L’autore Giorgio Caproni 1912-1990 Caproni e noi Giorgio Caproni è considerato una figura centrale nel panorama della poesia italiana del secondo Novecento. I temi dei suoi versi – la nostalgia della madre, lo stretto rapporto con i luoghi in cui ha vissuto, l’esistenza concepita come un viaggio – sono gli aspetti più importanti della sua profonda riflessione sulle gioie e sui mali del vivere . La sua poesia è contraddistinta da uno , fortemente stile diretto comunicativo, che rifugge dall’oscurità programmatica di molta poesia contemporanea: una chiarezza a cui forse non è estranea l’altra sua grande passione, l’insegnamento, a cui si è dedicato, nelle scuole elementari, per tutta la vita. Da una parte i suoi versi toccano il cuore: ora ci commuovono, ora ci rallegrano, ora ci sorprendono. Un’infinità di colori e di sfumature arricchisce la sua tavolozza sentimentale, insieme a un vivido e umanissimo repertorio di figure e di affetti schietti , ma vibranti. Basta un evento minimo, un’esperienza autobiografica, un ricordo fulmineo ed ecco che scaturiscono improvvise folgorazioni , sospese tra il mito e un’amara ironia. Dall’altra parte, però, le parole di Caproni si rivolgono anche al nostro intelletto, ponendoci interrogativi cruciali sul senso della vita e della morte, sul significato degli altri per noi e di noi per gli altri: sempre senza il conforto di risposte sicure, ma con il disincanto di chi è consapevole di essere lontano da ogni verità definitiva o assoluta. Per questo, è un poeta che possiamo sentire come un compagno di strada. I suoi versi ci aiutano a interrogarci – senza enfasi e senza retorica – sulla nostra realtà personale, sulla memoria familiare, sulle finzioni sociali, sul senso della vita.