L’arte romanica in Italia Nel “candido mantello di chiese” che riveste l’Europa, spiccano in Italia edifici unici al mondo L'architettura romanica ha un che si spiega con l’eccezionale circolazione, per quell’epoca, di uomini e di idee: le grandi vie di comunicazione sono gremite non solo di pellegrini, crociati e mercanti, ma anche di maestranze specializzate, cioè operai e architetti che si spostano da un cantiere all’altro, diffondendo gli stili in luoghi anche molto distanti tra loro. Anche per questo si sono mescolate forme e soluzioni architettoniche molto diverse. Alcune chiese grandiose mostrano importanti innovazioni e rappresentano modelli esemplari nel panorama del Romanico europeo: in Italia spiccano la e le basiliche di a Milano e di a Venezia. Queste tre chiese cittadine, sorte in un periodo di notevole crescita economica e sociale, sono destinate ad accogliere un gran numero di fedeli e anche per questo presentano elementi davvero geniali e di grande effetto per il coinvolgimento spirituale, come il quadriportico di Sant’Ambrogio e le cupole di Pisa e di Venezia. Accanto a questi tre maestosi edifici ricordiamo inoltre il , uno dei pochi di cui si conosca l’architetto, quello di vicino a Palermo e la Basilica di a Bari: gli ultimi due sono esempi significativi della presenza di influssi stilistici diversi nell’architettura romanica. carattere internazionale Cattedrale di Pisa Sant’Ambrogio San Marco Duomo di Modena Monreale San Nicola Wiligelmo, , particolare dei bassorilievi, 1099- 1110 ca. Modena, Duomo, facciata. Adamo ed Eva Raffinata grandiosità La Cattedrale di Pisa, la cui origine risale al 1063, anno della vittoria dei Pisani contro gli Arabi, è una vasta costruzione rivestita di marmi bianchi. L’edificio non ha quasi paragoni per l’elevazione e la grandiosità degli spazi. Né in Italia né all’estero si è costruito in epoca romanica un monumento così colossale, con una cupola ellittica alta ben 48 metri! Il risultato è una struttura molto complessa e di grande raffinatezza, con una facciata riccamente decorata, che gioca sul contrasto fra vuoti e pieni delle arcate, e con i transetti a tre navate arricchiti di absidi. La genialità del suo architetto, , sta nell’aver saputo mantenere, nella complessità delle singole parti, una grande armonia delle proporzioni. Buscheto La Cattedrale e la piazza dei Miracoli. Pisa. La cupola si innesta all’incrocio del transetto con il corpo principale della chiesa. Facciata a capanna composita 1. Corpo centrale a cinque navate 2. Transetto 3. Un quadriportico per accogliere i fedeli La Basilica di Sant’Ambrogio è il punto più alto dell’architettura romanica lombarda e si caratterizza per un vasto atrio che accoglie i fedeli prima che entrino in chiesa. Questa struttura, che come hai visto studiando la basilica paleocristiana si chiama quadriportico (vedi a pagina 107), è composta da una serie di archi a tutto sesto rivestiti di mattoni, come l’interno della chiesa. I due fianchi lunghi rappresentano l’ideale prolungamento all’esterno delle navate laterali interne. L’effetto è suggestivo: è come se prima di entrare nella basilica si dovesse percorrere uno spazio di meditazione e purificazione. Affacciandoci in questo atrio allungato, ci troviamo di fronte le grandi arcate, disposte su due piani, del porticato addossato alla facciata a capanna. Anche questo lato del quadriportico è in stretto rapporto con lo spazio interno della chiesa: la parte di facciata occupata dalle tre arcate corrisponde infatti alla larghezza della navata centrale. Veduta del quadriportico, 1098 ca. Milano, Basilica di Sant’Ambrogio. Cinque cupole bizantine a Venezia La Basilica di San Marco è un capolavoro architettonico unico al mondo. I suoi ideatori, anonimi, si sono ispirati all’architettura bizantina e alle grandi moschee islamiche dotate di cupola, ma sono comunque riusciti a creare un monumento originale, che riassume in un unico edificio gli stili dell’arte romanica e bizantina. L’influsso dell’arte di Bisanzio è evidente anche all’interno, dove le pareti sono completamente rivestite di mosaici a fondo oro. Veduta dall’alto della Basilica di San Marco. Venezia. Le cinque grandi cupole disposte a forma di croce corrispondono alla pianta dell’edificio, a . croce greca All’interno della Basilica le cupole si appoggiano a pilastri collegati da archi e volte. Il capolavoro di Lanfranco e Wiligelmo Nell’Italia medievale il Duomo di Modena, la cui costruzione fu iniziata il 23 maggio del 1099 sulle fondamenta della vecchia cattedrale, è paragonabile, per dimensioni ed elevatezza, solo alla Cattedrale di Pisa. Ed è proprio con questo edificio, costruito qualche decennio prima, che i modenesi volevano rivaleggiare. Il Duomo di Modena è anche uno dei rari monumenti romanici di cui si conosca l’architetto: , elogiato in un’iscrizione sulla facciata assieme allo scultore , che l’ha decorata con una serie di lastre a rilievo raffiguranti episodi della Genesi. Le strutture interne ed esterne del Duomo sono in stretto rapporto fra loro: l’esterno della chiesa è ritmato infatti da un sistema di che dall’abside, prima parte edificata, prosegue sui fianchi e sulla facciata, riprendendo l’andamento dei matronei interni. Sulla facciata si apre anche un protiro sorretto da leoni. Lanfranco Wiligelmo trifore Modena, facciata del Duomo, 1099-1110. Il nome di Wiligelmo è scolpito nella in latino, che significa: «Di quanto onore tu sia degno fra gli scultori, ci è chiaro grazie alla tua scultura». È uno dei rari casi, nell’epoca romanica, in cui l’artista viene già chiamato , scultore, anziché con il termine più generico di , artefice: come a dire che i suoi rilievi sono degni di essere paragonati alle sculture antiche. dedica scultor artifex Rosone 1. Protiro 2. Trifore 3. Rilievi di Wiligelmo 4. Il cantiere Le due scene della miniatura illustrano due fasi distinte della costruzione del Duomo: in alto lo scavo delle fondamenta, in basso la messa in opera dei muri, con i blocchi di pietra trasportati dai manovali. L’architetto Lanfranco è raffigurato, per la sua importanza, in posizione privilegiata: vestito con abiti sontuosi e un copricapo, è isolato dalle altre figure. In mano ha la verga, strumento di comando e misurazione, con cui dirige operai e muratori. L’architetto , inizio del XIII secolo, pagina miniata. Modena, Archivio capitolare. Lanfranco dirige i lavori del Duomo di Modena Sicilia: la fusione di tre culture L’arte romanica siciliana è lo stupefacente risultato della fusione di tre culture diverse – araba, bizantina e normanna – che hanno saputo convivere armoniosamente nel XII secolo grazie al governo dei re normanni, colti e molto tolleranti. Il Duomo di Monreale, vicino a Palermo, dove si trovava la reggia, è l’esempio più maestoso di questo stile. Ai mosaici che rivestono l’interno del Duomo hanno lavorato sicuramente mosaicisti , che hanno insegnato le tecniche ai maestri locali. Risultato: una perfezione tecnica tipica dell’Oriente e una vivacità narrativa tipica dell’Occidente. bizantini Monreale, interno e absidi del Duomo, 1174. Le absidi del Duomo sono decorate secondo lo stile “moresco”, cioè con losanghe, cerchi e archetti tipici dell’arte . Il senso di elevatezza dell’edificio, percepibile soprattutto nelle absidi, deriva dall’architettura romanica normanna del Nord della Francia. islamica La basilica-fortezza Come nel Duomo di Monreale, anche nella Basilica di San Nicola, a Bari, convivono influssi stilistici diversi. L’aspetto massiccio della chiesa, che con i suoi torrioni laterali sembra quasi una fortezza, ricorda la tradizione , mentre la facciata a capanna composita e il protiro rimandano alle chiese del Nord Italia. normanna Basilica di San Nicola, XI-XII secolo. Bari.