SEZIONE B – TOTALITARISMI E CRISI DELLE DEMOCRAZIE

CAPITOLO 11 – LO SCOPPIO DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE E LA SHOAH

1. L’anteprima: la guerra civile spagnola

La guerra civile

La Guerra civile spagnola, che dal 1936 al 1939 contrappose il legittimo governo repubblicano alle truppe nazionaliste del generale Francisco Franco, fu un banco di prova di quanto sarebbe accaduto con lo scoppio della Seconda guerra mondiale.

Mussolini e Hitler inviarono aiuti militari a sostegno dei nazionalisti, mentre i repubblicani poterono contare sull’Unione Sovietica e sulle Brigate internazionali di volontari, soprattutto comunisti, provenienti da tutta Europa. Lottarono contro il fascismo spagnolo anche alcuni intellettuali, tra cui lo scrittore americano Ernest Hemingway e l’inglese George Orwell.

La vittoria di Franco

La forza del fronte franchista si manifestò nella città basca di Guernica, dove l’aviazione tedesca sperimentò un massiccio bombardamento che distrusse completamente la città il 26 aprile 1937, come ricorda il celebre dipinto di Pablo Picasso dedicato all’evento. Con la conquista di Barcellona e di Madrid la Repubblica crollò e si instaurò il regime di Francisco Franco, una dittatura dai caratteri fascisti e militaristi che durò fino al 1975.

2. Un’escalation di tensioni

La politica espansionistica di Germania e Italia

Mentre in Spagna la guerra civile entrava nelle sue fasi decisive, il 13 marzo 1938 la Germania avviò l’Anschluss (annessione) dell’Austria e subito dopo Hitler invase i Sudeti, una regione della Cecoslovacchia prevalentemente abitata da una popolazione di lingua tedesca. Alla conferenza di Monaco, nel settembre 1938, Hitler ottenne il via libera all’occupazione da Italia, Francia e Regno Unito, convinti in questo modo garantire la pace in Europa.

Ma, nel marzo 1939, Hitler non esitò ad attaccare e sottomettere la Cecoslovacchia, anche in questo caso senza una reazione significativa da parte di Francia e Regno Unito.

Intanto Mussolini desideroso di mostrarsi all’altezza del suo alleato, occupava l’Albania nell’aprile 1939.

La vigilia della guerra

Nel maggio 1939 i ministri degli Esteri d’Italia e Germania, sottoscrissero il patto d’acciaio, un’alleanza militare che impegnava i due paesi a prestarsi appoggio in caso di guerra. Hitler, nel frattempo, avviò la sua nuova mossa sullo scacchiere orientale d’Europa per ottenere il “corridoio di Danzica”, lo spazio polacco che separava la Prussia orientale dal Reich e in cui viveva una consistente comunità di origine tedesca.

L’accordo tra Hitler e Stalin

Preoccupato che una guerra contro la Polonia avrebbe implicato il coinvolgimento anglo-francese, Hitler decise una mossa a sorpresa tentando un accordo, sia pure temporaneo, con l’Urss di Stalin. Il 23 agosto 1939 i ministri degli Esteri tedesco, von Ribbentrop, e russo, Molotov, firmarono un patto di non-aggressione. Fu inoltre stipulato un protocollo segreto, allegato al patto, che stabiliva le zone d’influenza sia sulla Polonia sia sull’intera area orientale d’Europa. Insomma, una vera spartizione.

3. Lo scoppio della guerra e la caduta della Francia

L’invasione della Polonia

All’alba del 1° settembre 1939 le truppe tedesche varcarono il confine con la Polonia e due giorni dopo la Francia e la Gran Bretagna dichiararono guerra alla Germania. L’invasione fece emergere la forza d’impatto della tecnica adottata dai nazisti: la Blitzkrieg, la guerra lampo, una serie di attacchi combinati tra l’esercito e l’aviazione che lasciava sconvolti gli avversari e colpiva indifferentemente obiettivi militari e popolazione civile.

Qualche giorno prima della capitolazione, il 18 settembre, anche l’Unione Sovietica decise di attaccare la Polonia realizzando in tal modo l’auspicata spartizione tra Stalin e Hitler.

Mentre gli altri Stati europei restavano a guardare gli eventi, l’Urss nel novembre 1939 attaccò la Finlandia. E, nell’aprile 1940, la Germania invadeva la Danimarca e la Norvegia.

L’attacco alla Francia

Nonostante la Francia avesse dichiarato guerra alla Germania, fino al maggio 1940 non vi furono scontri tra i due eserciti. Solo il 10 maggio 1940 le armate tedesche puntarono sul confine francese, protetto per circa 400 chilometri dalla cosiddetta linea Maginot, imponente, ma concepita secondo gli schemi e le strategie della Prima guerra mondiale. I tedeschi sfondarono passando per tre paesi neutrali – Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo – e il 22 giugno la Francia capitolò.

Il paese venne diviso in due parti: una a Nord, con capitale Parigi, sotto il diretto controllo militare tedesco; la seconda a Sud, affidata al ▶ governo collaborazionista del maresciallo Philippe Pétain con Vichy capitale. Gli oppositori si organizzarono intorno alla figura del generale Charles De Gaulle, che fuggì a Londra e incitò alla resistenza.

In Gran Bretagna, intanto, nel maggio del 1940 venne nominato primo ministro il conservatore Winston Churchill, che rifiutava qualunque collaborazione o pace separata con la Germania.

4. L’intervento dell’Italia e la “guerra parallela”

Nonostante l’inadeguatezza della struttura militare italiana, Mussolini stabilì l’entrata in guerra dell’Italia accanto alla Germania il 10 giugno 1940, confidando in imminenti trattative di pace. In effetti, dopo dodici giorni la Francia chiese l’armistizio alla Germania e ne firmò un altro con l’Italia (che ottenne una strettissima fascia di terra al confine).

Il ▶ velleitarismo del Duce lo spinse a una specie di “guerra parallela” il cui scopo era procurarsi una posizione egemonica nel Mediterraneo. In questo quadro avvennero gli attacchi alla Somalia britannica, all’Egitto e alla Grecia, che però non ebbero l’esito sperato. Fu infatti necessario l’intervento di Hitler.

L’offensiva nei Balcani e la perdita dell’Etiopia

Nell’aprile del 1941 Hitler attaccò la Iugoslavia e da qui la Grecia collegandosi con le truppe italiane e sottoponendo il paese alla dominazione italo-tedesca. L’Italia poté annettere la Slovenia e ottenere il protettorato del Montenegro. Nell’aprile del 1941 cadde invece l’Etiopia, conquistata da Mussolini nel 1936. Il negus Hailé Selassié, con l’aiuto delle truppe britanniche, tornò sul trono e dichiarò decaduto l’Impero italiano.

La battaglia d’Inghilterra e l’attacco all’Unione Sovietica

Con la vittoria della Germania sulla Francia, l’unico ostacolo rimasto al dominio tedesco sull’Europa era la Gran Bretagna, che, nonostante le incursioni sottomarine e i bombardamenti aerei tedeschi, nell’estate del 1940, riuscì a resistere costringendo Hitler ad arrestare la sua marcia di conquista.

A questo punto la Germania decise di rivolgere gli sforzi militari verso l’Unione Sovietica. Con il nome in codice “operazione Barbarossa” nel giugno 1941 iniziò l’invasione dell’Urss. Quasi 3 milioni di soldati tedeschi parteciparono all’offensiva, sostenuti da migliaia di carri armati e aerei.

Dopo pochi mesi i tedeschi avevano fatto prigionieri circa 3 milioni di soldati russi, ma non avevano conquistato i centri vitali dell’Urss, tra cui Leningrado che resistette a tre anni di assedio. All’inizio di ottobre le armate di Hitler sferrarono l’attacco contro la capitale, Mosca, ma la resistenza delle truppe sovietiche e soprattutto il sopraggiungere del rigido inverno bloccarono i tedeschi. 

A quel punto, l’Armata rossa lanciò il contrattacco a pochi chilometri dalla capitale. Stalin ordinò inoltre alla popolazione di usare la tecnica della terra bruciata, eliminando dai villaggi ogni risorsa che potesse essere utile alle truppe tedesche, dalle fonti di riscaldamento agli alimenti.

6. L’intervento degli Stati Uniti e il “nuovo ordine” nazista

La posizione degli Stati Uniti

Gli Stati Uniti avevano inizialmente tenuto fede alla loro politica isolazionista ma con il passare del tempo una parte dell’opinione pubblica e del mondo politico cominciò a spingere per schierarsi contro le dittature nazifasciste per sostenere le democrazie europee. Eletto per la terza volta, Roosevelt decise quantomeno di appoggiare economicamente la Gran Bretagna.

La guerra nel Pacifico

Il Giappone rappresentava la potenza egemonica dell’area asiatica orientale alleata di Germania e Italia. Il 7 dicembre 1941 l’aviazione nipponica, senza alcuna preventiva dichiarazione di guerra, attaccò la flotta americana ancorata a Pearl Harbor, nelle Isole Hawaii. Le migliori navi corazzate statunitensi affondarono o subirono gravi danni e l’esercito giapponese poté avere così via libera nell’area del Pacifico, conquistando Singapore, le Filippine, la Birmania e altri territori.

Questo evento spinse gli Stati Uniti a intervenire nel conflitto mondiale: l’8 dicembre gli Usa dichiararono guerra al Giappone e pochi giorni dopo Germania e Italia dichiararono guerra alla potenza americana.

Si delineava un sistema di alleanze con da una parte Germania, Italia e Giappone (potenze dell’Asse), dall’altro Gran Bretagna, Urss e Usa (Alleati).

Il progetto di un “nuovo ordine europeo”

Ai primi del 1942 il dominio nazifascista si estendeva su circa 300 milioni di europei e su un territorio che comprendeva quasi l’intera Europa. Sembrava dunque realizzata l’idea di Hitler di un “Grande Reich tedesco” al centro dell’Europa con una serie di Stati satelliti intorno.

Lo sfruttamento della manodopera

Il sistema di potere nazista si organizzò in modo da sfruttare al massimo la disponibilità produttiva ed estrattiva dei paesi occupati. Inoltre 7 milioni di lavoratori furono obbligati a trasferirsi nelle strutture di lavoro del Reich. La quota più consistente proveniva dai prigionieri di guerra, mentre l’altro “serbatoio” di forza-lavoro fu il sistema dei lager, dove erano deportati, oltre agli ebrei, anche detenuti di varie nazionalità. Le industrie tedesche fecero a gara nell’accaparrarsi questi operai per il loro bassissimo costo.

7. Lo sterminio degli ebrei: la Shoah

I ghetti in Polonia

Per il nazismo, perseguitare gli ebrei diventò un elemento costitutivo del potere totalitario instaurato da Hitler.

Nel 1939 in Polonia vivevano circa 3 milioni di israeliti, che nel settembre di quell’anno vennero deportati in specifici quartieri (ghetti) di varie città, come Varsavia e Cracovia, furono costretti a portare il simbolo della stella di David sui vestiti o su una fascia al braccio e costretti a lavorare per l’industria bellica tedesca.

Nei ghetti le condizioni di vita erano impossibili: la mancanza di acqua e di cibo, il sovraffollamento e il freddo provocarono epidemie e moltissimi morti.

Le Einsatzgruppen

Anche con l’invasione dell’Urss le truppe naziste realizzarono meticolosamente l’eliminazione della popolazione ebraica e della classe dirigente comunista. Speciali battaglioni di polizia, chiamati Einsatzgruppen (unità operative), in collaborazione con volontari ucraini, bielorussi e lituani, davano la caccia agli ebrei e li uccidevano. Una delle operazioni più tristemente note fu il cosiddetto massacro di Babi Jar, vicino a Kiev, dove nel corso di due intere giornate, il 29 e il 30 settembre 1941, vennero fucilati 33.771 ebrei. Il capo delle Ss Heinrich Himmler constatò che tale sistema di sterminio aveva sui suoi uomini un notevole peso psicologico e cercò una soluzione diversa.

La scelta della “soluzione finale”

Il 20 gennaio 1942, nel corso della conferenza di Wannsee importanti gerarchi nazisti decisero la “soluzione finale”, quella che avrebbe realizzato lo sterminio di massa degli ebrei. Il sistema più efficace si rivelò quello delle camere a gas, sale simili a docce dove i prigionieri erano condotti e uccisi tramite l’esalazione di un gas letale.

I lager avevano una precisa organizzazione, regolamentata da ordini e gerarchie e con ruoli operativi affidati alle stesse vittime. Oltre agli ebrei, anche altre minoranze e categorie furono sottoposte alla persecuzione e allo sterminio, in particolare rom e sinti (gli zingari), omosessuali, Testimoni di Geova, asociali e delinquenti comuni.

Tra il dicembre 1941 e l’estate del 1942 i campi di sterminio divennero operativi e si attrezzarono per accogliere gli ebrei polacchi. Nel febbraio 1943 insorse il ghetto di Varsavia, ma la repressione nazista fu feroce e fece ricorso anche all’incendio di tutti i palazzi per stanare gli ebrei casa per casa.

I campi di sterminio

Nei centri di sterminio, veri e propri luoghi della morte, venivano uccisi migliaia di ebrei ogni giorno. I nazisti ne realizzarono sei: Treblinka, Sobibor, Belzec, Maidanek, Chelmo e Auschwitz. Quest’ultimo, in particolare, raggiunse il più alto grado di funzionamento e disumanità. Qui, per rendere più efficace lo sterminio, i nazisti costruirono un binario nei pressi dei forni crematori. Con una rapida selezione fatta da un ufficiale medico si stabiliva chi fosse adatto ai lavori forzati e chi invece dovesse andare direttamente nelle camere a gas. Vecchi, malati e bambini venivano immediatamente indirizzati alle “docce”, uccisi dal gas Ziklon B. Per smaltire i loro corpi vennero costruiti forni crematori. Circa 6 milioni di ebrei europei vennero eliminati in questo modo.

Per chi non moriva subito, la vita nei lager era un inferno di crudeltà e ferocia. Il genocidio degli ebrei, definito oggi con il termine ebraico Shoah (distruzione, catastrofe), ha rappresentato un fenomeno che non ha riscontri nella storia umana.

8. La svolta nel conflitto: il biennio 1942-43

La battaglia di Stalingrado

Le truppe tedesche ripresero l’avanzata in Russia nell’estate 1942, dirette verso la zona del Caucaso ricca di petrolio, ma vennero travolte dall’Armata Rossa a Stalingrado (oggi Volgograd) in una storica battaglia che segnò l’inizio del tracollo militare della Germania. Tra l’autunno del 1942 e il febbraio del 1943 l’armata tedesca, priva di aiuti e rifornimenti, subì una disfatta clamorosa. Nella vicenda restò coinvolto anche un contingente italiano, l’Armir, l’Armata italiana in Russia. Mussolini infatti aveva risposto alla richiesta di sostegno avanzata da Hitler con 230 mila soldati male armati e male equipaggiati.

La battaglia di El Alamein

Negli stessi mesi del 1942 si svolse, nel deserto dell’Egitto, un’altra battaglia decisiva tra Alleati e Asse. A El Alamein si scontrarono truppe italo-tedesche, guidate dal generale Rommel, e le truppe britanniche, sotto il comando del generale Montgomery. Rommel fu costretto alla ritirata e poco dopo anche i soldati degli Stati Uniti sbarcarono in Africa. A maggio, ormai accerchiati, italiani e tedeschi capitolarono e il Mediterraneo passò sotto il controllo degli Alleati.

La Conferenza di Casablanca

Alla conferenza di Casablanca del gennaio 1943, Churchill e Roosevelt decisero di proseguire la guerra fino alla resa incondizionata della Germania e dei suoi alleati. Si decise inoltre di aprire un nuovo fronte attaccando l’Europa da sud con l’invasione dell’Italia, punto debole dell’Asse sotto il profilo militare e politico.

ESERCIZI

1. Trova la parola.


Anschluss operazione Barbarossa • soluzione finale • disfatta • ghetto • forno crematorio • genocidio • fare terra bruciata


.......................................................... Luogo dove venivano bruciati i cadaveri nei lager.
.......................................................... Quartiere-prigione dove erano rinchiusi gli ebrei.
.......................................................... Attacco tedesco all’Unione Sovietica.
.......................................................... Annessione dell’Austria.
.......................................................... Sconfitta militare disastrosa.
.......................................................... Distruggere tutte le risorse per non farle cadere in mano al nemico.
.......................................................... Sterminio di un popolo.
.......................................................... Messa a punto dello sterminio definitivo degli ebrei.

2. Colloca sulla linea del tempo i seguenti avvenimenti.


a. Attacco a Pearl Harbor.

b. Patto di non-aggressione.

c. Operazione Barbarossa

d. Caduta della Francia.

e. Invasione della Polonia.

f. Anschluss.

g. Invasione dei Sudeti.

h. Invasione della Cecoslovacchia.


3. Completa la tabella delle alleanze.


  Alleati Asse
Unione Sovietica    
Germania    
Stati Uniti    
Gran Bretagna    
Giappone    
Italia    
Francia    

4. Fai la scelta giusta.


a. Germania e Italia nella Guerra civile spagnola appoggiarono:  

  • i nazionalisti di Francisco Franco.
  • il Governo repubblicano.

b. Quale reazione ebbero Francia e Gran Bretagna dopo l’annessione dell’Austria e dei Sudeti da parte di Hitler?

  • Dichiararono guerra alla Germania.
  • Accettarono il fatto compiuto.

c. L’Italia entrò in guerra attaccando la Francia/la Grecia.

d. Gli Stati Uniti intervennero in guerra dopo:  

  • l’attacco tedesco alla Gran Bretagna.
  • l’attacco giapponese a Pearl Harbor.

e. La campagna di Russia si concluse:  

  • con la disfatta tedesca.
  • con la firma di un patto di non aggressione.

f. A Casablanca, nel 1943, si incontrarono Churchill e Roosevelt/Stalin e decisero di proseguire la guerra fino alla resa incondizionata della Germania e dei suoi alleati.