SEZIONE A – RINASCITA E CRISI DELL’EUROPA MEDIEVALE

CAPITOLO 5 – LA CULTURA, LA MENTALITÀ E I GRUPPI SOCIALI

1. LE MENTALITÀ NEL MEDIOEVO

LA MENTALITÀ RELIGIOSA E LA PRESENZA DELLA CHIESA

Per gli europei del Medioevo la presenza del soprannaturale era molto sentita. Gli uomini e la natura erano considerati parte di un progetto divino e ogni aspetto della vita si doveva ispirare alla religione cristiana. Dunque la Chiesa decideva ciò che era bene e ciò che era male, e ogni momento fondamentale della vita di un uomo era legato a un rito religioso.

IL MONDO DELL’ALDILÀ: NASCE IL PURGATORIO

Tutto era interpretato alla luce della fede ed era convinzione comune che il male si annidasse in ogni situazione terrena. Da qui nasceva l’attenzione per la salvezza dell’anima. Si credeva infatti in “luoghi fisici” e reali che accoglievano gli uomini dopo la morte: il paradiso, dove sarebbe andato chi si era comportato bene, e l’inferno, per chi invece si era comportato male. Nel basso Medioevo a questi due luoghi se ne aggiunse un altro: il purgatorio, un luogo di penitenza temporaneo per chi non era ancora degno del paradiso, ma non meritava neppure la pena eterna dell’inferno. All’esistenza del purgatorio si legò la dottrina delle indulgenze (⇒ C3.5) e dei suffragi, la possibilità cioè di aiutare le anime del purgatorio a raggiungere la salvezza attraverso opere di bene e preghiere.

TEMPO RELIGIOSO E TEMPO ECONOMICO

Il tempo dell’uomo medievale era scandito dalle festività religiose e dal ritmo della natura connesso al tempo del mondo agricolo (il sorgere e il tramontare del sole, e il ciclo delle stagioni). Con lo sviluppo delle attività artigianali e mercantili cominciò a farsi strada una nuova idea di tempo: un tempo economico, che era scandito dal ritmo degli scambi commerciali, dagli appuntamenti delle fiere. Era anche un tempo che doveva misurare le ore di lavoro degli operai.

2. LE DIVISIONI SOCIALI

LA SOCIETÀ dei “TRE ORDINI”

La società medievale era stata inquadrata in uno schema estremamente rigido, noto come la “teoria dei tre ordini”. Lo schema seguiva una gerarchia che si riteneva fosse stata stabilita direttamente da Dio e che prevedeva questi ordini:

  • il clero che prega per salvare gli uomini;
  • i cavalieri (la nobiltà) che combattono per difendere la Chiesa e i più deboli;
  • i lavoratori (in particolare i contadini) che con il loro lavoro garantiscono il nutrimento a tutta la società.

È evidente che questo schema non rispondeva più alla realtà, infatti non vi trovavano spazio i nuovi ceti emergenti, come i mercanti, che si erano imposti soprattutto nelle città.

I NOBILI E I CAVALIERI

Nobili e cavalieri costituivano l’aristocrazia della società medievale. La ricchezza dei nobili derivava dalla proprietà della terra. Inoltre i nobili erano vicini al sovrano e godevano di privilegi, come esenzioni fiscali e altri benefici economici. I cavalieri erano i soldati armati a cavallo, fondamentali perché erano soprattutto loro a provvedere alla difesa. Erano legati alla nobiltà sia perché dotarsi di cavallo e armi era molto costoso e se lo potevano permettere solo le famiglie più ricche, sia per via dei legami familiari. Infatti spesso a dedicarsi alla cavalleria erano i secondogeniti (i cadetti) delle famiglie nobili (che erano esclusi dall’eredità destinata solo al primo figlio).

I MERCANTI: LA MENTALITÀ E LA FORMAZIONE MERCANTILE

Abbiamo visto come sulla scena sociale medievale era comparso un nuovo protagonista, il mercante, la cui attività portò molti cambiamenti. Dalla comparsa di nuove figure professionali (come i  cambiavalute e gli assicuratori) alla definizione di un nuovo diritto marittimo, da nuovi tipi di contratto a nuovi metodi di pagamento (come la lettera di cambio).

Spinto dalla conquista di spazi commerciali sempre più vasti, il mondo mercantile si organizzò sia sul piano professionale sia sul piano culturale:

  • sul piano professionale si costituirono associazioni di mestiere, le Arti, che impegnavano gli appartenenti a darsi reciproco sostegno e che, attraverso appositi statuti (regolamenti), disciplinavano il proprio settore fissando prezzi, salari, condizioni di accesso al mestiere e le modalità della formazione professionale con l’istituzione della figura dell’▶ apprendista. Le Arti, come abbiamo visto, assunsero un ruolo sempre più importante nella vita politica delle città;
  • sul piano culturale il mondo mercantile puntò a una formazione che non fosse solo umanistica ma che offrisse anche una preparazione tecnico-pratica, utile alle attività economiche in crescita.

3. LA NUOVA CULTURA LAICA

NUOVE ISTITUZIONI CULTURALI: LE UNIVERSITÀ

Con le trasformazioni avvenute nella società cominciò a farsi strada un nuovo clima culturale, che non faceva più solo riferimento alla Chiesa: nasceva così una nuova cultura laica. In questo periodo furono fondate le prime università: associazioni di maestri e studenti che, in autonomia, proponevano un percorso di studio. Nel 1088 nacque la prima università di studi giuridici a Bologna ma, come puoi vedere dalla cartina, furono tante le città dove vennero istituite delle università, che fornivano personale qualificato adatto a soddisfare le esigenze della società.

4. L’ESIGENZA DI RIFORMARE LA CHIESA

I MOVIMENTI PAUPERISTICI

Abbiamo visto come nell’XI secolo la nascita di nuovi ordini monastici (⇒ C2.2) aveva cercato di rispondere alla richiesta di rinnovamento che veniva rivolta a una Chiesa sempre più coinvolta nelle dispute politiche e di potere e sempre più lontana dagli insegnamenti del Vangelo.

Fu proprio partendo dall’attenzione riservata da Cristo ai poveri e ai più svantaggiati che si diffusero movimenti che proponevano un modello di vita semplice, detti pauperistici (dal latino pauper, “povero”). In questi movimenti all’aspetto religioso si unì anche una motivazione sociale di critica alla forti disuguaglianze presenti nella società medievale, e fu per questo che vennero duramente perseguitati. Tra i movimenti che ebbero maggiore impatto troviamo i valdesi e i càtari.

I valdesi

Questo movimento, che si diffuse alla fine del XII secolo, prende il nome dal suo fondatore Pietro Valdo, un mercante di Lione che a un certo punto della sua vita, ispirato dal Vangelo, decise di abbandonare la sua attività e vivere di elemosina. La predicazione di Valdo proponeva di ispirare la propria vita sull’esempio di Cristo e criticava apertamente la ricchezza della Chiesa. Valdo e i suoi seguaci vennero condannati come eretici e costretti a vivere in clandestinità. Nonostante questo il movimento valdese si diffuse nella Francia meridionale e nell’Italia settentrionale e accentuò le critiche alla Chiesa, non riconoscendo l’autorità del papa e negando il culto dei santi e delle reliquie.

I càtari

Secondo la dottrina dei càtari allo Spirito, manifestazione del Bene che veniva da Dio, si opponeva la materia originata da Satana. Dunque ogni manifestazione terrena, compreso il potere religioso e politico, era espressione del Male. Naturalmente queste idee ponevano i càtari in forte opposizione con la Chiesa, di cui negavano il ruolo di mediazione con Dio.

LA REAZIONE DELLA CHIESA: L’INQUISIZIONE

Questi movimenti, che mettevano in discussione il potere della Chiesa, furono duramente repressi. Papa Innocenzo III indisse addirittura una crociata contro i càtari (la crociata degli albigesi), che produsse atroci carneficine.

Per contrastare il diffondersi di quelle che considerava eresie, nel 1215 la Chiesa creò un nuovo strumento: il tribunale dell’Inquisizione che aveva il compito di individuare gli eretici e condannarli a pene eseguite dal potere pubblico (la più comune era la morte sul rogo). Dal 1252, poi, papa Innocenzo IV stabilì che il tribunale dell’Inquisizione potesse usare la tortura per ottenere la confessione del peccatore e la denuncia dei suoi complici.

5. GLI ORDINI MENDICANTI

La presenza e la diffusione di questi movimenti eretici stimolò la nascita, nel Duecento, di nuovi ordini monastici che, senza mettere in discussione l’autorità della Chiesa, ne proponevano una riforma. Questi ordini vennero definiti “mendicanti” perché rifiutavano ogni possesso materiale e si sostenevano solo con le elemosine e il lavoro.

I DOMENICANI E LA PREDICAZIONE

Nel 1216 il papa accolse la richiesta di Domenico di Guzmán di istituire un nuovo ordine religioso: l’Ordine dei frati predicatori. Domenico di Guzmán aveva avuto modo di studiare i punti di forza del movimento càtaro: un modello di vita esemplare e coerente, e una predicazione chiara e semplice che poteva essere compresa da tutti. Quindi i frati dell’Ordine (chiamati anche domenicani), oltre a vivere sobriamente, avevano un’approfondita preparazione teologica che consentiva loro di predicare efficacemente. Per questa loro preparazione ai domenicani venne affidata la guida dei tribunali dell’Inquisizione.

I FRANCESCANI E LA POVERTÀ

L’altro importante ordine mendicante fu l’Ordine dei francescani, fondato da Francesco d’Assisi. Anche lui scelse una vita di povertà seguendo l’esempio di Cristo. Quella di Francesco fu una scelta di vita e non una denuncia della corruzione del clero e conquistò molti discepoli in tutta Europa. Il movimento francescano ebbe anche un ordine femminile, quello delle Clarisse, fondato da una seguace di Francesco, Chiara d’Assisi.

Inizialmente la scelta francescana fu vista con sospetto dalla Chiesa perché sembrava richiamarsi ai principi dei gruppi pauperistici come i valdesi. Ma l’atteggiamento sempre obbediente di Francesco convinse papa Innocenzo III a permettere che la predicazione francescana continuasse. Allo stesso tempo però furono forti le pressioni perché i princìpi francescani venissero attenuati, tanto che nel 1220 Francesco lasciò la guida del movimento francescano.

Nel 1223 papa Onorio III approvò la nascita dell’Ordine francescano in una versione che moderava molto il principio di povertà stabilito dal suo fondatore.

IL RUOLO DEGLI ORDINI MENDICANTI

Gli ordini mendicanti, con la loro testimonianza di vita ispirata al Vangelo e all’imitazione di Cristo, ricucirono il rapporto tra molti fedeli e la Chiesa.

Inoltre la loro opera fu importante per la società nel suo complesso, perché contribuì al rinnovamento della cultura medievale e anche perché questi ordini scelsero di non isolarsi, ma di insediare i loro conventi soprattutto nelle città a contatto con la gente, dedicandosi alla cura dei più poveri e derelitti.

ESERCIZI

1. Completa il testo.


Nel Medioevo ............................................... coinvolge ogni aspetto della vita, ed è ............................................... a decidere ciò che è bene e ciò che è male. Accanto al tempo ..............................................., scandito dalle festività e dal ritmo dei ..............................................., si fa però strada una nuova idea di tempo: il tempo ..............................................., legato al ritmo dei ................................................ Le trasformazioni ............................................... favoriscono la nascita di una nuova cultura ................................................ In questo periodo vengono anche fondate le prime Università (associazioni di ............................................... e ...............................................). Nel XII secolo si diffondono dei movimenti ............................................... che contestano l’autorità della Chiesa, propongono un modello di vita ............................................... e criticano le diseguaglianze sociali. La Chiesa reprime questi movimenti creando il Tribunale ................................................

2. Trova la parola.


suffragioapprendistalaicocadetto


.......................................................... Non religioso.
.......................................................... Preghiere o opere di carità a favore delle anime dei defunti.
.......................................................... Secondogenito.
.......................................................... Chi sta imparando un mestiere.

3. Fai la scelta giusta.


a. Gli ordini mendicanti che nascono nel Duecento vogliono: 

  • riformare la Chiesa rispettando la sua autorità.
  • opporsi all’autorità della Chiesa.

b. I due principali ordini mendicanti sono:

  • i catari e valdesi.
  • i francescani e domenicani.