La curiosità di Leonardo Dal filo d’erba ai “moti dell’animo”: con il disegno e la pittura Leonardo esplora ogni aspetto della realtà con i suoi disegni: osservazioni sugli animali e la natura, esercizi di anatomia, progetti di macchine militari, studi preparatori a opere pittoriche. Per poter lavorare in ogni occasione fabbricava piccoli taccuini “da viaggio”, da richiudere con un laccetto come i nostri bloc-notes. Molti disegni sono andati perduti, ma migliaia sono riuniti in una serie di , oggi conservati in vari musei e biblioteche del mondo. La sterminata raccolta testimonia i vasti interessi dell’artista-scienziato e mostra anche il suo singolare modo di scrivere: la sua scrittura parte da destra verso sinistra, e la possiamo leggere solo con uno specchio. L'interesse di Leonardo non è rivolto solo al corpo umano, ma anche ai cosiddetti “moti dell’animo”, ossia l’espressione dei sentimenti che trapelano dal volto e dai gesti. Leonardo ha riempito migliaia di fogli codici Leonardo, , 1508 ca., disegno su tavola. Parma, Galleria nazionale. Testa di fanciulla (la scapigliata) Questo disegno raffigura l’ideale di bellezza e di “grazia naturale” di Leonardo: dolcezza dei tratti e capelli che “scherzano” col vento. Un taccuino da viaggio di Leonardo, 1497 ca. CONFRONTI (Norimberga, 1471-1528) è stato il più grande artista tedesco dell’epoca. Sono molti i caratteri in comune con Leonardo: come lui Dürer è stato infaticabile, eccellente disegnatore e incisore, oltreché pittore. I suoi studi appassionati sulla natura, le sue ricerche nel campo della tecnica delle costruzioni e delle fortificazioni militari sono simili a quelli che Leonardo svolge più o meno negli stessi anni. Grande viaggiatore e letterato al pari del genio di Vinci, autore di libri di viaggio e di pensieri, l’artista tedesco è stato più di una volta in Italia, e Leonardo potrebbe averlo conosciuto a Venezia agli inizi del secolo, quando Dürer vi si era recato durante il suo primo viaggio nella nostra penisola. Albrecht Dürer Albrecht Dürer, Autoritratto, , 1500, olio su tavola. Monaco, Alte Pinakothek. particolare Albrecht Dürer, , 1503, acquerello su carta. Vienna, Graphische Sammlung Albertina. Zolla con fili d’erba e fiori di campo Leonardo, , particolare, 1515 ca., disegno a sanguigna. Torino, Biblioteca reale. Autoritratto Leonardo, , particolare, 1508 ca., disegno a matita. Windsor, Royal Library. Studio di giunchi La Cena dei moti dell’animo L’ nel refettorio di Santa Maria delle Grazie a Milano viene dipinta da Leonardo con una tecnica fallimentare, tanto che presto lui stesso dovrà restaurare l’opera: invece di dipingere sulla parete appena intonacata e umida (cioè con la tecnica dell’affresco), ha infatti steso sul muro asciutto colori di sua invenzione, che non resistono all’umidità. Il celebre dipinto è oggi molto rovinato, ma possiamo ancora notarvi le innovazioni compositive di Leonardo. In primo luogo, tutti gli apostoli stanno dalla stessa parte del tavolo, a differenza di come gli artisti li avevano fino ad allora rappresentati nell’episodio dell’Ultima Cena. Inoltre, anziché essere colto nel momento in cui spezza il pane, Gesù sta annunciando ai discepoli che uno di loro lo tradirà. Per Leonardo è questo il pretesto per indagare la varietà degli atteggiamenti psicologici – i “moti dell’animo” – degli apostoli, che si interrogano concitati su chi sarà il traditore. Non solo i gesti ma anche le espressioni sono enfatizzate e indagate secondo la , disciplina che studia i lineamenti e le espressioni momentanee. Ultima Cena fisiognomica Leonardo, , 1498 ca., tecnica mista (tempera e olio su muro). Milano, refettorio di Santa Maria delle Grazie. Ultima Cena Tre finestre da cui si intravede il paesaggio e un cielo azzurrino, dipinte alle spalle di Gesù e degli apostoli, illuminano il cenacolo come se fosse un ambiente reale. Con questo espediente Leonardo dà l’illusione di un prolungamento della sala del refettorio. La scena è composta secondo una rigorosa prospettiva, sottolineata dal soffitto a cassettoni e dai tendaggi alle pareti laterali. La figura di Gesù coincide con il vertice in cui confluiscono le linee prospettiche della scena, e interseca la linea dell’orizzonte stagliandosi contro il cielo luminoso. Le figure degli apostoli sono disposte ritmicamente a gruppi di tre, e la concatenazione di sguardi e gesti unifica la composizione mettendo in relazione tutti i personaggi. La figura di Gesù è isolata e centrale: essa rappresenta l’origine ideale del “movimento a catena” che, diffondendosi come un’onda di gesti e atteggiamenti, coinvolge tutti gli apostoli. Nel gruppo immediatamente alla destra di Gesù, Giuda stringe con la destra la borsa dei danari del tradimento. Anziché essere raffigurato isolato, dalla parte opposta del tavolo, come di consueto, il traditore si trova accanto a Pietro e Giovanni.