LEGGERE L'OPERA ZOOM Un concorso per la porta La scultura del Rinascimento, con la sua forza naturalistica e le sue meditazioni sull’arte antica, prende avvio nella Firenze del primo Quattrocento, in quegli anni città all’avanguardia in ogni settore artistico. L’occasione si presenta con il concorso bandito dall’Arte di Calimala, potente corporazione di artigiani e mercanti di prodotti tessili, per “sponsorizzare” la seconda porta del Battistero, quella sul lato nord: la porta sarà composta di 28 formelle con storie del Vecchio Testamento, e chi vincerà dovrà realizzarle tutte. I numerosi concorrenti devono presentare una formella con il : subito si capisce che gli unici veri rivali sono Filippo Brunelleschi, allora ventiquattrenne, e Lorenzo Ghiberti, più giovane di un anno. La formella eseguita da Brunelleschi è senz’altro la punta di diamante di un nuovo modo di intendere lo spazio all’interno di un rilievo e di ispirarsi con originalità all’arte antica. Il concorso viene però vinto da Ghiberti, che più tardi sarà scelto anche come autore della terza porta del Battistero. Ma, come hai già visto, Brunelleschi si sarebbe preso presto la rivincita con la cupola del Duomo… Sacrificio di Isacco Autore Lorenzo Ghiberti Opera PORTA NORD Data 1403-1424 Tecnica Bronzo dorato Misure 506 x 387 cm Luogo Firenze, Battistero Lorenzo Ghiberti, Seconda porta del Battistero, 1403-1424, bronzo dorato. Firenze. Lorenzo Ghiberti, , formella del concorso, 1401, bronzo dorato, 45x38 cm. Firenze, Museo del Bargello. Sacrificio di Isacco Battistero di San Giovanni, Firenze. Il linguaggio dell'opera Lorenzo Ghiberti (1378-1446), coltissimo scultore, orafo e scrittore d’arte, molto stimato a Firenze, risolve la scena del concorso in uno stile ancora in parte legato alla tradizione gotica, con figure dalle linee eleganti e sinuose, fissate in pose gentili e statiche, prive di drammaticità. Si dimostra però abilissimo nello splendido nudo maschile del giovane Isacco, che sta per essere sacrificato dal padre. Sappiamo che molti fiorentini parteggiarono per Ghiberti nella sfida, anche perché la sua formella era più tradizionale, e quindi più comprensibile, di quella di Brunelleschi. La sua porta, ora in restauro (2013), sarà un capolavoro di eleganza. CONFRONTI Come Ghiberti, Brunelleschi è un artista a tutto campo, esperto in oreficeria e scultura oltre che architetto e studioso di prospettiva. Tuttavia, punta tutto sulla drammaticità della scena e l’intensità dei sentimenti: l’angelo giunge in volo a fermare Abramo che per ubbidire al comando divino sta già puntando il coltello al collo del figlio, dalla cui bocca sembra uscire un urlo disperato. La figura a sinistra, in primo piano, si toglie una spina dal piede: Brunelleschi, studioso di arte antica, ripropone qui la posa della famosa statua ellenistica del Cavaspino o Spinario. Filippo Brunelleschi, , formella del concorso, 1401, bronzo dorato, 45x38 cm. Firenze, Museo del Bargello. Sacrificio di Isacco Arte romana, , copia romana di età augustea da un originale ellenistico, marmo. Firenze, Galleria degli Uffizi. Spinario o Cavaspino La Porta del Paradiso Dopo il successo ottenuto con la seconda porta del Battistero, Ghiberti intraprende nel 1425 l’incarico più prestigioso della sua carriera: l’esecuzione delle formelle della porta a est, situata in posizione privilegiata, di fronte al portale principale del Duomo. La sua splendente lucentezza e le sue composizioni equilibrate e di grande effetto le faranno conquistare un titolo prestigioso: quasi un secolo dopo, infatti, il grande scultore Michelangelo Buonarroti dichiarerà con ammirazione che questa porta è degna dell’ingresso del Paradiso. Da allora, tutti la chiameranno così, . Le formelle e i rilievi della cornice vengono fusi tra il 1428 e il 1437, ma ci vorranno quindici anni per cesellare, dorare e rifinire la porta, collocata in sede solo nel 1452. A differenza delle due porte precedenti, composte di ventotto formelle, questa ne ha solo dieci, cinque per ogni anta. La porta, danneggiata nell'alluvione di Firenze del 1966, ha subito un lungo restauro che ha riportato la doratura all'originario splendore. Per motivi conservativi, l'originale è oggi nel Museo dell'Opera del Duomo, mentre nel Battistero è stata collocata una copia. Porta del Paradiso Lorenzo Ghiberti, , 1425-1452 ca., bronzo dorato, originale dopo il restauro (2012). Firenze, Museo dell’Opera del Duomo. Porta del Paradiso del Battistero di Firenze Lorenzo Ghiberti, , 1425-1452 ca., bronzo dorato, particolare di una formella originale della Porta del Paradiso dopo il restauro. Firenze, Museo dell’Opera del Duomo. Adamo ed Eva Le storie raffigurate nelle dieci formelle sono ispirate al tema della salvezza cristiana. Lo stile dei rilievi, ricchi di figure, paesaggi e sfondi architettonici in prospettiva, appare pienamente rinascimentale, a differenza di quello sviluppato da Ghiberti nella seconda porta, quella del concorso del 1401. La prima formella presenta quattro episodi della , secondo diversi piani prospettici. In primo piano a sinistra: Creazione di Adamo; al centro: Creazione di Eva; a sinistra in alto: Tentazione del serpente; a destra in primo piano: Cacciata dal Paradiso. Genesi Lorenzo Ghiberti, , 1425-1452 ca., bronzo dorato, particolare di una formella originale della Porta del Paradiso dopo il restauro. Firenze, Museo dell’Opera del Duomo. Storie di Giuseppe Qui Ghiberti crea un edificio fantastico, di ispirazione classica, le cui arcate in prospettiva digradano verso il fondo, mentre maggior rilievo è dato alle figure in primo piano. La composizione presenta quattro episodi della storia biblica di Giuseppe. In alto a destra: Giuseppe venduto come schiavo; al centro, all’interno dell’edificio: L' ; a sinistra, in primo piano: sorpreso con una coppa d’argento; in alto a sinistra: . immagazzinaggio del grano Beniamino Giuseppe si rivela ai fratelli