Michelangelo artista a Firenze Un’eroica grandiosità emana dalla purezza classica del David come dai corpi contorti dei Prigioni in primo luogo scultore. Fin dalle prime opere, le sue figure mostrano una plasticità e una grandiosità ineguagliabili, ma il suo stile muta nel tempo, come puoi notare confrontando la del 1499 circa (vedi a pagina 225) o il del 1504 con le opere della pagina a fianco, più tarde: le pose dei corpi si fanno sempre più contorte (Michelangelo era rimasto ammirato dalla drammaticità del , riportato alla luce nel 1506, vedi a pagina 65), e talvolta anche la superficie del marmo non appare più perfettamente levigata, ma viene lasciata grezza. È il cosiddetto , che forse Michelangelo ha adottato nei per sottolineare la fatica e il tormento del processo creativo che “libera” la forma dalla materia. Michelangelo si è considerato Pietà David Laocoonte non finito Prigioni Un eroe per Firenze È il 1501, e Michelangelo, a ventisei anni, riceve l’incarico di realizzare una statua colossale di David, il pastore della Bibbia che sconfigge il gigante Golia e diviene re d’Israele. L’enorme blocco di marmo era giunto dalle cave di Carrara molti anni prima, per decorare un contrafforte del Duomo, ma nessuno era riuscito a scolpirlo. Michelangelo si impegna a terminare la statua in due anni, ma non potrà rispettare i tempi, pur lavorando giorno e notte, dormendo solo qualche ora per terra. Quando il David, alto oltre 4 metri, è finito, diventa subito un mito: una statua così monumentale non si era più vista dai tempi dell’antichità. Si decide di collocarla di fronte al Palazzo Vecchio, in piazza della Signoria, luogo principale della vita pubblica. La statua eroica diventa così la rappresentazione degli della Repubblica fiorentina. ideali di libertà Michelangelo, , 1504, marmo. Firenze, Galleria dell’Accademia (fino al 1873 in piazza della Signoria). David L’anatomia è impeccabile, anche se per dare maggiore forza plastica a un polso, Michelangelo inventa un muscolo inesistente nel corpo umano. CONFRONTI Il di Donatello (alto 158 cm) ha un corpo da adolescente e, anche se nudo, porta calzari e spada, mentre il marmo di Michelangelo ha il fisico atletico di un eroe greco, e ha come arma solo una fionda appoggiata sulla spalla: Michelangelo intende questa figura come classica e pura, e si rifiuta di aggiungervi una cintura dorata. A differenza del capolavoro di Donatello, che presuppone una visione frontale, il suo David è visibile da tutti i lati, e mostra un’espressione più severa. David Donatello, , 1450 ca., bronzo. Firenze, Museo del Bargello. David Geniale scultore e architetto Nel 1513 viene eletto papa Leone X, della famiglia Medici, che per riconfermare il prestigio della propria dinastia affida a Michelangelo il compito di ridare fama a Firenze, sua città natale. Fino ad allora Michelangelo si era cimentato soprattutto come scultore e pittore, ma ora ha la possibilità di mettersi alla prova anche come architetto. Realizza così un grandioso complesso architettonico e scultoreo: la Sacrestia Nuova, nella Chiesa di San Lorenzo, destinata ad accogliere alcune tombe della famiglia Medici. Il luminoso ambiente è a pianta quadrata: in uno spazio molto elevato in altezza ha grande effetto l’alternarsi del colore grigio della pietra serena al bianco del marmo. Le tombe monumentali sono intervallate da doppi pilastri scanalati, con mezzi capitelli corinzi, e ornate da statue che hanno un ruolo fondamentale nel loro integrarsi all’architettura. Michelangelo, , e, qui sotto, un particolare della tomba di Lorenzo, 1521-1534 ca. Firenze, Basilica di San Lorenzo, Sacrestia Nuova. Sepolcro di Giuliano con la Notte e il Giorno Sopra il sarcofago di Giuliano, duca di Nemours, stanno le statue che simboleggiano la Notte e il Giorno. Anche la figura femminile nuda della Notte è muscolosa e mascolina, e somiglia ai corpi possenti dipinti da Michelangelo nella Cappella Sistina. In questo particolare vedi il volto di Lorenzo, duca di Urbino, la cui statua sta sopra un sarcofago con il Crepuscolo e l’Aurora. Il suo volto è classico, del tutto idealizzato, per conferire maggior maestosità alla figura. Imprigionati nel marmo Nel 1519 Michelangelo aveva cominciato a lavorare ad alcune figure di schiavi, i , che dovevano far parte della tomba del papa Giulio II a Roma. Questi schiavi, rimasti allo stato di abbozzo, affiorano dalla pietra come se questa li tenesse prigionieri; sono statue non finite, e ancora si discute se Michelangelo le abbia lasciate così volutamente.Esse rispecchiano comunque le sue idee sulla scultura: la forma si deve liberare dalla materia originaria, il blocco di marmo, via via che lo scultore agisce con lo scalpello. Prigioni Michelangelo, , dal 1519, marmo. Firenze, Galleria dell’Accademia. Prigione detto Il Giovane