L’arte longobarda e carolingia Dalla corona di Teodolinda alla Cappella Palatina: dagli ori dei Longobardi ai marmi della classicità carolingia che ha il suo centro a Ravenna, si sviluppano altre due importanti culture: quella longobarda e, successivamente, quella carolingia (che avrà una diffusione più europea). I Longobardi, insediati in Lombardia, Friuli, Toscana, Umbria e Campania attorno al 568 d.C., e in seguito convertiti al Cristianesimo, hanno dato un apporto importante all’arte in Italia. Il loro stile, e molto , si è mescolato con le tradizioni cristiane: il messaggio religioso si è così arricchito di un repertorio ornamentale ricco di animali fantastici, intrecci vegetali, fiori e palmette stilizzate. Il contatto con il Cristianesimo ha portato i Longobardi a rappresentare anche la figura umana, sia pure sotto forme molto e . Ma l’arte di questo popolo non è “ingenua” come talvolta appare: soprattutto nel campo dell’oreficeria, i Longobardi sono stati abili artigiani. L’arte carolingia fiorisce invece attorno all’800, ai tempi dell’Impero fondato da Carlo Magno con lo scopo politico e culturale di rievocare la grandezza di Roma: si sviluppa allora uno , che trova una delle sue massime espressioni, soprattutto in Germania, nell’architettura. In Italia, accanto all’arte bizantina astratto decorativo semplificate appiattite stile classicheggiante Arte longobarda, , pannello centrale dell'altare del duca Ratchis, 744-749 d.C., pietra carsica. Cividale del Friuli, Museo del Duomo. Cristo in maestà Una corona per Teodolinda La celebre Corona di Teodolinda mostra l’abilità dei Longobardi nel campo dell’oreficeria: è un’opera raffinatissima, che gioca sul contrasto dei colori, ottenuto con pietre preziose diverse incastonate nell’oro. Arte longobarda, , 600 d.C. ca., oro, zaffiri, acquamarina, madreperla. Monza, Museo e Tesoro del Duomo. Corona detta di Teodolinda Il mistero di una chioccia tutta d’oro L’opera, eccezionale per soggetto e fattura, è forse una delle oreficerie donate da Teodolinda al Duomo di Monza, città da lei scelta come capitale del regno. Un’altra ipotesi è che si trovasse nella tomba della regina longobarda. La data è ignota, ma si pensa che solo i pulcini risalgano all’epoca longobarda, mentre la chioccia sarebbe più antica di un secolo. Arte longobarda, , VI-VII secolo d.C., lamina d’argento dorato e sbalzato su anima di legno, gemme e vetri. Monza, Museo e Tesoro del Duomo. Chioccia con sette pulcini La gallina sta beccando i semi con i suoi pulcini. Probabilmente la scena simboleggia la Chiesa che protegge i fedeli, oppure la regina con la sua corte. Per raffigurare il terreno l’anonimo artista ha creato un piatto circolare in rame dorato. Gli occhi della gallina sono granati rossi, quelli dei pulcini sono vetri blu. L’altare di Vuolvinio L’altare ideato da per la Basilica di Sant’Ambrogio a Milano è l’opera più raffinata di età carolingia in Italia: tutto rivestito di lamine d’oro e d’argento realizzate (cioè lavorate con un martelletto dall’interno), è composto da pannelli con scene della vita di Cristo, sul fronte, e di sant’Ambrogio, sul retro. Pietre preziose, smalti e piccoli ritratti entro cammei abbelliscono le cornici dei riquadri. Vuolvinio a sbalzo Arte carolingia, Vuolvinio, , 835 d.C. ca., oro e argento, pietre preziose, perle e smalti incastonati. Milano, Basilica di Sant’Ambrogio. Altare Vuolvinio, particolare di un pannello dell’ . Milano, Basilica di Sant’Ambrogio. Altare Sant’Ambrogio incorona Angilberto, il committente dell’opera. 1. Sant’Ambrogio incorona Vuolvinio, l’autore. 2. Pietre preziose. 3. Fiori in smalto. 4. I piccoli sono ispirati all’oreficeria romana. 5. cammei in smalto Marmi antichi per Carlo Magno La di Aquisgrana è il monumento più rappresentativo e famoso della cosiddetta rinascita carolingia. L’edificio, a pianta ottagonale, ospita nell’abside il trono dell’imperatore. Un tempo la cappella era collegata tramite un corridoio al palazzo di Carlo Magno. Ancora oggi ci appare nel suo aspetto maestoso, con una cupola larga 16 metri e sorretta da otto pilastri. Al piano superiore e a quello terreno, delimitato da arcate a tutto sesto, girano due corridoi percorribili: quello superiore è diviso da colonne che danno l’idea di ariose finestre. Per la costruzione della Cappella, ideata dall’architetto , furono usati marmi e colonne di monumenti antichi, fatti arrivare da Roma e da Ravenna: il modo migliore per rievocare simbolicamente i fasti dell’Impero romano e di quello bizantino. Cappella Palatina Oddone di Metz Arte carolingia, interno della Cappella Palatina, 805 d.C. ca. Aquisgrana (Germania).