LEGGERE L'OPERA ZOOM  CONFRONTI  Morbidezze del marmo Canova è stato uno degli scultori più talentuosi di tutti i tempi nel rendere in modo morbidamente naturalistico le forme scolpite nel marmo, che per natura è un materiale "duro”. Prima ancora della grande scultura di Paolina Borghese, lo scultore veneto era stato incaricato di sostituire a Firenze l’antica (detta , vedi alla pagina 214), che era stata sottratta agli Uffizi nel 1802 dagli invasori francesi al seguito di Napoleone. Canova esegue allora una statua affascinante, dalle forme perfette, e riesce a competere con la scultura antica, che come ricorderai era stata già copiata, molti secoli addietro, dallo scultore Giovanni Pisano (vedi alla pagina 150). Venere pudica Venere de’ Medici Canova non è stato il solo artista a usare il marmo in maniera virtuosistica, come puoi vedere confrontando questa carrellata di immagini dal Rinascimento all’epoca barocca. Antonio Canova, , 1804-1812, marmo. Firenze, Palazzo Pitti, Galleria Palatina. Venere italica Stefano Maderno, scultore romano, esegue per il Giubileo del 1600 una in purissimo marmo. Il corpo della martire era stato ritrovato un anno prima, nel corso di uno scavo, e pare che si fosse conservato in maniera miracolosa. Lo scultore lo riproduce esattamente com’è stato rinvenuto, con la testa tagliata non completamete staccata dal collo, rievocando nel marmo un’immagine di giovinezza immacolata. Santa Cecilia Stefano Maderno, , 1600, marmo greco di scavo. Roma, Chiesa di Santa Cecilia in Trastevere, altare della Confessione. Santa Cecilia In forme colossali (è alta quasi due metri) Michelangelo scolpisce la sua , destinata in origine alla Chiesa di Santa Petronilla a Roma. Il marmo è lavorato con tanta accuratezza da essere quasi traslucido, e magistrali sono le pieghe del manto della Madonna e il velo che copre il corpo di Cristo. Pietà Michelangelo, , 1497-1499, marmo. Città del Vaticano, Basilica di San Pietro. Pietà Olimpia Maidalchini era la cognata di papa Innocenzo X, che fu ritratto dal pittore spagnolo Velázquez (vedi a pagina 290). Era una donna perfida, avida e intrigante, che ebbe fortissima influenza sul papa. Algardi, scultore di origine bolognese, giunto a Roma nel 1525, la raffigura senza indulgere in alcuna dolcezza: essa ci appare con uno sguardo duro, come le pieghe del suo abito. Alessandro Algardi, , 1646, marmo. Roma, Palazzo Doria Pamphilj. Busto di Olimpia Maidalchini