LEGGERE L'OPERA ZOOM Due artisti per una cappella La cappella nella chiesa di Santa Maria del Carmine viene commissionata a Masolino (1383-1440) e Masaccio dal mercante fiorentino Felice Brancacci, genero di Palla Strozzi, il quale a sua volta aveva commissionato a Gentile da Fabriano l’ (vedi alle pagine 166-167). Gli affreschi con il e le restano però incompiuti per la partenza di Masolino per l’Ungheria nel settembre del 1425 e per la morte di Masaccio a Roma, nel 1428. Le parti mancanti saranno terminate da Filippino Lippi solo nel 1485. Adorazione dei Magi Peccato originale Storie di san Pietro Autore Masaccio Opera IL TRIBUTO (in alto) Autore Masaccio e Masolino Opera LA GUARIGIONE DELLO STORPIO E LA RESURREZIONE DI TABITA (in basso) Data 1425 circa Tecnica Affresco Misure 150 x 300 cm Luogo Firenze, Chiesa di Santa Maria del Carmine, Cappella Brancacci Il linguaggio dell'opera Masolino e Masaccio devono essersi divisi i compiti. Il loro stile aveva infatti preso strade diverse: Masaccio seguiva già le nuove regole prospettiche e tendeva al realismo delle figure, sensibile ai princìpi dell’Umanesimo e dell’arte classica. Masolino, invece, pare essere stato più esperto nei fondali architettonici, e tende a dipingere i volti con una delicata dolcezza. La scena del Tributo deriva dal Vangelo di Matteo (XVII, 24-27). A Cafarnao, in Galilea, sul lago di Tiberiade (Gennesaret), un gabelliere (l'esattore che riscuoteva le tasse) chiede a Gesù e agli apostoli di pagare un , cioè una tassa, per entrare nel tempio. Gesù suggerisce di cercare nella bocca del primo pesce pescato: Pietro lo fa e vi trova effettivamente una moneta con cui paga l’ingresso. Forse la scelta di questo soggetto fu il pretesto per rammentare un episodio della storia sociale ed economica fiorentina: l’istituzione del Catasto, inaugurato nel 1427, che comportava una tassa sui beni che ogni cittadino doveva dichiarare ufficialmente. I documenti di quel primo censimento sono per noi un’immensa fonte di notizie su quell’epoca, perché segnalano la composizione di tutte le famiglie fiorentine, i dati anagrafici, le parentele, il domicilio, le rendite e le attività professionali. Dal punto di vista della composizione, Masaccio risolve i tre distinti episodi in un’unica scena unificata dalla prospettiva: al centro, di schiena, l’esattore richiede il denaro mentre Gesù dice a Pietro di cercare nel lago; a sinistra, in secondo piano, Pietro scruta nella bocca del pesce; a destra paga il tributo. Fanno da sfondo le acque cristalline del lago, increspate dalle onde, gli alberi scarni e le montagne brulle, in contrasto con il cielo ingombro di nubi come quello, altrettanto realistico, scolpito verso il 1416 da Donatello nel bassorilievo del (vedi a pagina 186), il primo cielo solcato dalle nubi che si conosca nell’arte del Quattrocento. La , un miracolo avvenuto a Gerusalemme (Atti degli Apostoli, III, 1-10), viene associata invece alla , che si svolse a Giaffa (Atti, IX, 36-43): i luoghi sono dunque unificati come in una sola scena, ma proprio questo affresco è quello in cui lavorarono, probabilmente fianco a fianco, con esiti diversi, sia Masaccio che Masolino. tributo San Giorgio e il drago Guarigione dello storpio Resurrezione di Tabita