I sorprendenti “capricci” del Manierismo Gli artisti abbandonano le norme classiche per una libertà espressiva che raggiunge esiti sorprendenti che si diffonde nel corso del Cinquecento si riflette anche in campo artistico. Intorno al 1520, anno della morte di Raffaello, si apre una nuova fase nella storia dell’arte, che viene chiamata perché gli artisti si ispirano alla “bella maniera” (cioè allo stile perfetto) dei tre grandi del Rinascimento: Leonardo, Michelangelo e Raffaello. A differenza di questi ultimi, però, non perseguono più l’ideale di armonia rinascimentale, ma elaborano soluzioni che esprimono il senso di smarrimento dominante: i si fanno , le sempre più e complesse, le , le proporzioni deformate e le all’inverosimile. Il Manierismo tende a stupire anche nell’architettura e nelle arti minori, con meravigliosi artifici spesso ispirati al mondo della natura, e con l’uso elaborato di materiali preziosi, che preludono agli artifici del Barocco, lo stile del Seicento Il Manierismo si diffonde in Italia e in Europa grazie alla sempre più frequente mobilità degli artisti, invitati da una corte all’altra: tra questi, Rosso Fiorentino e Benvenuto Cellini, che lavorano in Francia da Francesco I. Il clima di inquietudine e incertezza Manierismo colori innaturali e aciduli pose contorte espressioni esasperate forme allungate Bernardo Buontalenti e Jacques Bilivert, , 1580 ca., oro e lapislazzuli. Firenze, Palazzo Pitti, Museo degli Argenti. Vaso Wenzel Jamnitzer, , 1550 ca., argento dorato, corallo e pietre preziose. Écouen, Musée National de la Renaissance. Dafne L’orafo e scultore tedesco Jamnitzer adotta una geniale soluzione in questa statuetta ispirata alle Metamorfosi del poeta latino Ovidio: Dafne si trasforma in albero per sfuggire ad Apollo, e l’artista, per mostrare la trasformazione, usa preziosi rametti di corallo rosso che ravvivano l’argento dorato. Un’arte che vuole stupire La e il sono concetti fondamentali del Manierismo, che cerca di suscitare la meraviglia dell’osservatore con forme insolite e associazioni di elementi ai limiti del paradosso. Alcuni artisti danno prova di grande virtuosismo, ossia sfoggiano talento tecnico e invenzioni straordinarie. Il caso del milanese Giuseppe Arcimboldo è esemplare: attivo alla corte di Rodolfo II a Praga, sfrutta le forme più svariate di pesci, frutta, ortaggi per comporre volti umani al limite del grottesco. bizzarria capriccio , , 1566, olio su tavola. Vienna, Kunsthistorisches Museum. Giuseppe Arcimboldo L’Acqua Arcimboldo dipinge perle, conchiglie e ogni sorta di esseri marini: pesci, tartarughe, aragoste, gamberi, granchi, polpi. Da questo bizzarro assemblaggio nasce il giocoso ritratto dell’Acqua, dipinto per Rodolfo II a Praga.