scrittori del Cinquecento, Pietro Aretino, il quale, pur alla costante ricerca dello scandalo in tanta parte della sua produzione, non si sottrae alla composizione di opere di argomento sacro. L abbassamento stilistico L utilizzo del capitolo e del sonetto caudato LO STILE ANTICLASSICISTICO Anche dal punto di vista stilistico, il distacco dal classicismo è radicale. Ad argomenti bassi corrispondono stili prosastici, inserti di lingua parlata, con frequenti incursioni nel campo del vernacolo o del dialetto. In contrapposizione all astrattezza e alla raffinata omogeneità della lingua petrarchesca, ora abbondano espressioni volutamente colorite, attinte da un lessico scurrile ed esagerato, in cui trovano spazio giochi di parole, doppi sensi comici o osceni, amplificazioni scherzose e dissonanti, materiali linguistici banditi dalla produzione ufficiale. Inoltre, a fronte dell uniformità metrica del Petrarchismo ortodosso, che predilige il sonetto a scapito delle altre forme, gli Anticlassicisti utilizzano il capitolo (un componimento in endecasillabi a rima incatenata, più adatto alla narrazione che alla lirica) e, quando scelgono di adottare il sonetto come nel caso di Burchiello e Berni , lo arricchiscono aggiungendovi una coda: il sonetto caudato presenta, dopo le due quartine e le due terzine, un settenario, in rima con l ultimo verso dello schema principale, e due endecasillabi a rima baciata (quest ultima terzina può anche ripetersi). La molteplicità di forme e generi Burchiello e Berni La presa di distanza dal modello classicistico si concretizza in forme e generi diversi, compresi quelli letterariamente più nobili. Domenico di Giovanni detto il Burchiello (14041449) e Francesco Berni (1497 ca - 1535) riprendono la tradizione comico-realistica per schernire il carattere sublime della poesia lirica: il primo, spingendosi fino al nonsenso, si colloca agli antipodi del gusto tipico dell Umanesimo fiorentino del primo Quattrocento; il secondo, brillante castigatore delle convenzioni del Petrarchismo, ne mette in burla la lingua e l estetica, in un abilissimo capovolgimento. Aretino: polemiche e provocazioni La polemica contro l ipocrisia dell universo cortigiano rappresenta una costante dell opera di Pietro Aretino (1492-1556): spregiudicato protagonista dell editoria italiana cinquecentesca, polemista temuto e insieme corteggiato dai principi italiani, egli ribalta e degrada l alta trattatistica umanistico-rinascimentale eleggendo la figura della cortigiana (intesa come prostituta) a vero e proprio antimodello, opposto a quello della dama di palazzo offerto dal Cortegiano di Castiglione ( T3, p. 178). Lo stravolgimento dell epica Anche l epica, il genere letterario alto per eccellenza, considerata un intoccabile patrimonio di valori etici collettivi, è presa di mira e stravolta, nei contenuti e nella lingua. Artefice di questa operazione è il mantovano Teofilo Folengo (1491-1544), a cui si deve la singolare creazione di una lingua maccheronica , con la quale descrive concretamente la realtà del mondo rurale. Proprio in campagna, con al centro le sofferenze autentiche dei contadini, è ambientata l opera teatrale del padovano Angelo Beolco detto Ruzante (1496 ca - 1542): la scelta linguistica del dialetto pavano (cioè la lingua delle campagne nell area di Padova) e il realismo amaro della rappresentazione collocano la sua opera in aperta polemica con l ideologia e le forme del classicismo imperante. 170 / UMANESIMO E RINASCIMENTO