vani del sottoproletariato che gravita attorno alle borgate della capitale; ma anche la fase neorealista di Alberto Moravia, con La romana (1947), Racconti romani (1954) e La ciociara (1957). A Milano e alla sua provincia si richiama invece Giovanni Testori (1923-1993) nelle sue prime opere, tra cui il racconto lungo Il dio di Roserio (1954), poi confluito nella raccolta Il ponte della Ghisolfa (1958). L ambiente sociale ritratto da Testori è diverso da quello rappresentato da Pasolini: non un sottoproletariato che si oppone all etica del lavoro propria delle masse popolari politicamente consapevoli, bensì un proletariato che, inquadrato nel sistema produttivo, aspira a condizioni di vita piccolo-borghesi. Per quanto riguarda Napoli, infine, possiamo ricordare Giuseppe Marotta (19021963) con L oro di Napoli (1947) e Domenico Rea (1921-1994) con Spaccanapoli (1947), che restituiscono con efficace vivacità l universo umano ed espressivo dei bassifondi partenopei. Privi di ogni concessione al folclore sono invece i racconti della raccolta Il mare non bagna Napoli (1953) di Anna Maria Ortese (1914-1998). Nell opera di questa scrittrice, tuttavia, il documento di cronaca e la polemica sociale sono corrosi da una visionarietà allucinata che la porta a soluzioni liriche e fantastiche ben lontane dall oggettività neorealistica. I TEMI la guerra e il difficile passato la lotta di Liberazione le persecuzioni razziali la Shoah Elio Vittorini Renata Viganò Primo Levi il dopoguerra e il presente problematico le rovine materiali e morali la miseria del mondo rurale le difficoltà del proletariato urbano le questioni irrisolte della ricostruzione (povertà, disoccupazione ecc.) Vasco Pratolini Le forme letterarie Nuove esigenze, nuovi modelli La cospicua produzione in prosa dell immediato dopoguerra, e in particolare quella che ha per tema l esperienza bellica e la lotta partigiana, è costituita in buona parte da testi di forte matrice autobiografica. Il bisogno urgente di offrire una testimonianza e di fornire una documentazione di quanto accaduto spinge molti protagonisti della Resistenza a ricostruire in modo preciso e dettagliato gli eventi vissuti in prima persona. La scelta del mezzo con cui realizzare questo intento ricade prevalentemente sulla forma del racconto o sul libro di memorie, genere privilegiato rispetto al romanzo (come nel caso emblematico di Rigoni Stern). Il modello letterario del romanzo risulta infatti in questo caso difficilmente utilizzabile: da una parte l invenzione di vicende verosimili sullo sfondo di eventi realmente accaduti, propria della tradizione del romanzo storico, non soddisfa l istanza documentaria; dall altra, la ricerca di oggettività, l impersonalità e il distacco tra autore e materia narrata, tipiche del romanzo verista, contrastano con l origine autobiografica di gran parte della narrativa sulla guerra e sulla Resistenza. LA CORRENTE / IL NEOREALISMO / 463