L’ANTICO EGITTO Dalle piramidi alla Sfinge, dai templi alle statue colossali, dalle pitture su papiro a quelle tombali: un’arte grandiosa, raffinata e immutabile celebra il potere divino del faraone. La Storia L’antica civiltà egizia si è sviluppata per oltre tremila anni nella striscia di terra fertile vicina al fiume Nilo che dai confini meridionali dell’attuale Egitto si estendeva fino al grande delta, sulle coste del Mediterraneo. Abitata da tempi lontani, era dapprima divisa in “Alto Egitto”, a sud, e “Basso Egitto”, a nord. Poi, verso il 3000 a.C., queste due regioni furono unificate: proprio da questa data si fa partire la storia egizia che, per convenzione, è stata distinta in tre fasi: l’ (dal 3000 a.C. al 2152 a.C.); il (dal 2152 a.C. al 1550 a.C.) e il (dal 1 550 a.C. al 970 a.C.). Segue poi un lungo periodo di decadenza. In questi tre millenni, intervallate da fasi di incertezza politica, si sono succedute venti dinastie di faraoni, ognuna costituita da un sovrano e dai suoi discendenti. Antico Regno Medio Regno Nuovo Regno Vivere nell’antico Egitto Un dono del Nilo La valle e il delta del Nilo costituiscono una pianura di 34 000 chilometri quadrati, che gli Egizi chiamavano kemi, “terra nera”, cioè fertile, in confronto alla sabbia rossa del deserto che la circonda: come quella di molti popoli vissuti nei tre millenni prima di Cristo, anche la civiltà degli Egizi nacque e progredì grazie alla presenza di un fiume che permise lo . Il Nilo, il “fiume caduto dal cielo”, come lo chiamavano gli antichi, garantì la prosperità agricola, ottenuta anche grazie a sistemi di irrigazione e tecniche di coltivazione molto avanzati. La società strutturata con una salda organizzazione gerarchica, rese possibile la crescita di uno stato ricco e potente. sviluppo dell’agricoltura I principali siti archeologici dell’antico Egitto. La società egizia Il rappresentava la suprema autorità della società egizia: oltre a essere il sovrano assoluto, era venerato come una divinità perché considerato figlio di Ra, il dio-Sole. Il faraone aveva il compito di mantenere l’ordine universale, affiancato da molti funzionari che garantivano una perfetta organizzazione dello Stato: fra questi, il era il più importante, amministrando l’economia e la giustizia. Grande rilievo avevano anche i che, in assenza del faraone, potevano celebrare le cerimonie nelle varie province del regno. Anche la figura dello era tenuta in grande considerazione: nell’antico Egitto pochi sapevano leggere e scrivere e il suo ruolo spaziava dalla semplice trascrizione di documenti allo svolgimento di importanti incarichi in campo militare e religioso. Il svolgeva i mestieri più pesanti: agricoltori, fornai, birrai, sarti, profumieri, operai… lavoravano nelle città e nelle campagne, e servivano nei palazzi. C’erano poi gli , impegnati in quelle tecniche artistiche che richiedevano un’alta specializzazione: la lavorazione di oggetti in pietra, argilla, legno, bronzo, avorio, oro, diorite e vetro. faraone visir sacerdoti scriba popolo artigiani , 2400 a.C. ca., legno. Il Cairo, Museo Egizio. Statua del sacerdote Kaaper Il culto dei morti Gli antichi Egizi credevano che l’anima sopravvivesse alla morte. Per questo, il corpo del faraone e dei membri della sua famiglia, così come quelli dei più alti funzionari, venivano imbalsamati e collocati in tombe monumentali come le , dalle pareti ricche di decorazioni, e circondati da oggetti lussuosi, così che la loro vita nell’aldilà potesse continuare fra gli agi. Le , cioè i luoghi di sepoltura dei personaggi più importanti, sono una delle testimonianze più significative dell’arte egizia giunte fino a noi. piramidi necropoli Le tre piramidi di Micerino, Chefren e Cheope, 2550-2350 a.C. Giza. Le “parole del dio” I sono i segni scolpiti o dipinti che compongono l’antica scrittura egizia: sono , cioè disegni schematici di uomini, animali, piante, oggetti. Il termine “geroglifico” deriva dal greco e significa “segno sacro” perché questa scrittura era molto usata in ambito religioso, ma gli Egizi la chiamavano , “parole del dio”. Spesso i geroglifici accompagnano le opere d’arte. geroglifici pittogrammi medu netjer , particolare dei geroglifici, 1330 a.C. Il Cairo, Museo Egizio (da Tunah El Gebel). Sarcofago di Petosiris Una società (e un’arte) immutabile Per millenni la storia del popolo egizio si è svolta senza grossi mutamenti politici o sociali, restando sempre una , cioè una società basata sul potere assoluto di un re-dio, il faraone. In quel contesto, l’arte svolgeva una funzione essenzialmente , tanto è vero che spesso erano i sacerdoti a dirigere la realizzazione di pitture e sculture. Così, in un mondo con regole rigide, che si è ripetuto uguale a se stesso per secoli e secoli, anche l’arte che ne era lo specchio è rimasta invariata, salvo rare eccezioni, continuando ad avere norme fisse ( ) e uguali insiemi di caratteri ( ) in pittura e in scultura. teocrazia celebrativa e religiosa canoni stili , particolare, 2520-2494 a.C., diorite. Il Cairo, Museo Egizio. Statua di Chefren protetto dal falco Horo