I volti e i paesaggi di Leonardo Figure dai tratti dolci e dal morbido incarnato sono immerse in paesaggi “velati” dalla lontananza e gran parte di questi sono ritratti, caratterizzati da un’ senza precedenti nella ritrattistica del Rinascimento, a cominciare dalla fino alla , che mostra le ricerche più avanzate di Leonardo sull’intimo . Nella , infatti, la profondità spaziale non è resa attraverso la prospettiva lineare quattrocentesca, ma grazie alla prospettiva aerea, che sfuma gradualmente le luci e i colori verso il fondo a imitazione degli effetti atmosferici: in questo modo i contorni si ammorbidiscono e le figure sembrano fondersi col paesaggio circostante, come accade anche nella . Leonardo ha terminato pochi dipinti intensità psicologica Dama con l’ermellino Gioconda rapporto fra figura e paesaggio Gioconda Vergine delle rocce La Dama con l’ermellino Il dipinto raffigura probabilmente Cecilia Gallerani, la cortigiana amata da Ludovico Sforza, signore di Milano: l'animale che tiene in braccio è di fantasia, ma dovrebbe sembrare un ermellino (in greco ), per alludere al cognome della donna e all'emblema degli Sforza. Leonardo introduce qui un nuovo tipo di ritratto, “dalla vivacità desta”, come lui stesso diceva, in grado di competere con la scultura. Il fascio di luce che, in linea con l’asse del volto, illumina una spalla della dama e il corpo dell’animale suggerisce il ruotare della forma: si ha così la sensazione di poter girare attorno alla giovane che guarda lontano. La figura non è più di profilo né di fronte, com’era tradizione, ma di spalla: con la naturalezza di una posa vista nel suo svolgersi, come nella sequenza di un film. galè Leonardo, , 1490 ca., olio su tavola. Cracovia, Czartoryski Muzeum. Dama con l’ermellino Leonardo studia molto le mani, che hanno sempre grande rilevanza nei suoi dipinti. Il sorriso della Gioconda La , di cui ancor oggi si discute l’identità, è celebre soprattutto per il suo sorriso: Leonardo ha creato intorno agli angoli della bocca (e degli occhi) alcune zone d’ombra che conferiscono una certa enigmaticità al volto della donna. Per rendere la prospettiva aerea Leonardo usa un colore azzurrino sempre più sfumato verso il fondo, creando un’atmosfera quasi nebbiosa. Gioconda Leonardo, , 1510 ca., olio su tavola. Parigi, Museo del Louvre. Gioconda Una grotta misteriosa Della esistono due versioni: una, oggi a Parigi, interamente dipinta da Leonardo nel suo soggiorno milanese, e l’altra, conservata a Londra, realizzata con l’apporto di aiuti. I due dipinti raffigurano entrambi la Vergine che spinge dolcemente san Giovannino verso il Bambino Gesù che lo benedice mentre un angelo assiste alla scena e sembra indicarlo all’osservatore. I personaggi sono disposti secondo uno , e sono in relazione tra loro grazie a un gioco di gesti e di sguardi. Anche qui Leonardo utilizza la prospettiva aerea, che crea una penombra densa di mistero. Vergine delle rocce schema piramidale Leonardo, , 1490-1508 ca., olio su tavola. Londra, National Gallery. Vergine delle rocce La ha un ruolo importante: il paesaggio è fantastico, ma nei dettagli Leonardo l’ha immaginato partendo dai suoi studi dal vero. natura Leonardo introduce : una esterna al dipinto che illumina i personaggi, e l’altra più soffusa proveniente dal fondo aperto della grotta, oltre il quale si intravede un paesaggio sfumato dalla lontananza. due fonti di luce CONFRONTI Giunto a Firenze nel 1504, Raffaello resta colpito dalle opere di Leonardo, come puoi vedere nel quadro qui sotto, in cui l’artista riprende lo schema piramidale sperimentato dal pittore più anziano. Raffaello, però, disegna i contorni delle figure e il paesaggio con un segno nitido e limpido, e anche la luminosità è più diffusa e uniforme che nei dipinti di Leonardo. Le opere di Raffaello esprimono inoltre un’armonia perfetta tra figure e paesaggio. Raffaello, , intero e particolare, 1506, olio su tavola. Vienna, Kunsthistorisches Museum. Madonna col Bambino e san Giovannino