LEGGERE L'OPERA ZOOM Le ragazze del Cubismo Nel giugno del 1907 il pittore spagnolo Pablo Picasso (1881-1973), che si era trasferito a Parigi nel 1904, dipinge , una grande tela che si ispira alle donne di facili costumi di una strada di Barcellona, calle Avignon. Pochi giorni prima, in visita al Museo etnografico del Trocadéro nel Palais de Chaillot a Parigi (poi divenuto Musée de l’Homme), il giovane artista era rimasto folgorato dalla magia delle sculture africane: « mi devono essere nate quel giorno», racconterà poi. Per diversi mesi Picasso produce innumerevoli studi preparatori, partendo dalla semplificazione delle forme tipica di Cézanne, di cui è un grande studioso. Ma in questo processo di stilizzazione diventa non a caso fondamentale l’ispirazione alle forme essenziali dell’ (”arte nera”) e a quelle dell’arte . Con questa tela, che susciterà enorme scandalo appena presentata al pubblico parigino, Picasso arriva a capovolgere ogni idea tradizionale di bellezza, creando il dipinto più rivoluzionario del XX secolo. Les Demoiselles d’Avignon Les Demoiselles d’Avignon art nègre greca arcaica Autore Pablo Picasso Opera LES DEMOISELLES D'AVIGNON Data giugno-luglio 1907 Tecnica Olio su tela Misure 243,9 x 233,7 cm Luogo New York, The Museum of Modern Art (MoMA) La donna a sinistra di profilo sembra un arcaico kouros greco. L’azzurro imita i cieli dipinti che i pittori usavano come fondali per far posare le modelle in studio. Le donne sembrano irrompere nella composizione, lacerando la tela dal retro. Una fetta d’anguria, un grappolo d’uva, una mela e una pera costituiscono la modernissima natura morta di Picasso, in omaggio alla tradizione della pittura occidentale del Seicento. Le due figure sulla destra sono ispirate all’arte nera, come puoi vedere confrontandole con la maschera Hongwe della regione di Etoumbi in Congo e il reliquiario del Gabon. Arte del Congo, , XIX secolo, legno. Ginevra, Musée Barbier-Mueller. Maschera Hongwe Arte del Gabon, , XIX secolo, metallo sbalzato. Reliquiario Kota Il grande naso, gli occhi sporgenti, le linee essenziali della scultura di Picasso, così come le decorazioni della sua , si ispirano alle maschere africane. Testa con scarificature Pablo Picasso, , 1931-1932. Antibes, Musée Picasso. Testa di donna dagli occhi grandi L’attenzione all’arte dei Paesi extraeuropei si era già fatta strada alla fine dell’Ottocento, ai tempi in cui Gauguin si era trasferito in Polinesia. Tuttavia è agli inizi del Novecento che le opere provenienti dalle numerose colonie francesi d’oltremare, esposte al Museo etnografico di Parigi, cominciano ad attirare l’attenzione degli artisti parigini delle avanguardie. Le forme semplificate, antinaturalistiche e di grande forza espressiva dell’arte primitiva ben si prestano al programma di rottura con la tradizione occidentale di giovani artisti come Matisse, Picasso e Modigliani. Pablo Picasso, , 1907, olio e sabbia su tavola. Testa con scarificature Arte del Gabon, , inizi del XX secolo, legno policromo. Ginevra, Musée Barbier-Mueller. Maschera facciale Il linguaggio dell’opera Con Picasso rompe ogni rapporto con la tradizione figurativa del suo tempo e pone le basi della pittura cubista. La principale caratteristica di questa pittura è infatti la raffigurazione di figure e oggetti frammentati, come in una specie di puzzle. Osserva le forme spigolose delle figure: appaiono scomposte e semplificate in modo inverosimile, ridotte quasi a elementi geometrici (“cubi”), e poi riaccostate sulla tela e mostrate da punti di vista diversi. L’osservatore è quindi costretto a muovere costantemente lo sguardo per cogliere la totalità dell’immagine. Dopo questo quadro, che è diventato un’icona della pittura moderna, l’arte non sarà più la stessa: per diversi anni i maestri del Cubismo dipingeranno soggetti “frammentati” e sculture spesso ispirate all’arte africana, producendo opere di una straordinaria forza espressiva e dinamica. Les Demoiselles d’Avignon