SEZIONE B – TOTALITARISMI E CRISI DELLE DEMOCRAZIE

CAPITOLO 10 – LA CRISI DELLA DEMOCRAZIA E L’AFFERMAZIONE DEL NAZISMO

1. La resistenza della democrazia nel Regno Unito e in Francia e i regimi autoritari in Europa

Negli anni Trenta in Europa, Gran Bretagna e Francia erano le più significative realtà democratiche, mentre molto numerosi erano gli Stati guidati da governi autoritari e fascisti: dall’Austria all’Ungheria, dai paesi dell’area balcanica alla Penisola iberica. Questa diffusione era stata favorita dalla paura del socialismo, dalla difficoltà ad affrontare i sempre più duri conflitti sociali, dall’avanzata del nazionalismo e dalla debolezza istituzionale dei nuovi Stati nati nel dopoguerra dopo la caduta degli Imperi.

2. Adolf Hitler e l’ideologia del Partito Nazionalsocialista

Instabilità politica della Germania e l’ascesa di Hitler

Fu in questo clima che la Germania vide l’ascesa del nazismo e l’affermazione di Adolf Hitler, guida del piccolo Partito nazionalsocialista tedesco dei lavoratori (Nsdap). Hitler elaborò un programma in cui motivi anticapitalisti e socialisti si intrecciavano con temi nazionalisti, contenuti antisemiti ed espressa volontà di cancellare i trattati di pace.

L’antisemitismo di Hitler

Dopo un tentativo, fallito, di colpo di Stato nel 1923, Hitler venne incarcerato per un anno, durante il quale iniziò a scrivere un testo autobiografico intitolato Mein Kampf (La mia battaglia), pubblicato nel 1925. Il tema centrale del libro era l’attribuzione della sconfitta tedesca nella Prima guerra mondiale a una congiura internazionale guidata dalle forze socialiste sotto il controllo e la direzione degli ebrei.

Nel Mein Kampf era espressa anche un’altra idea specifica del movimento nazista: la teoria della “razza ariana” – a cui apparteneva il popolo tedesco – superiore a tutte le altre e quindi nel diritto di dominarle.

In una Germania devastata dalle macerie materiali e morali del dopoguerra, Hitler diede così la risposta al bisogno di trovare un ▶ capro espiatorio cui attribuire tutte le colpe. Con una propaganda martellante e con parole d’ordine come nazione, razza, “spazio vitale”, comunità di popolo, autorità, Hitler rivolse l’attacco alla democrazia parlamentare e al sistema liberale e giustificò la formazione di un grande impero – il Terzo Reich – e l’espansione della Germania verso est.

Il nazismo cominciò così a essere punto di riferimento per soggetti di varia natura: ceti medi (impiegati, artigiani, piccoli commercianti), uomini dell’industria e della finanza, giovani attratti dall’estremismo e dalla violenza.

3. Hitler e la conquista del potere

I bracci armati del Partito nazionalsocialista

Hitler creò un’organizzazione di partito, con tesserati e sedi, dotandosi di due strumenti fondamentali: le Sa (reparti d’assalto) e le Ss (squadre di protezione), reparto a lui fedelissimo; entrambe usate per disseminare violenza e terrore, sul modello già realizzato qualche anno prima da Mussolini in Italia.

Hitler cancelliere

I governi che si erano susseguiti in Germania dopo la crisi del 1929 si erano rivelati incapaci di prendere provvedimenti adeguati all’emergenza e ciò contribuì all’ascesa di Hitler. Nel 1932 il Partito nazionalsocialista, con il 33% dei voti, divenne il primo partito e il 30 gennaio 1933 Hitler venne nominato cancelliere: pur adottando metodi di lotta illegali, aveva conquistato il potere per vie legali.

4. Verso la dittatura

I provvedimenti dei primi mesi e i pieni poteri

In pochissimi mesi il nazismo occupò ogni spazio di potere attraverso l’adozione di misure repressive contro gli oppositori del regime. Vennero presi provvedimenti contro la libera associazione e la libertà di stampa, i partiti furono messi al bando e si costituì la Gestapo, la Polizia segreta di Stato, macchina perfetta per eseguire la volontà del Partito. Inoltre attribuendosi i pieni poteri da quel momento poté emanare leggi senza l’approvazione del parlamento e senza dover rispettare la Costituzione.

Già nel 1933 era iniziata una violenta campagna antisemita, con il boicottaggio dei negozi gestiti da ebrei e con i roghi nelle piazze dei libri ritenuti contrari allo spirito tedesco. Venne inoltre aperto a Dachau il primo campo di concentramento nel quale furono internati gli oppositori politici.

Nel 1934, alla morte del Presidente Hindenburg, Hitler assunse anche la carica di Presidente della Repubblica. Erano poste in questo modo le basi dello stato totalitario che aveva al suo vertice, quale capo supremo della Germania, il Führer (guida, capo) come Hitler iniziò a farsi chiamare. Era nascita del Terzo Reich che segnò di fatto la cancellazione della Repubblica.

5. Il totalitarismo del Terzo Reich

I caratteri della società totalitaria

L’assoluto dominio del capo sul suo popolo, che riassumeva l’essenza di una società totalitaria, era accompagnato da altri pilastri, posti a fondamento del nazionalsocialismo:

  • un apparato repressivo per controllare persone e strutture;
  • un sistema propagandistico in grado di disciplinare e uniformare tutte le dimensioni della vita pubblica e privata;
  • una pratica ▶ eugenetica per la preservazione della razza ariana;
  • una politica antisemita volta a incanalare l’odio verso gli ebrei.

Dopo il ridimensionamento delle Sa, il potere delle Ss crebbe notevolmente. Alla loro direzione fu chiamato Heinrich Himmler, che nel 1934 assunse anche la guida della Gestapo, concentrando nelle proprie mani un notevole potere militare e repressivo.

La propaganda

Accanto all’azione di repressione il nazismo seppe costruire anche l’organizzazione del consenso attraverso il ministero della Propaganda, di cui fu capo Joseph Goebbels. Egli fu il vero artefice della nazificazione della società tedesca anche grazie all’utilizzo di radio, cinema e giornali. Resa impossibile ogni espressione intellettuale e artistica autonoma, si assistette a un impressionante esodo di artisti e intellettuali, costretti a lasciare la Germania.

L’educazione giovanile e le organizzazioni naziste

Il nazismo realizzò, inoltre, esercitò un massiccio controllo su istruzione e scuola, che si manifestò sia nella selezione di maestri e professori, sia nell’imposizione dei libri di testo. Oltre allo studio, anche il tempo libero dei giovani fu controllato dal regime, attraverso la nascita della Gioventù hitleriana, mentre le organizzazioni femminili si occupavano di predisporre le ragazze alla procreazione e alla maternità, in funzione della rigenerazione della “razza ariana”. Lo Stato, infatti, si era attribuito il compito storico di realizzare il destino della nazione tedesca: il dominio della “razza ariana” su tutte le altre.

Il rapporto con le Chiese

Anche verso le Chiese Hitler pretese un controllo totale, sia pure attraverso l’adozione di concordati.

Ad eccezione della Chiesa confessante, movimento religioso di dissenso, la posizione delle Chiese protestanti fu debole e i pastori giunsero persino ad accettare il giuramento di fedeltà al Führer. Nella Chiesa cattolica non si manifestarono posizioni orientate alla scomunica del regime nazista (come, invece, avverrà successivamente per il comunismo). Solo nel 1937, in un’enciclica, papa Pio XI condannò il nazismo in quanto dottrina paganeggiante che esaltava la razza, divinizzava lo Stato e ribaltava l’ordine naturale voluto da Dio.

6. L’antisemitismo e l’eugenetica

Il principio razziale e le leggi antisemite

Hitler era ossessionato dall’idea della purezza della “razza ariana” e temeva che gli ebrei potessero contaminarla e provocarne il decadimento. La soluzione consisteva nel combattere gli ebrei e tutte le loro dottrine (secondo il nazismo erano di stampo ebraico l’individualismo, il capitalismo, il bolscevismo e il cosmopolitismo) sia scatenando violenti attacchi contro persone e comunità ebraiche sia adottando soluzioni più istituzionali. 

Nel 1935 il Parlamento tedesco emanò le leggi di Norimberga, che tolsero la cittadinanza agli ebrei, escludendoli quindi dal voto e dagli impieghi pubblici, e vietarono matrimoni e rapporti sessuali tra ebrei e tedeschi.

La posizione sociale degli ebrei tedeschi

I tedeschi di origine ebraica erano circa 500 mila e molti occupavano posizioni di rilievo in ambito economico e finanziario.

Hitler fece spesso riferimento a questo rilevante ruolo economico e culturale per ribadire che era il complotto giudaico ad aver provocato le crisi che avevano messo in ginocchio la Germania.

la “Notte dei cristalli”

Tra il 9 e il 10 novembre 1938 si scatenò la furia omicida e violenta dell’apparato nazista; nella cosiddetta “notte dei cristalli” in tutta la Germania vennero distrutte le vetrine di circa 8000 negozi di ebrei, case, abitazioni e centinaia di sinagoghe.

In un crescendo abnorme di proibizioni e impedimenti si vietò agli ebrei ogni attività commerciale escludendoli, inoltre, dalle scuole. L’obiettivo nazista consisteva nel rendere la Germania libera dagli ebrei (judenfrei).

L’eugenetica

Per mantenere la “purezza della razza ariana” il regime fece ricorso anche all’eugenetica su cittadini tedeschi.

Da un lato si attuò la “pulizia sociale” per recludere coloro che erano considerati asociali: vagabondi, alcolizzati, prostitute, omosessuali, zingari. Dall’altro, per favorire l’avanzamento biologico della “razza germanica”, si avviò l’eliminazione degli esseri ritenuti “sotto-umani”. Rientravano in questa categoria, secondo i nazisti, chi era affetto da malattie ereditarie, i malati di mente e i disabili. A partire dal 1939 il progetto di ▶ eutanasia ebbe ulteriori sviluppi: fu creato un registro dei neonati e dei bambini affetti da disabilità che vennero affidati a cliniche pediatriche che li facevano morire di stenti o con iniezioni letali o in camere a gas. Le vittime furono più di 70 mila. Era il preannuncio di quanto sarebbe accaduto con il genocidio ebraico.

7. L’economia e la politica estera

La ripresa economica e la politica di riarmo

Dal 1933 l’economia della Germania cominciò un’inversione di tendenza. Incentivando i lavori pubblici e investendo nell’industria, soprattutto nella produzione di armamenti, il paese raggiunse la piena occupazione. Per il nazismo si trattò di un successo straordinario, che fece crescere ai massimi livelli il consenso intorno al regime.

Nell’ottobre 1936 Italia e Germania costituirono l’asse Roma-Berlino, in grado di contrapporsi al blocco franco-inglese. Nel novembre dello stesso anno, Hitler firmò con il Giappone il patto antiComintern, rinsaldato nel 1937 con l’ingresso dell’Italia.

Da quel momento si fecero sempre più evidenti le incertezze delle altre potenze, in particolare della Gran Bretagna, che adottarono la politica dell’▶ appeasement nei confronti della Germania.

Hitler si sentì così incoraggiato a perseguire la revisione dei trattati di Versailles, in primo luogo violando il disarmo tedesco, e puntando alla riunificazione di tutte le genti di lingua tedesca attraverso campagne di conquista territoriale a Est.

ESERCIZI

1. Trova la parola.


• eugenetica • eutanasia • Gestapo • capro espiatorio 


.......................................................... Uccisione indipendente da condanne a morte o situazioni di guerra.
.......................................................... Persona o gruppo a cui attribuire tutte le colpe.
.......................................................... Selezione di caratteri ereditari favorevoli per migliorare la specie umana.
.......................................................... Polizia segreta di Stato.

2. Colloca sulla linea del tempo i seguenti avvenimenti.


a. Notte dei cristalli.

b. Vengono varate le Leggi di Norimberga.

c. Asse Roma-Berlino.

d. Pubblicazione del Mein Kampf.

e. Hitler assume la carica di Presidente della Repubblica.

f. Hitler è nominato cancelliere.


3. Fai la scelta giusta.


a. Il Nel 1933, Hitler conquista il potere con la nomina a cancelliere in modo legale/illegale anche se con metodi legali/illegali.

b. Gli obiettivi di Hitler erano:

  • l’espansione verso est per conquistare “spazio vitale” alla nazione tedesca.
  • rispettare i Trattati di Versailles.
  • rendere la Germania judenfrei.
  • riprendere una politica di armamento.
  • realizzare politiche sociali per i disabili.
  • rispettare l’ambito religioso, garantendo autonomia alle Chiese.