Tanti stili per la scultura Nella seconda metà dell’Ottocento, la scultura sperimenta nuovi linguaggi tra nostalgia del passato e modernità dalla scultura accademica e tradizionale nella prima metà dell’Ottocento era stato (1808-1879), autore di sculturine satiriche che sbeffeggiavano il potere e di caricature di personaggi politici con i tratti deformati. Verso la metà del secolo cominciano invece a nascere nuovi stili, che non è possibile ricondurre a un preciso movimento: le ricerche dei più grandi scultori dell’epoca, il francese (1840-1917) e l’italiano (1858-1928), vengono talvolta paragonate per lo stile veloce, quasi non finito, a quelle dei pittori impressionisti; in altri casi la scultura si è invece discostata da questa strada per ispirarsi alle immagini del mondo medievale. Uno dei pochi artisti ad allontanarsi Honoré Daumier Auguste Rodin Medardo Rosso Auguste Rodin, , 1888, bronzo.Troyes, Musée d’Art Moderne, Donation Lévy. L’uomo col naso rotto In questa straordinaria testa di uomo col naso rotto, realistica e allo stesso tempo sfuggente nelle sue forme indefinite, puoi capire come Rodin concepisce la scultura: un fluire di forme dalle quali far emergere lo stato d’animo della persona. Honoré Daumier, , 1831, terracotta policroma. Parigi, Musée d’Orsay. Caricatura del Conte di Argout, Consigliere di Stato Medardo Rosso, , 1906, gesso dall’originale in cera. Roma, Galleria nazionale d’Arte moderna. Bambino malato Medardo Rosso, inizialmente molto legato a Rodin, modella le teste in modo così rapido e fluido che la luce sembra scivolare sulla materia indefinita, quasi allo stato di abbozzo. Eugène-Emmanuel Viollet-le-Duc, , 1864, pietra. Parigi, Notre-Dame. Mostri in stile neogotico Grondaie bizzarre ornano il tetto di una torre della Cattedrale di Parigi: sono sculture di mostri ispirate all’immaginario medievale, scolpite durante il restauro ottocentesco. Questo stile, sviluppato anche in letteratura e architettura, è detto . Anche Walt Disney con i suoi fumetti vi si è poi ispirato! neogotico Una “brutta” ballerina La , di cui restano diverse versioni in bronzo realizzate dopo la morte dell’autore, è la testimonianza dell’attività di scultore di Edgar Degas, unico impressionista a cimentarsi in questa disciplina. Pensa che alla sua morte, nel 1917, furono trovate nel suo atelier oltre centocinquanta sculture in terracotta e in cera. Il primo esemplare in cera della era stato esposto nel 1881 alla mostra impressionista, e per il suo estremo realismo aveva suscitato polemiche aspre da parte dei critici, ancora abituati alle forme tradizionali della scultura neoclassica. Il volto della ragazza in tutù venne paragonato addirittura a quello di una scimmia. In realtà l’artista aveva creato un capolavoro di realismo, come d’altra parte faceva spesso nei suoi dipinti, ritraendo i soggetti grazie anche al supporto di modelli fotografici. Ballerina Ballerina Edgar Degas, , veduta di profilo e di fronte, 1881 ca., bronzo con patine di diversi colori. San Paolo del Brasile, Museu de Arte. Ballerina di 14 anni Sul corpo della , in origine modellata in cera, Degas aggiunge per accentuare il senso di realtà della scultura: sono veri i capelli, raccolti in una coda di cavallo fermata da un nastro di satin, come pure il tutù di tulle. ballerina materiali veri Nelle intenzioni di Degas la ballerina doveva stare all’interno di una teca di vetro, quasi per provocazione, come se fosse un esemplare da museo di storia naturale. Degas credeva fortemente in un’arte libera da ipocrisie, che rappresentasse la società del tempo con i suoi pregi e i suoi difetti. Ma un critico scandalizzato commentava così la Ballerina nel 1881: «Non pretendo dall’arte di essere sempre graziosa, ma non credo che il suo ruolo sia quello di rappresentare volutamente il brutto».