Borromini, il rivale di Bernini Con le sue ardite soluzioni, Borromini rappresenta il lato bizzarro del Barocco il rappresentante del Barocco classico, Francesco Borromini, nato nel Canton Ticino nel 1599 ma formatosi a Roma, dove muore nel 1667, incarna “l’altra anima” del Barocco italiano. A differenza di Bernini, che è un artista poliedrico, Borromini si concentra sui progetti architettonici e crea nelle forme. Personaggio dal carattere inquieto, dapprima amico e poi grande rivale di Bernini, ha progettato chiese e palazzi con sofisticate e ardite soluzioni, ricche di significati simbolici. Se Bernini è considerato opere stravaganti e “capricciose” Francesco Borromini, Cupola a ottagoni e croci, 1641 ca. Roma, San Carlo alle Quattro Fontane Un capolavoro inaspettato La Chiesa di Sant’Ivo è chiamata “alla Sapienza” perché è annessa all’Archiginnasio, una prestigiosa scuola pontificia. Per realizzarla Borromini ha dovuto adattare il suo progetto al cortile già esistente del palazzo: un’impresa difficile per lo scarso spazio a disposizione. Non a caso, proprio Bernini gli aveva procurato l’incarico, convinto che il rivale avrebbe fallito. Invece è nato un capolavoro, con una pianta a stella, la facciata curva e la lanterna “a spirale”. CONFRONTI La predilezione per la linea curva a spirale tipica del Barocco, come nella lanterna della Chiesa di Sant’Ivo, è testimoniata anche dalle quattro colonne tòrtili (cioè a torciglione) del baldacchino realizzato da Bernini per papa Urbano VIII. È un’opera d’arte singolare, di scultura e architettura allo stesso tempo. Non a caso Borromini ha collaborato al lavoro come architetto. Le colonne alludono al tempio di Gerusalemme voluto da Salomone, figlio di David, che ricevette da Dio il dono della “Sapienza”. Gianlorenzo Bernini, Baldacchino, 1624-1633. Città del Vaticano, Basilica di San Pietro. Francesco Borromini, Veduta della facciata e della cupola, 1642-1660. Roma, Sant’Ivo alla Sapienza.