SEZIONE B – LA TRANSIZIONE ALLA MODERNITÀ
CAPITOLO 11 – LE LOTTE PER IL PREDOMINIO IN ITALIA
L’ITALIA DELLA PACE DI LODI
La pace di Lodi (1454) era stata firmata per impedire l’egemonia di uno Stato italiano sull’altro, ma aveva di fatto lasciato tutti in una condizione di debolezza.
Gli Stati italiani restarono così esposti alle mire espansionistiche soprattutto delle monarchie francese e spagnola che vedevano nella frammentazione dell’Italia l’occasione per mettere le mani su una terra ricca e fiorente.
Come vedremo, furono addirittura alcuni Stati italiani a invocare l’intervento dei sovrani stranieri a sostegno delle proprie ambizioni o per limitare quelle degli avversari, aprendo così la strada alle guerre per il dominio sull’Italia.
L’ABILITÀ DIPLOMATICA DI LORENZO DE’ MEDICI
I Medici avevano mantenuto intatte le istituzioni comunali, trasformando però di fatto Firenze in una signoria. Era stato soprattutto grazie all’abilità diplomatica di Lorenzo dei Medici, signore di Firenze dal 1469 al 1492, che si era riuscito a mantenere gli equilibri tra gli Stati che avevano dato vita alla Lega italica, garantendo alla penisola un lungo periodo di pace. Lorenzo dei Medici fu per questo considerato l’“▶ ago della bilancia” della situazione italiana, l’artefice di una politica di equilibrio che viene ritenuta il risultato più importante da lui realizzato. Ma Lorenzo, soprannominato il Magnifico, era stato anche un uomo di cultura raffinata e un ▶ mecenate che lasciò un segno indelebile su Firenze e sulla Toscana.
LE AMBIZIONI DI LUDOVICO IL MORO A MILANO
Dopo la scomparsa di Francesco Sforza, dal 1480 sul ducato di Milano esercitò il potere Ludovico detto il Moro, zio del legittimo erede Gian Galeazzo Sforza ancora troppo giovane.
Ludovico si dimostrò un grande mecenate, accogliendo personaggi come Leonardo da Vinci, e diede prestigio culturale a Milano. In politica fu ▶ spregiudicato nei giochi di potere, tanto che nel 1492, quando la città fu minacciata dal tentativo di conquista da parte del re di Napoli, Ludovico non esitò ad allearsi con Carlo VIII re di Francia, facendo venire meno il principio stabilito a Lodi di mantenere lo straniero fuori dalla politica italiana. Ebbero inizio così le guerre d’Italia, che insanguinarono la penisola tra la fine del secolo e la prima metà del Cinquecento.
2. L’INIZIO DELLE “GUERRE D’ITALIA”
LA FINE DELL’EQUILIBRIO: LA DISCESA DI CARLO VIII IN ITALIA
A dare inizio al conflitto fu il verificarsi di due condizioni:
- la volontà del re di Francia Carlo VIII (al trono dal 1483) di acquisire la corona del Regno di Napoli, vantando un diritto di eredità in quanto discendente degli Angiò;
- il timore di Ludovico il Moro di perdere il potere su Milano dopo il matrimonio di Gian Galeazzo Sforza, l’erede legittimo, con la nipote del re di Napoli Ferdinando I.
Per proteggersi dalle mire di Ferdinando, Ludovico nel 1492 stabilì un’alleanza proprio con il re francese, che a questo punto progettò una spedizione in Italia.
Dopo essersi assicurato la neutralità degli Asburgo, della Spagna e degli inglesi, Carlo iniziò la sua impresa nell’agosto del 1494, forte di un esercito numeroso e dotato delle più moderne armi da fuoco.
Carlo VIII giunse a Milano e fu accolto da Ludovico il Moro, che gli aprì le porte della città. Il Moro aveva assunto definitivamente la signoria di Milano anche grazie all’improvvisa e sospetta morte di Gian Galeazzo. Poi il re francese proseguì verso Firenze, dove il successore di Lorenzo, Piero de’ Medici, si arrese. In seguito a questo i Medici vennero cacciati da Firenze, dove tornarono solo nel 1512.
LA REPUBBLICA DI SAVONAROLA A FIRENZE
Dopo la cacciata dei Medici a Firenze emerse la figura del frate domenicano Girolamo Savonarola. Con le sue visioni apocalittiche e le sue accuse contro la corruzione della società fiorentina e della Chiesa, il frate si era guadagnato il consenso popolare, ma allo stesso tempo si era fatto nemici ovunque. Soprattutto si inimicò il papa Alessandro VI Borgia, che Savonarola aveva individuato come suo principale obiettivo per la scandalosa vita personale e pubblica che conduceva e per il lusso smodato della sua corte. Il papa reagì accusando il frate di eresia e lo scomunicò. Quindi le famiglie aristocratiche avversarie di Savonarola lo arrestarono e condannarono al rogo nel 1498. La repubblica di Firenze fu affidata a Pier Soderini, nuovo gonfaloniere, che tenne la città fino al ritorno dei Medici nel 1512.
CARLO VIII A NAPOLI
Dopo l’entrata trionfale a Firenze, Carlo VIII si avviò verso Roma, in quel momento sotto il papato di Alessandro VI Borgia.
Anche Alessandro VI decise di trattare con Carlo VIII e lo fece entrare in città senza opporgli resistenza. A questo punto la discesa verso Napoli non ebbe più ostacoli. Infatti il 22 febbraio 1495 il re francese vi giunse e Ferdinando II d’Aragona, nel frattempo diventato re di Napoli, si rifugiò in Sicilia.
In meno di sei mesi la conquista di Carlo VIII era conclusa. Il suo successo fu dovuto non tanto alle imprese militari quanto alla debolezza degli Stati italiani.
IL RIENTRO DI CARLO VIII
Il rapido successo di Carlo VIII allarmò le altre monarchie europee. Spagna e Impero degli Asburgo si mossero per favorire la nascita di una lega antifrancese a cui parteciparono anche il papa, Venezia e lo stesso Ducato di Milano.
Lungo il percorso di ritorno in Francia Carlo VIII si scontrò con l’esercito organizzato dalla lega ma, nonostante la perdita di cannoni e gran parte del bottino, l’esercito francese riuscì comunque a rientrare in patria. Nel frattempo gli Aragonesi tornarono rapidamente a Napoli grazie all’aiuto delle truppe inviate dalla Spagna.
GLI ESITI DELLA DISCESA DI CARLO VIII
Con l’impresa di Carlo VIII, la penisola italiana era ormai entrata nell’orbita d’interesse delle grandi monarchie europee, attratte dalla possibilità di mettere le mani su una delle terre in quel momento più ricche del continente.
3. TRA ACCORDI E GUERRE: MILANO, NAPOLI, IL PAPATO
MILANO AI FRANCESI E NAPOLI AGLI SPAGNOLI
Luigi XII, duca d’Orléans, succeduto sul trono di Francia dopo la morte di Carlo VIII, nel 1498 progettò un’altra discesa in Italia con l’obiettivo di impadronirsi questa volta non solo del Regno di Napoli ma anche del Ducato di Milano.
Il re francese preparò la discesa in Italia attraverso una intensa azione diplomatica:
- si assicurò l’appoggio del papa Alessandro VI Borgia, impegnandosi a favorire le ambizioni del figlio, Cesare Borgia, intenzionato a creare un proprio dominio personale nei territori dello Stato pontificio;
- stipulò un accordo con Venezia, riconoscendole vantaggi territoriali nell’area lombarda;
- si accordò con gli svizzeri che, in cambio dell’intervento delle loro formidabili truppe, avrebbero ottenuto il canton Ticino.
Grazie a queste alleanze, Luigi XII non ebbe difficoltà a entrare vittorioso a Milano (1499) sconfiggendo Ludovico il Moro che fu catturato e portato in catene in Francia, dove morì nel 1508.
Dopo aver preso Milano, il re di Francia poté riprendere la marcia verso l’altro obiettivo che si era proposto: conquistare il Regno di Napoli, su cui però erano orientati anche gli interessi del re di Spagna Ferdinando il Cattolico.
La guerra, combattuta nel Mezzogiorno, venne vinta dalle truppe spagnole. I francesi furono costretti a firmare l’armistizio di Lione (1504), con cui si stabilì di fatto la spartizione della penisola in due zone d’influenza: quella francese sul Ducato di Milano, quella spagnola sul Regno di Napoli.
CESARE BORGIA
Cesare Borgia, detto il Valentino e figlio di papa Alessandro VI, potendo contare sull’appoggio del re di Francia e sulla protezione del papa suo
padre, tentò di costruire una sua personale signoria nello Stato pontificio.
Le imprese del Valentino ebbero inizio nel 1499 con diversi
successi militari nell’Italia Centrale. Ma la morte del papa Alessandro VI mise fine alle sue ambizioni. Il successore Giulio II, membro della
famiglia Della Rovere, irriducibile avversaria dei Borgia, fu determinato nel colpire il Valentino e nel riprendere la direzione dello Stato della
Chiesa. Cesare Borgia fu catturato ma riuscì a fuggire, cercando rifugio in Navarra dove morì combattendo con l’esercito navarrese nel 1507.
4. UN EQUILIBRIO PROVVISORIO
IL RIDIMENSIONAMENTO DI VENEZIA
In questo momento di ridefinizione degli equilibri, Venezia tentò di espandersi verso le terre romagnole, sulle quali però il papa Giulio II voleva riaffermare il dominio pontificio. Il papa stesso promosse diversi accordi diplomatici in funzione antiveneziana da cui ebbe origine la Lega di Cambrai (1508), a cui parteciparono diversi Stati italiani, l’Impero, la Francia e la Spagna, con l’intento di spartirsi i territori veneziani. La sconfitta di Venezia, a seguito della battaglia di Agnadello del 1509, segnò la fine di ogni progetto di espansione sulla terraferma per la città, che fu costretta a ridimensionare le sue aspirazioni di potenza.
LA LEGA DEL PAPA CONTRO LA FRANCIA
Quando però Giulio II si rese conto che il crollo di Venezia sarebbe stato a esclusivo vantaggio della Francia, decise di rompere l’alleanza di Cambrai per costituire una nuova alleanza in funzione antifrancese, chiamata Lega santa (1511).
Si unirono al pontefice Venezia, l’Inghilterra, la Spagna, l’Impero e la Confederazione svizzera, tutti decisi a combattere le ambizioni di Luigi XII.
Nel 1512 i francesi furono cacciati dal Ducato di Milano e gli Sforza tornarono al potere con Massimiliano, figlio di Ludovico il Moro. Nello stesso anno anche la Repubblica di Firenze fu restituita ai Medici grazie all’intervento degli spagnoli.
Ancora una volta le sorti delle vicende italiane erano state determinate dalle manovre politiche e dalle operazioni militari delle potenze straniere.
Lo Stato pontificio, che aveva tenuto in mano le redini della penisola con le alleanze costruite secondo la sua convenienza, era riuscito a fermare la potenza francese ma si trovava ora di fronte a una sostanziale egemonia spagnola sull’Italia.
LA RICERCA DELLA PACE E LA DISCESA DI FRANCESCO I
Nel 1513, dopo la morte di Giulio II, divenne papa Giovanni de’ Medici, figlio del Magnifico, che assunse il nome di Leone X. Il nuovo papa si impegnò a cercare i modi per bilanciare le ambizioni di Francia e Spagna sull’Italia.
Alla morte di Luigi XII (1515) salì al trono di Francia Francesco I. Come i suoi predecessori il monarca francese cercò di riacquisire il potere perduto in Italia. Nell’estate del 1515, a capo di un esercito di oltre 50 000 soldati, Francesco I scese in Italia alleato con i Veneziani. Con tali straordinarie forze, il re diede battaglia a Marignano contro gli eserciti riuniti di Spagna, Impero e Ducato di Milano, che vennero sconfitti nella cosiddetta “battaglia dei giganti”.
IL TRATTATO DI NOYON
Il trattato di pace firmato a Noyon nel 1516 ebbe come obiettivo una pace “perpetua” attraverso una serie di sistemazioni con le quali veniva sostanzialmente consacrata l’egemonia della Francia in Europa.
Con il trattato si stabilì che:
- il Ducato di Milano restava alla Francia, che ampliava la sua influenza anche su Genova, Firenze e la Savoia;
- il Regno di Napoli, con Sicilia e Sardegna, restava alla Spagna;
- la Repubblica di Venezia rientrava in possesso di molti dei territori persi in seguito alla sconfitta contro la lega di Cambrai.
Allo stesso tempo Francesco I firmò col papa un concordato che rafforzava il controllo della corona sulla Chiesa francese, ottenendo il diritto di nominare i vescovi e assegnare i benefici ecclesiastici. In cambio Leone X si assicurava il sostegno francese per la sua famiglia (i Medici) a Firenze.
Sembrò dunque che la situazione italiana si fosse avviata verso la pacificazione.
ESERCIZI
1. Completa il testo.
Nonostante i quarant’anni di pace garantiti dalla ..............................................., gli Stati italiani sono in una condizione di ............................................... che li lascia esposti alle mire espansionistiche soprattutto delle monarchie ............................................... e ................................................ Le guerre per il dominio sull’Italia cominciano con la spedizione di ..............................................., chiamato a intervenire dal ................................................ Da questo momento in poi le vicende politiche ............................................... saranno decise dall’intervento delle potenze ................................................ La fase delle guerre d’Italia si conclude nel 1515 con la vittoria del re ............................................... Francesco I, alleato con ..............................................., sugli eserciti di Spagna, ............................................... e Ducato di Milano. Con il ............................................... dell’anno successivo, la Francia ottiene il v e stabilisce la sua influenza su ..............................................., Savoia e ................................................
2. Fai la scelta giusta.
a. Nel 1499 Luigi XII/Carlo VIII conquista il Ducato di Milano/Regno di Napoli, ma non riesce a conquistare il Ducato di Milano/Regno di Napoli, fermato dagli spagnoli/dai francesi. Il re nel 1512 venne sconfitto dalla Lega di Cambrai/Lega santa e il Ducato di Milano tornò agli Sforza/spagnoli.
b. Con il Trattato di Noyon: la Spagna mantiene/perde il controllo sul Regno di Napoli, la Sardegna e la Sicilia, mentre Venezia/Firenze recupera i territori persi in seguito alla sconfitta contro la Lega di Cambrai.
3. Colloca sulla linea del tempo i seguenti avvenimenti.
a. Pace di Noyon sancisce l’egemonia francese in Europa
b. Spedizione di Carlo VIII
c. Spedizione di Luigi XII
d. Spedizione di Francesco I
e. Lega di Cambrai contro Venezia
f. Lega santa contro la Francia
g. Ritorno degli Sforza a Milano e dei Medici a Firenze