SEZIONE C – NUOVI MONDI, NUOVE VISIONI DEL MONDO

CAPITOLO 16 – La Riforma protestante

1. ALLE ORIGINI DELLA RIFORMA

LA RICERCA DI UNA NUOVA SPIRITUALITÀ: il ritorno ai principi evangelici

Durante il Trecento e il Quattrocento la Chiesa di Roma aveva acquisito potere politico e temporale, ma si era allontanata dai valori morali e religiosi che predicava. Per questo motivo nacquero movimenti che invocavano una riforma della Chiesa che la riportasse alla purezza e alla povertà delle origini. In molti casi questi movimenti chiedevano la traduzione della Bibbia in volgare, in modo che potesse essere compresa da tutti e che consentisse ai fedeli una lettura diretta dei testi sacri.

LA DOTTRINA E LA VENDITA DELLE INDULGENZE

Secondo la Chiesa, il papa poteva concedere ai fedeli il perdono per i loro peccati attraverso le lettere d’indulgenza. Queste lettere erano oggetto di compravendita: la Chiesa le vendeva, attraverso i propri incaricati, e i fedeli le acquistavano.

Quando nel 1517 Leone X concesse l’indulgenza plenaria a tutti coloro che si pentivano e pagavano un  obolo a San Pietro, in Sassonia un giovane monaco, Martin Lutero, si fece interprete della lotta contro lo scandalo delle indulgenze.

2. MARTIN LUTERO

LA FORMAZIONE

Martin Lutero era nato in Sassonia nel 1483 ed era diventato monaco nell’ordine degli agostiniani. Ordinato sacerdote nel 1507, studiò teologia a Wittenberg, dove si laureò e cominciò l’insegnamento delle Sacre Scritture.

LA DOTTRINA DELLA GIUSTIFICAZIONE

Per Lutero la sola possibilità di salvezza per il credente consisteva nella fede in Dio (principio della “sola fede”), l’unico a poter perdonare i peccati in nome del sacrificio di Cristo. La fede stessa era da ritenere non un merito dell’individuo, ma una grazia donata da Dio (principio della “sola grazia”). Dunque, il credente non poteva fare altro che abbandonarsi alla misericordia di Dio. Fu questo il fondamento dottrinale della “giustificazione per fede” (giustificazione nel senso di rendere giusto).

Da queste premesse Lutero arrivava a una conseguenza rivoluzionaria: la Chiesa non aveva nessun potere di intermediazione tra l’uomo e Dio, né poteva distribuire in nome di Dio il perdono e la grazia.

LE 95 TESI DI LUTERO

Il pensiero di Lutero era un vero e proprio attacco alla dottrina e alla funzione della Chiesa, oltre che al ruolo del papato. Negava infatti il ruolo dei sacerdoti, le intercessioni dei santi e della Madonna, oltre a condannare la pratica delle indulgenze. Il 31 ottobre 1517 Lutero rese pubbliche le sue idee in 95 tesi con le quali metteva in discussione e condannava la vendita di indulgenze. Secondo la tradizione Lutero affisse le tesi alla porta della chiesa del castello di Wittenberg, dando l’avvio con quel gesto alla Riforma protestante.

Nella prima delle 95 tesi Lutero mette subito in chiaro il punto di vista dell’autore, affermando che tutta la vita dei fedeli deve essere segnata dalla penitenza. Poi passa all’attacco del papa, che non può “rimettere alcuna pena” (tesi 5) e meno che mai farlo per procurarsi denaro (tesi 50). Solo Dio è in grado di cancellare le colpe (tesi 76) e chiunque si ritenga “sicuro della propria salvezza sulla base delle lettere d’indulgenza” deve essere condannato in eterno (tesi 32).

3. LA DOTTRINA LUTERANA

LE REAZIONI DI ROMA

La Chiesa in un primo momento sottovalutò la portata delle affermazioni di Lutero, ma nel 1520 minacciò la scomunica. Con la  bolla Exsurge Domine il papa condannava al rogo gli scritti di Lutero e gli chiedeva di ritrattare le sue affermazioni.

I CARDINI DELLA DOTTRINA LUTERANA

Lutero non ritrattò ma sviluppò il suo pensiero muovendo altre accuse alla Chiesa di Roma attraverso la pubblicazione di quattro opere, che grazie alla stampa ebbero una straordinaria diffusione. Lutero sostenne che il pontefice non poteva ritenersi superiore alle Sacre Scritture (la Bibbia) essendo la “sola Scrittura”, cioè la parola di Dio, l’unica vera guida per il credente e unica fonte di verità. Inoltre affermò che tutti i fedeli erano sacerdoti in quanto battezzati e dunque non c’era alcuna distinzione fra laici e clero; si realizzava così il sacerdozio universale. Di conseguenza cadeva ogni mediazione del clero anche nella lettura e nell’interpretazione della Bibbia: ogni cristiano poteva entrare in contatto diretto con la parola di Dio senza le interpretazioni dei teologi e del clero. Lutero stesso si impegnò a tradurre in tedesco la Bibbia affinché tutti potessero capirla.

Lutero rivoluzionò anche la dottrina dei sacramenti. Due soli sacramenti erano da ritenere legittimi, perché istituiti da Gesù stesso: il battesimo e l’eucarestia. Gli altri sacramenti previsti dalla Chiesa, non essendo fondati sulle Scritture, non erano più riconosciuti come tali. Tutto ciò ebbe ricadute politiche e religiose molto pesanti:

  • le funzioni del clero non avevano più motivo di esistere;
  • veniva posto sotto accusa il potere temporale del papa, al quale Lutero non riconosceva alcun diritto di interferire nelle questioni politiche.

LA SCOMUNICA CONTRO LUTERO

Le 95 tesi ebbero una diffusione velocissima grazie alla traduzione dal latino in tedesco e alla stampa, che le fece conoscere anche negli ambienti popolari.

Forte di un’opinione pubblica favorevole, il 10 dicembre del 1520 nella piazza di Wittenberg, Lutero ratificò la sua rottura con Roma bruciando la bolla papale.

La scomunica giunse a gennaio del 1521. Ma il monaco di Wittenberg aveva la protezione del principe di Sassonia Federico il Saggio che, pur non avendo abbracciato la dottrina luterana, voleva ribadire – sia nei confronti del papa sia dell’imperatore – che solo lui aveva potere su un suo suddito.

LA DIETA DI WORMS

Carlo V, nonostante il movimento luterano indebolisse la sua autorità nei territori dell’Impero, non voleva compromettere le sue relazioni con i principi tedeschi e assunse un atteggiamento prudente. Convocò Lutero alla  dieta di Worms per essere ascoltato e giudicato da un tribunale imperiale. Lutero, munito di un salvacondotto che lo tutelava dall’arresto, si presentò e riaffermò le proprie dottrine, senza ritrattarle come gli veniva chiesto dalle autorità romane e dall’imperatore. Di fronte a questo rifiuto, Carlo V, con l’editto di Worms (1521), mise Lutero al bando dall’Impero e autorizzò chiunque lo trovasse a fare giustizia. Ma Federico il Saggio, per proteggere il suo suddito, lo fece rapire e lo portò al sicuro nella fortezza della Wartburg. Lì, sotto la protezione del principe, Lutero tradusse in tedesco il Nuovo Testamento.

4. LA RIFORMA TRA SPACCATURE E CONFLITTI

IL MALCONTENTO VERSO LA CHIESA DI ROMA

La ribellione religiosa di Martin Lutero faceva leva sui forti sentimenti nazionalistici e sul malcontento che da tempo si stava diffondendo in Germania contro la Chiesa di Roma:

  • alcuni ambienti di credenti e intellettuali, religiosi e laici, reclamavano una Chiesa libera dalla mondanità e dal potere politico;
  • i grandi signori feudali, preoccupati per il denaro che dalle loro terre prendeva la via di Roma, volevano accaparrarsi le terre di proprietà della Chiesa;
  • il mondo contadino subiva lo sfruttamento congiunto dei signori feudali, grandi e piccoli, e della Chiesa attraverso l’imposizione di vari tributi;
  • la bassa nobiltà, sempre più emarginata dalla realtà politica dell’Impero e ridotta quasi in povertà, trovava nell’attacco alla Chiesa l’occasione di una rivalsa economica.

Si era quindi creata una sorta di alleanza contro lo stesso nemico, che accomunava insieme forze sociali differenti e in conflitto tra loro, ma legate da un comune senso di appartenenza alla nazione germanica. Questa situazione era motivo di forti instabilità e lasciava presagire esiti esplosivi.

La Riforma, per la sua carica egualitaria e la sua spinta eversiva contro i poteri costituiti, divenne il canale e la giustificazione per movimenti di rivolta e opposizione.

LA RIVOLTA DEI CAVALIERI

Entusiasti delle idee del movimento protestante, i primi a ribellarsi furono i cavalieri della piccola nobiltà, che volevano realizzare un rinnovamento in nome di un nascente sentimento nazionale, incentrato soprattutto sull’odio contro la Chiesa romana. Quando però i cavalieri decisero di attaccare il potente arcivescovo di Treviri, grande elettore imperiale, i principi dell’alta nobiltà si coalizzarono e costrinsero i cavalieri nei loro castelli, obbligandoli alla resa (1523).

MÜNTZER E LA RIBELLIONE DEI CONTADINI

Nel 1524 scoppiarono le ribellioni dei contadini che scossero la Germania da nord a sud. Le idee luterane ispirarono effettivamente alcune parole d’ordine dei contadini, anche se non possono esserne ritenute la causa diretta.

La guida di questo enorme movimento fu assunta da un predicatore, Thomas Müntzer, che propugnava cambiamenti radicali e l’instaurazione di un regno di uguaglianza e di collettivizzazione della proprietà.

I contadini elaborarono un programma comune chiedendo la riduzione delle tasse e delle corvées dovute ai signori, l’abolizione della servitù della gleba, la restituzione delle terre comuni espropriate, il diritto di eleggere il pastore della propria comunità. Sotto la guida di Müntzer la rivolta prese una piega radicale.

LA REAZIONE DEI SIGNORI

Di fronte a un tale pericolo, principi e signori (protestanti e cattolici) si unirono per reprimere la rivolta. I ribelli furono sconfitti a Frankenhausen nel maggio del 1525 e decine di migliaia di contadini vennero uccisi al pari dello stesso Müntzer.

Per il timore di essere indicato come il responsabile delle rivolte, Lutero intervenne in modo deciso incitando i principi a sterminare i contadini ribelli. Lutero scelse dunque di stare dalla parte dei nobili che di fatto costituivano gli alleati più sicuri in difesa della sua dottrina.

L’ANABATTISMO
Pochi anni dopo la ribellione dei contadini, la Germania fu teatro di nuove sollevazioni questa volta a opera del movimento radicale degli anabattisti.

Nel 1534 nella città di Münster, in Vestfalia, sotto la guida di Giovanni da Leida, gli anabattisti imposero il loro credo agli abitanti: chi non accettava il nuovo battesimo venne cacciato, cattolico o protestante. Per circa un anno fu instaurato un regime popolare, negando la validità di ogni autorità terrena; vennero aboliti il denaro e la proprietà privata e fu adottata la poligamia. Ma luterani e cattolici, uniti, nel 1535 assediarono e ripresero la città, tra orrendi massacri.

5. LA RIFORMA E LA DEFINITIVA DIVISIONE DELLA CRISTIANITÀ

UNA NUOVA STRUTTURA RELIGIOSA E L’ALLEANZA FRA LUTERANESIMO E POTERE POLITICO

Lutero capì presto che, dopo aver smantellato le strutture della Chiesa cattolica, occorreva creare nuovi organismi che dessero origine a delle istituzioni salde e che evitassero forme di protesta incontrollate.

Sul piano religioso i luterani presero delle decisioni importanti:

  • venne abolita la figura del sacerdote come ministro del culto, sostituita dal pastore, non più obbligato al celibato e non più consacrato;
  • la parrocchia restò la struttura di base nel territorio;
  • i beni ecclesiastici confiscati passarono nelle mani degli organismi statali, a cui spettò anche stabilire le norme in ambito ecclesiastico.

Sul piano politico furono i principi a diventare i capi politici della Riforma, compiendo definitivamente l’alleanza fra il potere politico e la nuova fede.

Con la definitiva scissione dalla Chiesa cattolica era ormai nata la Chiesa protestante, sottoposta di fatto al potere laico a cui lo stesso Lutero aveva delegato la funzione di controllo e vigilanza sulla vita delle Chiese luterane.

CARLO V E LA RIFORMA

Le dinamiche messe in moto dalla Riforma toccarono direttamente il potere imperiale. L’imperatore Carlo V era impegnato in quegli anni nella lotta contro il re di Francia e nello scontro con il sultano turco. Il dilagare della Riforma aggiunse ulteriori motivi di preoccupazione per lui: il tentativo di dare stabilità politica all’Impero sarebbe stato impossibile senza una pacificazione.

Carlo V provò prima a far incontrare luterani e cattolici nella dieta di Spira del 1526, dove vennero abolite le disposizioni dell’editto di Worms. Ma una seconda dieta, nel 1529, stabilì il ritorno al cattolicesimo in tutti i territori imperiali.

A seguito di questa decisione i principi e le città luterane sollevarono una formale protesta presso l’imperatore e da allora cominciarono a essere chiamati “protestanti”.

Una successiva dieta si riunì ad Augusta nel 1530, con la partecipazione dello stesso Carlo V, che ordinò ai protestanti di abbandonare la propria dottrina.

LA LEGA DI SMALCALDA

I principi e le città protestanti si allearono nella Lega di Smalcalda (1531), che avrebbe dovuto difendere militarmente i suoi partecipanti da qualsiasi attacco. Nel 1547 Carlo V, approfittando della pace sia sul fronte francese che su quello turco, mosse guerra alla Lega. Il successo ottenuto dalle truppe imperiali sui principi luterani nella battaglia di Mühlberg del 1547 sembrò un colpo decisivo per le sorti del protestantesimo, ma proprio questa vittoria mise in allarme i principi tedeschi di fronte all’eccessivo potere imperiale. Alcuni di loro quindi passarono al campo protestante associandosi alla Lega di Smalcalda, a cui poi diede il suo appoggio anche il cattolico re di Francia Enrico II (1552) per mettere in difficoltà Carlo V.

LA PACE DI AUGUSTA

Infine nel 1555 si raggiunse un’importante intesa: con la pace di Augusta i protestanti ottennero il riconoscimento giuridico di poter professare liberamente la loro fede. Ma mentre i principi potevano liberamente decidere se aderire alla nuova fede o restare cattolici, i sudditi avrebbero dovuto seguire la scelta di fede del loro principe, secondo la formula cuius regio eius religio (“di chi è la regione, di lui sia la religione”). Sul piano politico questo provvedimento significò la definitiva affermazione del particolarismo tedesco e la sconfitta del modello universalistico imperiale.

6. LA RIFORMA IN EUROPA: CALVINISTI E ANGLICANI

La Riforma conquistò spazi sempre più ampi in Europa. Nei paesi nordeuropei (come la Svezia, la Danimarca e la Norvegia) l’affermazione del luteranesimo avvenne grazie al potere politico che l’imponeva ai suoi sudditi, peraltro appropriandosi dei beni della Chiesa cattolica. Anche l’Inghilterra entrò a far parte dell’area protestante per iniziativa del potere politico anche se, come vedremo, con forme sue proprie.

Zwingli e Calvino in Svizzera

Diversa fu l’esperienza in Svizzera. Qui lo schema luterano (che aveva posto la Chiesa protestante sotto il controllo politico) venne ribaltato: Zwingli e Calvino realizzarono a Zurigo e a Ginevra due repubbliche cittadine in cui era la Chiesa protestante ad avere la guida e il controllo delle istituzioni pubbliche.

Calvino: la dottrina della predestinazione e l’etica calvinista del lavoro

Calvino (1509-64) aderì alla nuova fede, ma la sua dottrina andò oltre i principi luterani fondandosi sull’idea della predestinazione, ossia sulla convinzione che Dio avesse predestinato alcuni eletti alla salvezza, dannando tutti gli altri. Questa concezione rischiava di provocare un atteggiamento passivo da parte dei credenti, ma Calvino affidò all’uomo la possibilità, attraverso il proprio lavoro e il proprio impegno, di dimostrare la sua appartenenza agli eletti.

Il compimento del proprio dovere, il lavoro, l’operosità erano un modo per rendere onore a Dio e conseguire buoni risultati era l’unico modo per avere la conferma di essere tra gli eletti. Il successo di una persona dunque diveniva un segno della grazia divina.

A Ginevra Calvino realizzò il suo modello di comunità perfetta, in cui alla dimensione religiosa spettava il primato, configurando una vera e propria  teocrazia.

La Chiesa anglicana: UNA RIFORMA POLITICA E NON RELIGIOSA

In Inghilterra la rottura con la Chiesa cattolica non fu collegata alla Riforma luterana, ma avvenne per motivi politici.

Il rifiuto da parte della Chiesa di annullare il matrimonio tra il re inglese Enrico VIII e Caterina d’Aragona (zia di Carlo V) spinse il re a sposare ugualmente Anna Bolena con il consenso dei più importanti cardinali inglesi. Il papa reagì con la scomunica (1533) e nel 1534 Enrico VIII con l’Atto di Supremazia, votato dal parlamento, si fece proclamare capo supremo della Chiesa d’Inghilterra. Nasceva così la Chiesa anglicana, che sul piano dottrinale era sostanzialmente in linea con la dottrina cattolica, anche se venne introdotto l’inglese nei riti e venne consentita la traduzione in inglese della Bibbia.

ESERCIZI

1. Completa lo schema sulla dottrina luterana.


2. Collega e poi colloca sulla linea del tempo.


Editto di Worms
Lega di Smalcalda
Atto di supremazia
Pace di Augusta
Riunisce i principi e le città protestanti.
Proclama il re Enrico VIII capo della Chiesa d’Inghilterra.
Mette al bando Lutero.
Stabilisce il principio del cuius regio eius religio, cioè che i sudditi debbano abbracciare la fede del loro principe.