Toulouse-Lautrec inventa l’arte pubblicitaria Grande sperimentatore, Toulouse-Lautrec “inaugura” il linguaggio pubblicitario della Parigi di fine Ottocento è senz’altro Henri de Toulouse-Lautrec (1864-1901). Nato ad Albi da famiglia nobile, è affetto da una malattia che blocca la sua crescita a poco oltre il metro e cinquanta. Sentendosi estraneo e disadattato rispetto al mondo in cui è cresciuto, il giovane Henri si immerge nella realtà dei caffè e dei cabaret parigini, ritraendone i protagonisti con un tratto rapido e modernissimo. Muore a soli trentasette anni in seguito a problemi di alcolismo (vedi una fotografia che lo ritrae a pagna 357). Ammiratore di Degas e Cézanne, conoscitore dell’arte giapponese, Toulouse-Lautrec si dedica sia alla pittura sia alla litografia (un metodo di riproduzione a stampa), contribuendo a sviluppare il nuovo genere pittorico dell’ , l’antenato dei nostri cartelloni pubblicitari. Una delle figure più singolari affiche L’uscita di scena Yvette Guilbert è una delle numerose (cioè “star” di primo piano) della vita mondana parigina che Toulouse-Lautrec ha ritratto o per le quali ha realizzato manifesti e affiches. Quello riprodotto qui a fianco è il dipinto originale servito per stampare l’ultima tavola dell’album di disegni dedicato alla cantante, illustrato dall’artista e pubblicato nel 1894: Lautrec tratteggia con grande capacità di sintesi la fisionomia della donna, gli occhi truccati, la macchia del rossetto, riuscendo a rendere con immediatezza la fissità del volto che accoglie gli applausi del pubblico, con il sorriso quasi ridotto a una smorfia. Il taglio dell’inquadratura è verticale, e l’occhio cade sulle lunghe braccia guantate. vedettes Henri de Toulouse-Lautrec, , 1894, olio su carta. Albi, Musée Toulouse-Lautrec. L’attrice Yvette Guilbert saluta il pubblico «Una sera Lautrec ci parlò di una nuova cantante che era apparsa al Moulin Rouge per la prima volta. Andammo, e ci apparve una giovane dall’aspetto puro, magra, pallida». Così il pittore inglese William Rothenstein descrive il primo spettacolo della soubrette parigina, divenuta uno dei soggetti preferiti di Toulouse-Lautrec, e famosa perfino negli Stati Uniti.