Il percorso di un genio Nella sua lunga carriera, Picasso domina da gigante la pittura del Novecento Picasso, l’artista più ricco di talento del Novecento, ha sperimentato forme espressive eccezionalmente diverse: dai primi dipinti del cosiddetto (1901-1904), come l’autoritratto che puoi osservare qui a lato, a quelli del (1904-1906) fino alle esperienze del Cubismo (1907-1915), che hai visto nelle pagine precedenti. Negli anni Venti e fino agli inizi della Seconda guerra mondiale, anche a seguito di un viaggio in Italia, Picasso aderisce a un progetto figurativo di , che recupera l’attenzione “realistica” per la figura in contrasto con le leggi del Cubismo, che come hai visto stravolgeva la natura della realtà scomponendo corpi e oggetti in immagini estremamente geometriche, quasi irriconoscibili. Negli anni immediatamente precedenti la Seconda guerra mondiale, poi, come vedrai alle pagine 424-425, Picasso saprà rinnovarsi ancora una volta, manifestando la sua incontenibile creatività con uno stile eclettico, sintesi del Cubismo, dell’astrattismo e dello stile più figurativo, che culmina con , il più celebre e sconvolgente manifesto artistico contro la dittatura franchista in Spagna: un’opera che rappresenta un urlo straziante contro la violenza della guerra. Nell’arco di pochi anni periodo blu periodo rosa “ritorno al classicismo” Guernica Pablo Picasso, , 1901, olio su tela. Parigi, Musée Picasso. Autoritratto con il cappotto Dal periodo blu al periodo rosa Risale all’anno del primo soggiorno a Parigi (1901) l’inizio del “periodo blu” di Picasso. Per l’artista, il blu è il colore del dolore, che gli ha sconvolto la mente in seguito alla morte tragica di un carissimo amico. Un senso di cupezza emana da dipinti come quello a destra, significativo anche nella scelta del soggetto: . Dalla primavera del 1904 fino a circa il 1906, Picasso sviluppa una pittura dai colori meno cupi, più addolciti. I soggetti più frequenti del “periodo rosa” sono personaggi del circo di Medrano, frequentato da Picasso con altri artisti e intellettuali suoi amici, e maschere della commedia dell’arte come Arlecchino, oltre a numerosi ritratti della sua nuova compagna, Fernande Olivier. Madre con bambino malato Pablo Picasso, , 1905, olio su tela. Mosca, Museo Puškin. Acrobata e giovane equilibrista Pablo Picasso, , 1903, pastello su carta. Barcellona, Museo di Arte Moderna. Madre con bambino malato La riscoperta della figura Negli anni successivi alla Grande Guerra Picasso abbandona la pittura cubista per aderire a una sorta di classicismo che recupera le forme piene, voluminose e plastiche dei grandi maestri italiani del passato, come Giotto o Masaccio, e dei puristi francesi dell’Ottocento, come Ingres. Quando gli domanderanno della sua esperienza cubista, da trasgressivo e provocatore quale era, l’artista risponderà in francese, col suo incorreggibile accento spagnolo: « » (Il Cubismo? Non esiste. L’arte nera? Mai sentita). E in un certo senso aveva ragione, perché, pur ispirandosi a tanti stili e culture diverse, la sua arte è assolutamente originale e autonoma. Le Cubisme? Il n’existe pas. L’art nègre? Connais pas Pablo Picasso, , 1921, pastello su carta. Basilea, Fondazione Beyeler. Studio di testa Pablo Picasso, , 1922, gouache su compensato. Parigi, Musée Picasso. Due donne che corrono lungo la spiaggia Nato come studio per il sipario di scena del balletto (Il treno blu), questa piccola tavola è una delle più significative testimonianze dell’adesione di Picasso al “ritorno all’ordine”, cioè alle forme realistiche. Anche nel piccolo formato, Picasso riesce a esprimere un senso sorprendente di monumentalità e leggerezza insieme. Le train bleu