SEZIONE A – RINASCITA E CRISI DELL’EUROPA MEDIEVALE
CAPITOLO 3 – L’Europa delle monarchie feudali e l’Oriente
Signoria fondiaria e signoria territoriale
Nel sistema curtense (⇒ C1.2) il grande proprietario terriero esercitava un potere non solo economico ma anche di natura pubblica (politico e amministrativo) sia sui servi che lavoravano la parte gestita direttamente da lui, sia sui contadini liberi che prendevano in affitto le sue terre. L’insieme dei poteri del proprietario è stato definito signoria fondiaria, perché appunto legata alla proprietà delle terre.
Diversa era la signoria territoriale, in cui il signore esercitava i suoi poteri di natura pubblica (senza delega da parte del sovrano) non solo su chi dipendeva economicamente da lui, ma su un intero territorio e su tutti coloro che vi risiedevano.
La signoria territoriale si era diffusa con l’indebolimento del potere pubblico del sovrano ed era strettamente legata al fenomeno dell’▶ incastellamento, che si era sviluppato nei secoli precedenti anche per la crescente insicurezza dovuta alle invasioni e alle ▶ scorrerie di ungari, normanni e saraceni.
La frantumazione del potere pubblico e lo sviluppo del sistema feudale
Quando nel IX secolo l’Impero carolingio si era indebolito, l’aristocrazia si era impossessata sia delle cariche pubbliche concesse dal sovrano sia dei ▶ benefici ad esse legati, rendendoli ereditari. Si formarono così forti signorie territoriali.
In questo periodo i legami vassallatici si moltiplicarono, non solo tra sovrano e grandi vassalli, ma anche tra questi e vassalli minori. Si sviluppò così il sistema feudale, una fitta rete di relazioni vassallatiche che, pur nella grande varietà di forme, avevano tre elementi fondamentali ricorrenti:
- il vassallaggio, l’atto con cui il vassallo si sottometteva al signore;
- il beneficio, chiamato ora feudo, cioè le terre concesse dal signore;
- l’immunità, cioè la possibilità del vassallo di amministrare la giustizia in modo autonomo.
A differenza dei benefici carolingi, il feudo era ereditario e ad esso era connesso l’esercizio di poteri pubblici. Si ebbe così una progressiva frantumazione del potere pubblico, che non faceva più capo al sovrano ma era esercitato dai signori feudali (anche se, come vedremo, questi agivano all’interno di un regno che aveva ancora un re).
2. LE MONARCHIE FEUDALI: LA FRANCIA DEI CAPETINGI
La frammentazione dei poteri
La divisione dell’Impero carolingio, avvenuta nell’843 (⇒ C0.5), aveva dato origine al Regno dei franchi occidentali. In questo regno il ruolo e il potere del re divenne sempre meno importante perché le potenti famiglie aristocratiche, che controllavano i diversi principati, esercitavano i poteri pubblici in modo del tutto autonomo rispetto al potere centrale del re. Il sovrano stesso in realtà controllava solo i territori di proprietà della sua famiglia.
Nel 947 era diventato re dei Franchi il conte di Parigi, Ugo Capeto, da cui prende il nome la dinastia capetingia. A differenza dei predecessori, i re capetingi resero più forte il ruolo del re, infatti:
- potenziarono le strutture politiche e amministrative del regno;
- rafforzarono l’alleanza con la Chiesa, offrendo alle istituzioni religiose vantaggi e garanzie di protezione in cambio di una ▶ sacralizzazione della monarchia, che dava al re maggiore prestigio rispetto agli altri poteri territoriali.
Inoltre i sovrani capetingi avviarono una politica di espansione territoriale sia attraverso il ricorso alle armi sia per via matrimoniale, divenendo quindi sempre più forti e potenti.
LA FORZA DEI SIMBOLI: I RE TAUMATURGHI
La sacralità della figura del re, il cui potere era ritenuto di origine divina, venne rafforzata anche dall’attribuzione al sovrano di poteri taumaturgici, cioè della capacità di guarire con il solo tocco della mano gli ammalati.
LE RIBELLIONI NOBILIARI E LE PACI DI DIO
Il rafforzamento del potere centrale del re non era ovviamente gradito ai signori territoriali che si ribellarono in forma spesso violenta. Furti, saccheggi e violenze dei cavalieri, però, diedero la possibilità ai re capetingi di presentarsi come i difensori dei deboli e della Chiesa. D’accordo con i vescovi francesi, i re capetingi istituirono la “pace di Dio”, con cui si imponeva di non commettere violenze contro gli indifesi (donne, pellegrini, poveri) e contro i beni e le persone della Chiesa.
In seguito imposero anche la “tregua di Dio”, ossia la sospensione di ogni violenza e guerra in coincidenza delle festività religiose. Inoltre, per ottenere il consenso dei nuovi ceti mercantili, i sovrani istituirono anche le “paci di mercato”, per garantire il pacifico svolgimento dei commerci.
In questo modo i Capetingi assunsero un ruolo di pacificatori che li favorì nell’affermare la propria sovranità in tutto il regno.
IL CONFLITTO CON l’INGHILTERRA
Un altro elemento che consolidò il favore popolare nei confronti dei re capetingi fu il conflitto con l’Inghilterra. Guglielmo il Conquistatore, duca di Normandia e quindi vassallo del re dei franchi, nel 1066 era diventato re d’Inghilterra. La presenza in territorio francese di un vassallo così potente era preoccupante. La situazione si complicò ancora di più quando, nel 1154, salì sul trono inglese Enrico II, che aggiunse ai ducati di Bretagna e Normandia la contea francese dell’Angiò (ereditata dal padre) e che poi, sposando Eleonora duchessa d’Aquitania, portò sotto il suo controllo anche l’Aquitania. Come puoi vedere dalla cartina, i possedimenti dei re inglesi erano quasi la metà dell’intero Regno dei franchi.
IL PROCESSO DI UNIFICAZIONE FRANCESE
Nel 1214 il re francese Filippo II Augusto riuscì a conquistare gran parte dei territori in mano alla monarchia inglese, vincendo la battaglia di Bouvines. Diede così alla corona francese un più vasto e compatto dominio, di cui la capitale Parigi era il centro. Si avviava in questo modo un processo di unificazione che era espresso anche dall’affermazione in tutto il regno della lingua d’oïl (quella parlata a Parigi).
FILIPPO IL BELLO E LO SCONTRO CON IL PAPATO
In Francia il processo di centralizzazione del potere continuò per tutto il Duecento, con la creazione di un’organizzazione amministrativa e di governo i cui funzionari erano nominati e pagati dal re. Il rafforzamento della monarchia raggiunse il culmine con Filippo IV il Bello (1285-1314), che ora non si definiva più re dei franchi ma re di Francia, a sottolineare la dimensione territoriale del suo regno.
La nuova forza della monarchia francese si affermò non solo all’interno del regno, ma anche nei confronti dei due poteri universali: Filippo infatti stabilì che in Francia non potesse esserci un potere superiore a quello del sovrano. L’Impero era ormai in declino, quindi lo scontro più duro fu con la Chiesa. Filippo vinse questo scontro e riuscì a mettere sotto controllo il clero francese e a imporre la sua influenza sulla Chiesa.
LA RICERCA DEL CONSENSO: GLI STATI GENERALI
Nella sua opera di rafforzamento del potere regio e nello scontro con la Chiesa, Filippo IV ebbe l’appoggio degli Stati generali, un’assemblea formata da tre “ordini” o “stati” che rappresentavano nobiltà, clero e ▶ popolo. Questa nuova istituzione, rappresentativa del regno, era un ▶ organo consultivo, usato da Filippo per avere l’appoggio dei nuovi ceti cittadini in funzione anti nobiliare.
3. LE MONARCHIE FEUDALI: L’INGHILTERRA DEI PLANTAGENETI
da GUGLIELMO il conquistatore ai plantageneti
Anche in Inghilterra si ebbe un processo di rafforzamento del potere monarchico analogo a quello francese. Dopo essere diventato re d’Inghilterra, Guglielmo il Conquistatore privò di ogni autorità e proprietà la nobiltà anglosassone che sostituì con i ▶ baroni normanni. Riproduceva così il sistema vassallatico esistente in Normandia, legando a sé la nuova nobiltà con vincoli di fedeltà feudale.
Nel 1154, con Enrico II, cominciò la dinastia dei ▶ Plantageneti. Con lui il processo di rafforzamento del potere centrale del re proseguì: vennero istituiti agenti itineranti per controllare l’operato dei funzionari locali e venne attribuita ai tribunali del re la competenza di giudicare diversi reati togliendola alle corti feudali.
I LIMITI AL POTERE DEL RE: LA MAGNA CHARTA
Dopo Enrico II la monarchia inglese affrontò molte guerre e questo portò un pesante aumento delle tasse, provocando un forte scontento tra i baroni del regno.
A seguito della sconfitta di Bouvines, la monarchia inglese si indebolì, tanto che il re Giovanni Senzaterra fu costretto dai baroni a sottoscrivere la Magna Charta (1215), un documento che poneva dei limiti ai poteri del sovrano.
La Magna Charta garantiva i diritti di tutti gli uomini liberi e in particolare stabiliva che il re non poteva imporre nuove tasse senza il consenso del Consiglio del re, dove erano rappresentati nobiltà e clero. Dal Consiglio derivò poi il Parlamento, una nuova istituzione formata da due camere:
- la Camera dei Lords, ereditaria, dove sedevano i grandi feudatari e il clero;
- la Camera dei Comuni, elettiva, formata dalla borghesia urbana, basso clero e piccola nobiltà.
L’Habeas corpus
Un altro importante principio contenuto nella Magna Charta era l’habeas corpus, che stabiliva che nessuno poteva essere incarcerato senza processo, né potevano essere applicate sanzioni che non fossero stabilite dalla legge.
4. LA SPAGNA E LA RECONQUISTA
Cristiani e Musulmani
Tra l’VIII e il X secolo gli arabi avevano conquistato gran parte della penisola iberica, tranne alcuni regni cristiani nel Nord. In un arco di tempo molto lungo i regni cristiani ridussero progressivamente la presenza musulmana nella penisola iberica, Come puoi vedere dalla cartina. La Reconquista, così viene chiamata l’impresa dei regni cristiani, ebbe la sua vittoria decisiva nel 1212 a Las Navas di Tolosa, a seguito della quale rimase in mano araba solo il piccolo ▶ Emirato di Granada.
5. LA CRISTIANITà E L’ORIENTE
Il declino bizantino
Tra il IX e il X secolo l’Impero bizantino aveva attraversato un periodo di sviluppo economico e di progresso culturale. Come puoi vedere dalla cartina, l’Impero bizantino andava dall’Asia Minore al Mar Adriatico fino alla parte meridionale dell’Italia.
Poco dopo il Mille la sua potenza cominciò a diminuire. Nei primi decenni dell’XI secolo i normanni tolsero ai bizantini l’Italia meridionale. Poi i Selgiuchidi (tribù di origine turca e di fede islamica) crearono un loro regno a ridosso dell’Impero bizantino e da qui si impadronirono di tutta la zona di Gerusalemme e dei territori sacri alla fede cristiana.
LO SCISMA D’ORIENTE
Nel frattempo i contrasti teologici e la pretesa del papa di Roma di un primato sugli altri vescovi portarono, nel 1054, allo Scisma d’Oriente, ossia alla definitiva separazione tra:
- la Chiesa d’Oriente, che si definì ▶ ortodossa, guidata dal patriarca di Costantinopoli;
- la Chiesa di Occidente, che si definì cattolica, guidata dal vescovo di Roma (il papa).
LE CROCIATE
Contro l’espansionismo dei Selgiuchidi, l’imperatore bizantino Alessio Comneno chiese l’aiuto delle forze d’Occidente. Alla richiesta d’aiuto rispose papa Urbano II che, nel 1095, rivolse un appello a principi e cavalieri cristiani affinché combattessero gli “infedeli” per liberare la Terra Santa, garantendo ai ▶ crociati l’indulgenza plenaria, ossia la piena cancellazione di tutti i peccati. Era l’inizio delle crociate.
La prima crociata iniziò nel 1097 sotto il comando di Goffredo di Buglione. Con massacri devastanti della popolazione locale, vennero conquistate Antiochia e, nel 1099, Gerusalemme.
I territori conquistati però non vennero restituiti ai bizantini, come era negli accordi con l’imperatore Alessio, ma restarono in mano ai crociati. Nascevano così i principati latini.
La debolezza e l’instabilità dei principati latini facilitò però la riconquista islamica: venne prima ripresa Edessa, poi nel 1187 il sultano d’Egitto riprese il controllo di Gerusalemme, finché nel 1291 cadde l’ultimo possedimento cristiano in Terra Santa.
Le altre crociate indette dopo la prima, in un arco che comprese due secoli, non riuscirono ad ottenere alcun successo.
Le motivazioni all’origine delle crociate
Le motivazioni alla base delle crociate non furono solo religiose. Il papa stesso aveva anche un obiettivo politico: indicendo le crociate sottolineava il suo primato su ogni altra autorità del mondo cristiano e puntava a riportare sotto il controllo di Roma la Chiesa d’Oriente, che si era distaccata con lo scisma.
Inoltre per i sovrani e per lo stesso papa era utile e importante incanalare fuori dall’Europa la violenza di nobili e cavalieri, che, come abbiamo visto, turbava l’ordine sociale.
Alcuni poi partecipavano alle crociate per avere un’opportunità di arricchimento e per ottenere l’indulgenza plenaria.
Infine c’erano gli interessi economici delle potenze mercantili (come Venezia e Genova) che riuscirono a rafforzare il loro ruolo nei commerci con l’Oriente e ad assicurarsi anche buoni guadagni con il trasporto dei combattenti e di ogni altra cosa servisse alle spedizioni crociate.
le crociate contro gli eretici
L’idea di crociata non si esaurì esclusivamente nella lotta contro i musulmani per il possesso dei luoghi sacri, ma fu utilizzata dalla Chiesa per combattere, all’interno del mondo cristiano, gli eretici e coloro che si opponevano al papato.
6. MONDO ISLAMICO E IMPERO MONGOLO
L’IMPERO MUSULMANO SI DIVIDE
Nell’VIII secolo, la dinastia abbaside sostituì la dinastia omayyade alla guida del grande impero musulmano. Con gli Abbasidi finì l’unità dell’impero:
- nei territori orientali (dove era stata spostata la capitale, che ora era Baghdad in Persia e non più Damasco in Siria) il potere centrale abbasside non venne messo in discussione;
- nei territori occidentali (penisola iberica e Nord Africa), invece, si formarono numerose entità politiche autonome, tra cui emerse il Califfato di Cordova.
Con gli Abbasidi si ebbe un periodo di tolleranza e convivenza pacifica tra musulmani e cristiani, al punto che a questi ultimi, tra il IX e il X secolo, venne consentito l’accesso in Terrasanta.
Un’altra importante occasione di incontro tra le due fedi passò attraverso la fitta rete di scambi commerciali che dal mondo mediterraneo arrivava fino in Estremo Oriente percorrendo la famosa via della seta.
iL CONTRIBUTO DELLA CULTURA ARABA
Il grande sviluppo culturale del mondo arabo offrì un importante contributo alla cultura occidentale. Infatti i testi originali della cultura greca e latina (sull’astronomia, sulla matematica e sulla filosofia) erano andati perduti in Europa nell’originale greco e furono nuovamente conosciuti grazie alle traduzioni dall’arabo.
I MONGOLI DI GENGIS KHAN
Il maggiore ostacolo incontrato dai musulmani nell’espansione verso Oriente fu l’Impero dei mongoli, popoli nomadi provenienti dalle steppe asiatiche, dediti alla pastorizia e abilissimi guerrieri. I mongoli si unificarono tra il XII e il XIII secolo sotto la guida di Gengis Khan e, come puoi vedere dalla cartina, assoggettarono un’area vastissima.
LA PAX MONGOLICA
Alla morte di Gengis Khan l’impero, diviso ora in tanti ▶ khanati, si ampliò ulteriormente sottomettendo Mosca e Kiev in Russia e ponendo fine, nel 1258, al Califfato di Baghdad.
Con Kublai Khan venne poi completata la conquista della Cina e a lui si deve la cosiddetta pax mongolica, cioè un periodo di pace che favorì gli scambi commerciali tra Oriente e Occidente.
ESERCIZI
1. Completa il testo.
Dopo il collasso dell’Impero ..............................................., si assiste in Europa alla frantumazione del potere ...............................................: al potere ............................................... del sovrano si sostituisce il potere locale dei signori feudali. A partire dal X secolo però in ............................................... e ............................................... si verifica un’inversione di tendenza che porta a un progressivo ............................................... delle monarchie. In Oriente intanto si assiste al declino dell’Impero ..............................................., che vede molti dei suoi territori conquistati dai ................................................ Con la dinastia ..............................................., il grande impero ............................................... perde la sua unità. Mentre si afferma la potenza mongola con ..............................................., che ............................................... le diverse tribù mongole. L’............................................... mongolo raggiunge la sua massima espansione con Kublai Khan che completa la conquista della ................................................
2. Fai la scelta giusta.
a. Stati generali francesi e Parlamento inglese sono entrambi organi rappresentativi/consultivi, il primo rafforza/indebolisce la posizione del re, il secondo invece la rafforza/indebolisce.
b. La Magna Charta limita/rafforza il potere del re d’Inghilterra.
c. Nel 1054 si compie lo Scisma d’Oriente/il declino dell’Impero bizantino.
d. Le crociate sono indette dal papa/dall’imperatore. La prima è guidata dall’imperatore bizantino/da Goffredo di Buglione. Le crociate sono un’occasione di arricchimento spirituale/economico, soprattutto per le potenze mercantili/gli uomini di chiesa. Nei territori riconquistati dai crociati nascono principati latini/colonie bizantine.
e. Il termine crociata si usa solo per le guerre contro i musulmani/anche per indicare la persecuzione degli eretici.
3. Completa lo schema, indicando se si tratta di un re francese o inglese. Poi collega ogni re all’avvenimento che lo riguarda.
Enrico II è un re ..................................... |
amplia i suoi domini francesi sposando Eleonora d’Aquitania. |
Filippo II Augusto è un re ..................................... | vince la battaglia di Bouvines 1214 e consolida la monarchia. |
Filippo IV il Bello è un re ..................................... | regna dal 1285 e impone il suo controllo sulla Chiesa. |
Giovanni Senzaterra è un re ..................................... | perde la battaglia di Bouvines ed è costretto a firmare la Magna Charta (1215) |