L’arte raffinata di Bisanzio Sotto enormi cupole ricche e luminose, accanto a raffinati arredi sacri, Madonne e santi spiccano su preziosi fondi dorati Dal 540 al 565 a.C. Giustiniano riesce a riunificare le province italiche dell’Impero: in questo breve periodo Ravenna, scelta come sede prestigiosa del potere bizantino nella penisola, diventa il centro culturalmente più avanzato. Anche quando, dopo la morte di Giustiniano, i Longobardi si stanzieranno in gran parte delle regioni italiane, la città resterà per oltre due secoli lo specchio della civiltà bizantina in Italia. Gli influssi bizantini sulla pittura e l’architettura di questo periodo sono evidenti anche a Roma e nell’Italia del Nord, e proseguiranno in epoca successiva. L’arte bizantina è legata all’ideale supremo che ispirava nei primi secoli gli imperatori d’Oriente: quello di un dominio universale nel nome del Cristianesimo. Così parte da Costantinopoli e si diffonde in Italia un processo che tenta di fondere i valori del Cristianesimo con l’eredità della cultura antica. L’arte bizantina si manifesta in Italia soprattutto nei preziosi arredi delle chiese e nei mosaici ravennati, mentre a Costantinopoli dà vita anche a grandiosi edifici sacri come la Basilica di Santa Sofia. Nelle opere bizantine gli predominano sui dettagli naturalistici, come si osserva nei mosaici: gli sguardi fissi e le pose solenni sottolineano la dimensione divina dei personaggi, così come il fondo dorato evoca uno spazio idealizzato e fuori dal tempo, lontano dalla dimensione terrena; i materiali scelti sono per lo più preziosi, come l’avorio e l’oro. Ne deriva un’arte e . Le caratteristiche dell’arte bizantina aspetti simbolici aristocratica raffinata , particolare, 527 d.C. ca., mosaico. Ravenna, Sant’Apollinare Nuovo. Madonna col Bambino Una sedia per il vescovo La cattedra di Massimiano appartiene alla tipologia delle sedie vescovili, sulle quali il vescovo sedeva durante le cerimonie e le visite pastorali: una tipologia che avrà ampio sviluppo in epoca romanica. L’opera di Ravenna è uno straordinario arredo in avorio, materiale che richiede una tecnica di incredibile precisione. Forse vi hanno lavorato maestri provenienti dalla Siria e da Costantinopoli, luoghi famosi per questo tipo di lavorazione.   , prima metà del VI secolo d.C., legno e avorio. Ravenna, Museo arcivescovile.   Cattedra di Massimiano Sullo schienale sono raffigurate scene della vita di Cristo. I santi sono inquadrati da nicchie.   La cattedra di Ravenna in origine aveva una struttura in legno, oggi sostituita da un’armatura sintetica, ed era interamente ricoperta di tavolette intagliate nell’avorio, ora solo in parte conservate. Nelle fasce decorative sono intagliati elementi vegetali e motivi simbolici tipici dell’arte paleocristiana, come il pavone. Santa Sofia, la bella d’Oriente Dedicata alla Sapienza ( in greco) divina, Santa Sofia, “la grande chiesa”, come la chiamavano a Costantinopoli, è il più noto monumento sorto ai tempi di Costantino. La sua forma originale era quella di una basilica, con il soffitto a travi lignee, ma nel 404 d.C. fu devastata da un incendio e ricostruita da Teodosio nel 415 d.C. Anche quell’edificio andò distrutto, nel 532, a seguito della rivolta contro Giustiniano, da poco salito al trono. Quando l’imperatore riacquistò il potere, fece ricostruire la chiesa perché diventasse la più bella dell’Impero. Conosciamo i nomi dei due architetti chiamati da Giustiniano, e . In cinque anni la grande Santa Sofia fu terminata e consacrata dall’imperatore. La cupola però crollò poco dopo e fu ricostruita nel 558, ancora più bella e solida, da Isidoro il Giovane. La particolarità dell’edificio, tutto rivestito di mosaici, che ispirerà anche la Basilica di San Marco a Venezia, sta proprio nella cupola, che sembra sospesa nell’aria: con un diametro di 31 metri, ha un rettangolo di base di 70 metri per 75. sophìa Antemio di Tralles Isidoro di Mileto Interno della Basilica di Santa Sofia, (trasformata in moschea sotto il dominio turco, oggi è un museo). Istanbul.   La Basilica di Santa Sofia ha uno spazio così ben congegnato che sembra dilatarsi all’infinito. Il suo significato simbolico è quello di un universo in miniatura: la cupola rappresenta il cielo e lo spazio interno allude al creato, su cui scende la luce sfavillante di Dio. Decine di finestre illuminano l’ambiente. Un universo in miniatura La Basilica di San Vitale Una delle caratteristiche dell’architettura bizantina è il contrasto tra la semplicità delle chiese all’esterno e la ricchezza dell’interno, spesso decorato a mosaico. Esemplare, a questo proposito, la Basilica di San Vitale a Ravenna, consacrata nel 547 sotto Giustiniano. La chiesa, rivestita in mattoni, è ottagonale e ha una cupola visibile solo all’interno, perché coperta all’esterno da un (struttura muraria ottagonale). Una volta dentro la chiesa, l’aspetto disadorno e compatto dell’esterno lascia il posto alla leggerezza delle arcate, sviluppate su due piani, e alla luminosità e ai colori dei mosaici che un tempo rivestivano tutte le pareti e che oggi ammiriamo in particolare nella zona dell’abside (vedi alle pagine seguenti). tiburio Basilica di San Vitale, 547 d.C. Ravenna.