La Secessione viennese Architetti, pittori, decoratori lavorano fianco a fianco per rendere l’arte un fenomeno “ ” totale dell’Art Nouveau, nasce a Vienna il movimento della Secessione viennese, a cui partecipano artisti come Klimt e architetti come Olbrich e Hoffmann. Il termine “secessione” significa “distacco”: il movimento segna infatti la volontà di rinnovare l’arte e la cultura allontanandosi dagli studi accademici della cultura ufficiale. “A ciascuna epoca la sua arte, a ciascuna arte la sua libertà“ recita infatti la scritta dorata in tedesco all’ingresso della Casa della Secessione, sede del movimento. L’arte deve inoltre diventare “ ” e coinvolgere ogni disciplina. In sintonia con gli ideali stilistici totale Joseph Maria Olbrich, Casa della Secessione, 1897. Vienna La “nuda verità” dell’arte , dipinto raffinato in cui l’oro predomina, è un ritratto ricco di richiami simbolici, che raffigura a mezzo busto la dea greca della saggezza. Pallade armata, con un elmo dorato a coprire una parte del volto, tiene nella mano sinistra la lancia, e indossa una splendida corazza a lamelle d’oro decorata con la testa di Medusa, dono di Perseo. Nella mano destra tiene una figurina nuda sopra un globo, che allude alla nuda veritas, scelta da Klimt anche come simbolo del movimento della Secessione, per ricordare che l’arte deve essere libera, dire sempre la verità, e mostrarsi per quello che è, nuda. Sul fondo, la lotta fra Ercole e Tritone allude alla volontà di rottura con la cultura ufficiale. Pallade Atena Gustav Klimt, , 1898, olio su tela. Vienna, Historisches Museum der Stadt Wien. Pallade Atena Pranzare in un’opera d’arte Tra il 1905 e il 1911 l’architetto austriaco Joseph Hoffmann realizza a Bruxelles un palazzo privato per Adolph Stoclet, finanziere e mercante d’arte. L’edificio rispecchia l’ideale della Secessione viennese: le varie discipline artistiche collaborano per dare vita a stanze diverse una dall’altra, in cui ogni minimo dettaglio, dalla decorazione ai materiali usati ai singoli arredi, è concepito come parte dell’opera d’arte “totale”, che investe anche oggetti della vita quotidiana. La sala da pranzo, per esempio, è decorata da un mosaico di Klimt che riproduce, con le linee sinuose e l’astrattismo decorativo dell’Art Nouveau, l’Albero della Vita. Joseph Hoffmann, Sala da pranzo decorata con il mosaico di Klimt, 1910 ca. Bruxelles, Palazzo Stoclet.