Il “ritorno all’ordine” Alcuni artisti si riavvicinano alla tradizione distaccandosi dalle sperimentazioni delle avanguardie vede un dilagare di stili e tendenze che si intrecciano tra Parigi, New York, Mosca e Berlino e che si distaccano sempre più dalle sperimentazioni astratte. Dopo tante provocazioni, si sente il bisogno di un “ritorno all’ordine”, di un’arte cioè che sia più vicina alla sensibilità popolare e di più facile comprensione. A Parigi, oltre a Picasso che, come hai visto alla pagina 408, recupera un’arte figurativa di tradizione classica, anche altri artisti, come (1887-1985) o (1884-1920), tornano a una pittura figurativa, pur con stili e modi diversi. In Italia il “ritorno all’ordine” si risolve in una pittura che guarda ai maestri del primo Rinascimento e si sviluppa intorno al gruppo “ ”, un movimento sorretto da intellettuali e critici a cui partecipano anche artisti, come Mario Sironi, Gino Severini, Giorgio Morandi, Giorgio De Chirico e altri, che già avevano aderito al Futurismo e ad altre tendenze di avanguardia. È una fase molto particolare della storia dell’arte, che riflette le ansie e le molteplici aspirazioni a un nuovo ordine sociale di una collettività che, senza saperlo, si sta avviando verso una nuova, terribile guerra. Il periodo compreso fra le due guerre Marc Chagall Amedeo Modigliani Novecento Gino Severini, , 1920 ca., tempera su carta. Natura morta Chagall e la tradizione popolare Chagall giunge a Parigi dalla nativa Vitebsk (in Russia) nel 1910; all’epoca è un giovane ebreo di ventitré anni, con l’animo diviso fra la nostalgia del proprio Paese e l’entusiasmo per la nuova società che va a incontrare. Il suo mondo interiore è eccezionalmente ricco di poesia e la sua fantasia lo porta a svolgere, nel corso della sua lunga carriera, una ricerca molto personale di carattere fiabesco e popolare, sviluppando . Quando l’artista russo torna nel suo Paese nel 1914, la sua pittura sprigiona tutto il sapore della sua terra, come nel dipinto qui a lato che raffigura un rabbino davanti agli scalini della sinagoga, con la bizzarra raffigurazione di un altro piccolo rabbino sopra la testa, come un simbolico totem. Nel 1939 Chagall emigra negli Stati Uniti, e solo dopo la guerra tornerà in Francia. una pittura che vive di sogni Marc Chagall, , 1914, olio su cartone rintelato. Düsseldorf, Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen. Giorno di festa (Rabbino con limone) Quello che il rabbino ha in mano non è un limone qualsiasi: è conico e senza macchie. Per ottenere questa forma rara in natura i coltivatori di Esrog in Israele fanno crescere i frutti in speciali contenitori di vetro. Ogni anno a settembre i limoni maturi selezionati vengono raccolti a mano, imballati in canapa e spediti alle comunità ebraiche di tutto il mondo: Chagall ha voluto rievocare un’usanza della sua religione. I ritratti classici di Modigliani Nel 1906 il livornese Modigliani, dopo aver studiato a Firenze e Venezia, si trasferisce a Parigi. Qui entra in contatto con i maggiori esponenti delle avanguardie, pur sviluppando uno stile personale che non è riconducibile ad alcuna corrente. La sua pittura, che rivela lo studio dei grandi artisti italiani del passato, è influenzata anche da Cézanne e, come hai visto, dalla conoscenza dell’arte nera, e anche da una grande passione per l’arte antica egizia e per quella arcaica greca. Il ritorno alla figurazione si manifesta nell’arte di Modigliani soprattutto nei nudi e nei ritratti, resi inconfondibili dalle forme dei volti, dal taglio degli occhi, dai colli allungati, dipinti con tratti semplificati e larghe macchie di colore. Il suo ideale è una figura classica, non si occupa di denunce sociali o di indagini psicologiche. Anche le sue non corrispondono a un desiderio di stravolgere la realtà dei lineamenti e dei corpi, ma vogliono semplicemente nobilitare i personaggi, rendendoli particolarmente eleganti. forme allungate Amedeo Modigliani, , 1919, olio su tela. Jeanne Hébuterne con foulard In questo ritratto di Jeanne Hébuterne, la giovane pittrice francese che è stata la compagna e la modella prediletta di Modigliani, puoi osservare la particolare tecnica adottata dall’artista nei suoi ritratti. I contorni della figura sono stati tracciati sopra un primo disegno, quasi un abbozzo. I colori sono piatti, con pochi effetti di chiaroscuro, e le differenze di tonalità sono create grazie a un impasto denso di pigmenti. La figura, con il braccio appoggiato sopra lo schienale di una sedia, ci appare così quasi bidimensionale. Il “Novecento” di Sironi I dipinti di Mario Sironi (1885-1961), uno dei massimi esponenti del movimento “Novecento”, si orientano verso paesaggi di periferie urbane e anche nudi, un genere particolarmente legato alla tradizione pittorica italiana. Per il pittore la bellezza deve essere unita alla moralità – quella che lui chiama « » – e viene quindi ambientata in uno spazio severo. In questa figura di donna che simboleggia la solitudine, la solidità del nudo femminile dalle forme plastiche e squadrate fa da contrappunto ai solidi geometrici dei palazzi che si intravedono dalla finestra. bellezza pudica Mario Sironi, , 1926, olio su tela. Roma, Galleria nazionale d’Arte moderna. Solitudine