Il Divisionismo: segmenti di colore Un gruppo di artisti italiani ottiene splendidi effetti di luce dividendo il colore in sottili filamenti una tela di Giovanni Segantini intitolata Le due madri, considerato uno dei dipinti più rappresentativi della nuova tendenza pittorica che si afferma in Italia nell’ultimo decennio dell’Ottocento: il . Come suggerisce il nome del movimento, gli artisti conducono studi sulla luce e sulla divisione del colore simili a quelli del Puntinismo francese di Seurat e Signac, anche se in modo meno rigoroso, ottenendo effetti di maggiore spontaneità. Rispetto all’esperienza francese, inoltre, i divisionisti italiani si mostrano più interessati a soggetti tratti dalla realtà delle campagne e a temi di denuncia sociale, che arricchiscono talvolta anche di significati simbolici. Nel 1891 viene esposta alla Triennale di Milano Divisionismo Angelo Morbelli, , 1895, olio su tela. Vercelli, Civico Museo Borgogna. Per 80 centesimi! Questo dipinto è come un manifesto della tendenza al “realismo” dei divisionisti italiani, che si unisce sempre a un intento “educatore” e di sensibilizzazione sui temi sociali. Un destino comune Una mucca con il suo vitellino e una contadina con in braccio il suo bambino: ecco le due madri che danno il titolo alla tela di Giovanni Segantini (1858-1899). La scelta del soggetto rivela l’influenza dei quadri di Jean-François Millet (vedi alla pagina 338), ma si arricchisce di un significato più profondo, come se l’autore volesse penetrare il mistero della realtà e sottolineare il comune destino dell’uomo e della natura. Segantini stende il colore non per piccoli punti, ma con lunghe pennellate filamentose accostate le une alle altre. Giovanni Segantini, , 1889, olio su tela. Milano, Civica Galleria d’Arte moderna. Le due madri Metafora dell’esistenza La tela di (1868-1907), di cui è parte integrante anche la cornice, ha un andamento fortemente orizzontale: la linea dell’argine e quella delle colline sullo sfondo accentuano il lento procedere delle pecore, tutte in fila una dietro l’altra, e rischiarate da una luminosità vibrante. Il titolo del dipinto suggerisce un significato che va al di là del soggetto campestre: forse simboleggia l’umanità che procede nel cammino della vita quasi in modo inconsapevole, proprio come le pecore che si limitano a seguire quella davanti a loro. Il sottotitolo del quadro, “E ciò che l’una fa, l’altre fanno”, è ispirato a un verso della . Giuseppe Pellizza da Volpedo Divina Commedia Giuseppe Pellizza da Volpedo, , 1895 ca., olio su tela. Torino, Civica Galleria d’Arte moderna. Lo specchio della vita La pittura come musica La tendenza ad allontanarsi dal realismo per raggiungere una dimensione più simbolica è evidente nell’opera di (1852-1920). La pittura filamentosa e luminosa di questo artista riesce infatti a ottenere immagini fluttuanti, che più che figure reali sembrano personificare una sensazione, un’emozione, un’atmosfera. Secondo Previati, infatti, la pittura deve operare come la musica, suscitando l’idea di bellezza attraverso l’indeterminato, senza precisione rigorosa. Gaetano Previati Gaetano Previati, , 1891, olio su tela. Novara, Banca Popolare. Maternità