CONSONANZE CONTEMPORANEE Aldo Busi NEI PANNI DELLA MADRE Il rapporto tra il protagonista e la madre è uno dei temi  portanti di Seminario sulla gioventù , il libro che rivelò il  talento letterario di Aldo Busi (n. 1948) e che apparve per  la prima volta nel 1984 dopo una ventennale gestazione.  È la storia di un’ “autoeducazione” fuori dalle regole,  del percorso di crescita di Barbino, un ragazzino della  campagna lombarda che per leggere la realtà si affida  solo ai propri sensi e al proprio cervello, smascherando le  menzogne delle autorità costituite (la famiglia, il maestro,  il prete del paese). Con le essenziali ma vitalissime  risorse di cui dispone, fuggirà alla volta di Milano, Parigi,  Londra, incrociando nel suo percorso una quantità di  personaggi che gli offriranno altrettante opportunità di  scoprire il mondo e, prima ancora, sé stesso. Riportiamo qui le prime pagine dell’edizione del 2004,  in cui il bambino indossa la vestaglia della madre,  quasi a volersi immedesimare in lei. Lo stile di Busi è  stato accostato a quello di Gadda per il gusto della  sovrabbondanza lessicale e sintattica. Che resta di tutto il dolore che abbiamo creduto di soffrire  da giovani? Niente, neppure una reminiscenza. Il  peggio, una volta sperimentato, si riduce col tempo ad  un risolino di stupore, stupore di essercela presa per così  poco, e anch’io ho creduto fatale quanto poi si è rivelato  letale solo per la noia che mi viene a pensarci. A pezzi o  interi, non si continua a vivere ugualmente scissi? E le  angosce di un tempo ci appaiono come mondi talmente  lontani da noi, oggi, che ci sembra inverosimile aver potuto  abitarli in passato. Di venerdì all’alba, Maria in Cèlo, la madre di Barbino,  partiva con la bicicletta per andare al mercato a  vendere i suoi prodotti, dalla frazione di Vighizzolo al  comune di Montichiari, 1 e stava via tre ore buone: quattro  chilometri a andare, quattro a ritornare. Al ritorno ci  impiegava appena un po’ di più che all’andata, per via dei  manubri carichi di sporte e del portapacchi appesantito  dai sacchetti di miscela 2 per i polli. Per tutta la settimana  aveva palpato il culo alle sue diciotto galline e alle quindici  anatre come i gioiellieri calibrano 3 i diamanti con  guanti bianchi, lenti e pinzette. Allora non c’era gallina  che non facesse uova d’oro. Però lei, soprattutto, aveva un  piccolo commercio di conigli che allevava in due gabbie  coperte da sacchi di iuta in fondo all’orto. [...] Quel giorno Barbino, terzo figlio maschio, cinque  anni, correva all’indirizzo del gancio dove pendeva la  sua vestaglia, quella che lei teneva indosso da un giovedì  all’altro e che si levava solo per sostituirla con quella della  festa l’ora scarsa per andare a messa prima 4 la domenica  e il tempo al mercato del venerdì e che si rimetteva  tale e quale verso le dieci di ogni ritorno senza neanche  lavarla, e così, di nuovo vestita a suo agio e piacere, eccola  che senza perdere un solo altro minuto andava a palpare i ciceroni dei pennuti nel pollaio per sapere su quante  5 uova poteva contare l’indomani e a portare la sbobba 6  nel porcile annesso... il maiale era per la famiglia tutto,  e lei si lagnava di non aver mai imparato a fare uso delle  setole, che era un delitto buttarle via mentre c’era gente  che ci faceva le spazzole... [...] e Barbino, staccata dal  gancio con sacrale timore e infilatosi la vestaglia del suo  sogno, con la capocchia abbrustolita di un fiammifero  acceso e subito spento, sentendosi favorito dalla sorte  per alcune ore di assenza di lei via al mercato di Montichiari  e quindi della presenza della sua meravigliosa  vestaglia pregna degli odori più inebrianti del mondo in  cui ora poteva infilarsi lui, si impiastricciava le guance di  nei di bellezza e cominciava a annusare all’altezza delle  ascelle come per calarsi nella parte con tutti i sensi, e così  conciato usciva in strada trascinandosi dietro una sedia e  una coperta di lana tutta spinosa con su un’aquila, detta  imperialem che era l’unico trofeo di guerra del Cèlo 7 . (Aldo Busi, , Mondadori, Milano 2004) Seminario sulla gioventù : paesi del Bresciano. 1 Vighizzolo... Montichiari : mangime. 2 miscela : misurano, valutano. 3 calibrano : la prima messa della mattina. 4 messa prima : i sederi. 5 i ciceroni : il pastone che mangiano i maiali. 6 la sbobba : è il padre di Barbino. 7 Cèlo PER SCRIVERNE Dopo aver letto il testo di Busi, confrontalo con  il brano La mamma ( ▶ T1, p. 653), tratto da  La cognizione del dolore di Gadda. Paragona  le diverse ambientazioni sociali, i modi in cui le  due madri dei protagonisti si muovono e sono  rappresentate, ma anche lo stile dei due autori. Quali analogie e quali differenze puoi riscontrare?  A quale dei due testi va la tua preferenza? perché?