GLI SPUNTI DELLA CRITICA Giusi Baldissone Le muse di Montale Come scrive Giusi Baldissone (n. 1948) in questa  pagina critica, tante figure femminili, ciascuna  con personali peculiarità, affollano tutta l’opera  montaliana. Sono nomi, cognomi, soprannomi  diversi, appartenenti a donne concrete, ma che  ora evaporano in ricordi e memorie che la scrittura  poetica si incarica di far rivivere. Le donne di Montale sono muse. Svelati per opera degli  ultimi esegeti nomi, circostanze ed epifanie (anche  fotografiche), la poesia gioca a carte scoperte ma ribadisce  più che mai una sua «lunga fedeltà» ai miti, agli  archetipi, alle fantasie. [...] Al contrario che per il Boccaccio decameroniano, le  cui muse sono le donne, per Eugenio Montale le donne  sono figure della fantasia poetica e i loro non  senhal solo le rappresentano, ma le costituiscono per intero. Credo che tutto il «male di scrivere» montaliano sia  espresso in questo concetto e che, comunque, lo spazio  della poesia e dell’arte in genere come attività fantastica  primaria sia uno spazio privilegiato: è lo spazio di  chi, nella sua personale costruzione di un universo con  cui armonizzarsi, riparando i danni inflitti dalla realtà,  riesce a esprimere anche il disagio altrui, trovando una  gratificazione che risulterà a sua volta gratificante per  coloro che vi si rispecchieranno. La ricerca del fantasma femminile percorre tutta l’esistenza  di Montale e tutta la sua scrittura. Nel cercare  di suddividere le numerose presenze in figure storiche  e figure poetiche, come qualcuno ha tentato di fare, forse  si commette già un abuso, una sorta di infrazione,  ma non solo nei confronti di quel codice di discrezione  che separa la vita privata dall’opera, bensì, soprattutto,  nei confronti di quest’ultima, che è poi la sola che resti  e conti realmente. Certamente dobbiamo dare per acquisiti alcuni dati:  una madre, una sorella, una o più governanti e una moglie  sono figure storiche e, in modo altrettanto certo,  dietro ai senhal si celano e sono state identificate alcune  donne: hanno nomi e cognomi, sono stati scoperti,  li elenchiamo diligentemente. Ma di un concetto non  possiamo liberarci, se abbiamo imparato a conoscere  fino in fondo le opere di questo scrittore: nei confronti  di tutte queste donne la scrittura funziona come vera attività  creatrice, le fa esistere, riparando alla loro assenza.  Se dei loro nomi occorre tenere conto, bisogna farlo  in un’ottica vastamente ermeneutica. Ogni figura femminile, nella poesia montaliana, è la  figura di un’assente, della quale urge evocare la presenza.  Bastano pochi oggetti per compiere il rito; e basta un  nome, meglio se convenzionale, perché avvenga l’apparizione.  Ci sono anche situazioni propiziatorie: talvolta  la «bufera», spesso il «meriggiare». I lampi e i bagliori  che accompagnano la prima consentono l’irruzione segreta  del «visiting angel»; il «demone meridiano» che si  scatena nel secondo caso consente una visione simile a  quella di Dante nel . Paradiso ( , a c. di G. Baldissone, Interlinea, Novara 2014) Le muse di Montale COMPRENDERE IL PENSIERO CRITICO Quali caratteristiche hanno e come sono 1 rappresentate da Montale le sue muse poetiche? Secondo Baldissone i nomi delle donne che 2 compaiono nella poesia montaliana hanno importanza solo in un’ottica “ermeneutica”: spiega questa affermazione.