trecci ARTE in L’architettura delle periferie Quartieri e palazzi in evoluzione L’urbanizzazione del Novecento presenta un fenomeno inedito: la crescita esponenziale di nuovi quartieri periferici, con uno sviluppo urbano che sembra non avere soluzione di continuità. L’utopia della città funzionale Nel 1945 l’architetto svizzero Le Corbusier (1887-1965) realizza a Marsiglia l’Unité d’Habitation. Si tratta di un vasto complesso abitativo concepito come una “città verticale”, con spazi per la vita individuale e aree comuni; non quindi un semplice condominio, ma una «macchina per abitare», dove un gran numero di persone può vivere e svolgere attività ricreative. Il tetto del complesso può diventare uno spazio polifunzionale, mentre la misura degli appartamenti, basata sulla ripetizione di un modulo, può cambiare per adattarsi ai vari tipi di unità familiari. Le Corbusier,  , 1945. Marsiglia. Unité d’Habitation, detta La Cité Radieuse Il fallimento delle periferie-ghetto italiane Un articolato progetto italiano che parte dalle riflessioni di Le Corbusier è il piano urbanistico di Sorgane, progetto di edilizia popolare alla periferia est di Firenze, elaborato nel 1957 da 37 progettisti, divisi in otto gruppi e coordinati da Giovanni Michelucci. Intorno a un viale centrale si struttura un sistema di giardini alberati e di percorsi pedonali a collegare i vari edifici, mentre le abitazioni vere e proprie sono caratterizzate dall’uso del cemento armato e da una copertura piana e praticabile, destinata alle attività condominiali. La mancata realizzazione degli spazi di aggregazione ha portato però al fallimento del progetto e la scelta di materiali come il cemento a vista si è rivelata problematica per la manutenzione. Altri progetti emblematici realizzati in Italia a partire da quegli anni raccontano storie fallimentari: il Nuovo Corviale, che i romani chiamano “il Serpentone”, Scampia a Napoli o lo Zen a Palermo hanno visto i buoni propositi iniziali scontrarsi con una realtà sociale ben diversa da quella immaginata, tanto da essere considerati oggi sinonimi di degrado e delinquenza.In particolare, il quartiere di Scampia, realizzato dagli anni Sessanta e via via ampliato, è diventato una zona sovraffollata e degradata, in cui la disoccupazione raggiunge il 75% e si è diffusa la criminalità organizzata. Le cosiddette  , anni Sessanta. Napoli. “Vele” di Scampia Leonardo Savioli,  , dal 1957. Firenze. Sorgane, edificio A