I tagli fotografici di Degas La nuova arte presta suggestioni e tecniche alla pittura impressionista dagli impressionisti, perché offre la possibilità di trasferire in pittura inquadrature senza precedenti, sovvertendo le regole accademiche della prospettiva. Gli impressionisti non usavano la prospettiva perché li avrebbe costretti a calcoli troppo lunghi sulle proporzioni e le distanze, mentre il loro metodo esigeva spontaneità e rapidità. Edgar Degas usa spesso inquadrature ispirate alla fotografia nei suoi indimenticabili palcoscenici con orchestrali e ballerine, negli interni domestici e nelle corse dei cavalli, da lui tanto amate. La fotografia è accolta con entusiasmo Edgar Degas, , 1874-1876, olio su tela. Francoforte, Städelsches Kunstinstitut. Orchestrali Gli orchestrali in primo piano, visti di spalle, e una ballerina che si inchina al pubblico: ecco un tipico taglio fotografico di Degas. Eadweard Muybridge, , 1878, successione di fotogrammi. Cavalli al galoppo Nelle sculture di animali in movimento Degas si ispira agli esperimenti del pioniere della fotografia in movimento, l’americano Eadweard Muybridge, che li presentò a Parigi nel 1878. Edgar Degas, , 1912, bronzo. Cambridge, Fitzwilliam Museum. Cavallo Edgar Degas, , 1892, monotipo e pastello. Boston, Museum of Fine Arts. Paesaggio Per imitare l’opacità della stampa fotografica, dal 1874 Degas sperimenta in insoliti paesaggi una nuova tecnica: il . L’artista dipinge a olio, con le dita o con una spatola, su una lastra di zinco o rame, toglie le sbavature con un tampone, e ne ricava tre o quattro tavole, sempre più pallide; le fa seccare, e infine le ritocca a pastello: ecco in questa illustrazione il risultato. monotipo Con Degas a lezione di danza Le ballerine sono tra i soggetti preferiti di Degas, che le dipinge nelle pose più svariate e secondo diverse inquadrature. Qui, come in una fotografia, il pittore ferma sulla tela un momento qualunque di una lezione di danza, colta con grande immediatezza. Il maestro sta parlando alle giovani allieve, che sembrano però abbastanza distratte: c’è chi si gratta la schiena, chi si allaccia il nastro sul collo, chi è impegnata a parlare con la vicina. Come spesso nei suoi quadri, l’inquadratura è “fotografica”, ovvero suggerisce che la stanza prosegue oltre i bordi del quadro: sulla sinistra Degas taglia una parte del tutù della ballerina col fiocco giallo, i piedi della ragazza di spalle col fiocco verde e il beccuccio dell’annaffiatoio; lo stesso fa con la ballerina col fiocco azzurro a destra. La disposizione delle ragazze coincide con la linea di fuga della composizione, e ne sottolinea l’impostazione prospettica. Edgar Degas, , 1873-1875, olio su tela. Parigi, Musée d’Orsay. La lezione di danza Con Degas nei caffè parigini Gli impressionisti ritraggono spesso i luoghi di ritrovo dei parigini, e tra questi ci sono i caffè, dove loro stessi amano incontrarsi. Questi locali offrono l’occasione di osservare il mondo di poveri ed emarginati che popola le strade di Parigi, i personaggi che ritroviamo anche nei romanzi di Émile Zola (del quale trovi notizie alla pagina 350). Degas intitola questa tela L’assenzio, una bevanda che era considerata la droga dei poveri perché poco costosa ma con effetti devastanti. Con il consueto taglio fotografico e “sbilanciato”, che “spinge” le figure sullo sfondo, quasi fuori dal dipinto, l’artista ritrae una prostituta con lo sguardo perso, annebbiato dall’alcol, e accanto a lei un senzatetto: i due personaggi, pur così vicini, in realtà non comunicano, restando chiusi ciascuno nella propria solitudine e desolazione. L’ambiente del caffè è solo accennato grazie ai tavolini in primo piano e allo specchio alle spalle delle due figure, che oltre a segnare l’ombra delle loro teste diffonde la luce e dà profondità allo spazio. Edgar Degas, , 1875-1876, olio su tela. Parigi, Musée d’Orsay. L’assenzio