chi lo vive a sentirsi prigioniero, come Giovanni Giudici suggerisce in questa poesia? O tale condizione può essere compresa solo quando l amante si trova in uno stato di subalternità rispetto all oggetto del desiderio ? Ritieni che la parità dei sessi, a cui tende non senza ostacoli la nostra società abbia cancellato ogni visione gerarchica del sentimento, ponendo sullo stesso piano l innamorato (o l innamorata) e l amato (o l amata)? Oppure sei dell avviso che una certa concezione cortese e cavalleresca dell amore sopravviva anche ai giorni nostri? Discutine con i compagni.
CONSONANZE CONTEMPORANEE - Giovanni Giudici - Un trovatore del Novecento