Le immagini di un capolavoro inquietante La poesia è una sequela martellante di parole, frammenti espressionistici che danno il senso concreto della realtà dello sterminio. A prima vista, le immagini scelte sembrano metafore e astratte figurazioni verbali: a ben vedere, invece, ogni espressione si riferisce all essenza dolorosa di un esperienza terribile. Già l immagine iniziale del negro latte dell alba, che crea un ossimoro paradossale, allude al rovesciamento e alla negazione della normalità della vita: il nutrimento materno prende la forma e i colori delle tenebre e della morte, diventa l intruglio senza sapore che gli aguzzini propinano ai prigionieri. Intorno aleggia il fumo dei crematori che avvolge in una cappa irrespirabile i disperati (noi scaviamo una tomba nell aria), in attesa di trovare nelle camere a gas la propria fine (chi vi giace non sta stretto). Nessuna speranza può infatti confortarli: sono beffardamente guardati a vista dai carnefici che giocano con i serpenti e scrivono lettere amorose a creature dai capelli d oro, bionde ariane , dunque come loro. Chi è questa creatura dalla chioma dorata? Margarete, vale a dire una delle protagoniste del Faust di Goethe, simbolo della grande cultura tedesca, che da emblema dell umanesimo è ora degradata a sua tragica negazione, contrapposta a Sulamith, la principessa ebrea del Cantico dei Cantici, che invece ha i capelli di cenere e incarna la tradizione culturale ebraica ora vicina alla distruzione. Agli ebrei non rimane che obbedire agli or- dini di scavare una tomba nella terra e farsi silenzioso bersaglio della palla di piombo che colpisce con mira precisa, piegandosi alla morte Mastro di Germania. La letteratura come un esigenza Se questo è un uomo di Primo Levi Raccontare può significare provare a liberare il proprio groviglio interiore e a concedersi un minimo sollievo: la penna, cioè, può essere usata come una terapia rigeneratrice o come un appiglio per tornare alla vita. La letteratura è in grado quindi di salvare , consentendo, mediante la memoria soggettiva, di fare i conti con un ossessione che non potrà mai sgombrare la mente. Primo Levi (1919-1987) percepisce l esigenza di scrivere l esperienza del lager quando è ancora prigioniero, come racconta nella postfazione di Se questo è un uomo: «Era talmente forte in noi il bisogno di raccontare, che il libro avevo incominciato a scriverlo là, in quel laboratorio tedesco pieno di gelo, di guerra e di sguardi indiscreti, benché sapessi che non avrei potuto in alcun modo conservare quegli appunti scarabocchiati alla meglio, che avrei dovuto buttarli via subito, perché se mi fossero stati trovati addosso mi sarebbero costati la vita . Levi si chiede se sia ancora «un uomo il sé stesso che vede riflesso nei volti dei compagni di deportazione e di prigionia. Il brano che presentiamo descrive la fine del trasferimento in treno dall Italia alla Polonia e l arrivo dei deportati in prossimità del campo di Auschwitz. Verso Auschwitz / T2 / Primo Levi 5 10 Venne a un tratto lo scioglimento.1 La portiera fu aperta con fragore, il buio echeggiò di ordini stranieri, e di quei barbarici latrati dei tedeschi quando comandano, che sembrano dar vento a una rabbia vecchia di secoli. Ci apparve una vasta banchina illuminata da riflettori. Poco oltre, una fila di autocarri. Poi tutto tacque di nuovo. Qualcuno tradusse: bisognava scendere coi bagagli, e depositare questi lungo il treno. In un momento la banchina fu brulicante di ombre: ma avevamo paura di rompere quel silenzio, tutti si affaccendavano intorno ai bagagli, si cercavano, si chiamavano l un l altro, ma timidamente, a mezza voce. Una decina di SS2 stavano in disparte, l aria indifferente, piantati a gambe larghe. A un certo momento, penetrarono fra di noi, e, con voce sommessa, con visi di pietra, presero a interrogarci rapidamente, uno per uno, in cattivo italiano. Non interrogavano tutti, solo qualcuno. «Quanti anni? Sano o malato? e in base alla risposta ci indicavano due diverse direzioni. Tutto era silenzioso come in un acquario, e come in certe scene di sogni. Ci sa- 1 lo scioglimento: dell attesa. Finito il viag- gio di trasferimento verso Auschwitz, il treno si era fermato. 2 SS: sigla di Schutz-Staffeln (squadre di protezione), milizie armate del regime nazista. PERCORSI NEL 900 / RACCONTARE LA SHOAH / 515