Masaccio dipinge la prospettiva L’influsso degli studi sulla prospettiva di Brunelleschi è evidente nella pittura del fiorentino Masaccio Masaccio (1401-1428) è il più grande pittore fiorentino del primo Quattrocento: rappresenta infatti di cui si colgono gli stati d’animo (vedi anche pagine seguenti), e le fa muovere in uno . Per le sue innovazioni, figure realistiche ed espressive spazio “reale” Una finta cappella Masaccio dipinge in Santa Maria Novella a Firenze un affresco prospettico con la (Dio Padre, il Figlio in croce e la colomba dello Spirito Santo). Il punto di fuga è ai piedi del Crocifisso e determina una visione dal basso verso l’alto, dando allo spettatore l’illusione di una vera cappella (che in realtà è solo dipinta ad affresco), ma anche l’idea della sua inaccessibilità, come a indicare che il mistero della Trinità può esser guardato solo da lontano. Maria e Giovanni sono sotto la croce, mentre all’esterno della finta cappella, in ginocchio, sono raffigurati il committente e la moglie. Come puoi notare, hanno le stesse dimensioni dei personaggi sacri: se nel Medioevo l’essere umano era sempre raffigurato più piccolo dei santi, ora si afferma un nuovo dialogo fra l’umanità e Dio. Trinità Masaccio, , 1427, affresco. Firenze, Santa Maria Novella. Trinità La profondità dello spazio è accentuata dal soffitto a lacunari della volta a botte, di ispirazione romana. Ricordano l’antichità classica anche le lesene (i pilastri rettangolari) e le colonne, derivate dalle architetture di Brunelleschi (il quale forse fornì a Masaccio un disegno prospettico per l’opera). Rappresentazione grafica del punto di fuga e delle linee prospettiche.