Le Corbusier e l’innovazione in architettura Forme lineari, grandi finestre e ambienti luminosi per edifici che sono, prima di tutto, funzionali (1887-1965) contribuisce in modo decisivo alla nascita in architettura del , noto anche come , che si afferma nel periodo fra le due guerre mondiali. La ricerca di Le Corbusier in campo architettonico è così innovativa da essere spesso paragonata a quella di Picasso nelle arti figurative. È stato lui il primo, in Europa, a garantire, nei suoi progetti di ville e residenze private, le esigenze di comodità e sobria eleganza per le classi elevate. Come altri architetti del Movimento moderno, Le Corbusier ha anche riflettuto sulla luminosità e salubrità degli ambienti di lavoro, sull’elasticità dei nuovi materiali, ovvero – come si proclamava all’epoca – sulla “ ”, cioè sul concetto che un edificio deve avere un particolare aspetto non tanto per motivi estetici ma soprattutto per soddisfare le esigenze di funzionalità. Le Corbusier si è occupato anche di “unità di abitazione” per molte persone, cioè di palazzi condominiali, e di progetti urbanistici per città di milioni di abitanti. L’architetto e designer di origine svizzera Le Corbusier Movimento moderno Razionalismo forma come funzione Schema del modulor di Le Corbusier, 1948. L’architettura, secondo Le Corbusier, deve costruire edifici per l’uomo e a misura d’uomo: per questo durante la Seconda guerra mondiale elabora il , una scala di grandezze basata sulle proporzioni del corpo umano, che gli architetti devono tenere presente nel progettare ogni parte dello spazio abitativo. Qui ne vedi una rappresentazione grafica: una figura umana in piedi, con un braccio alzato, a cui corrispondono determinate misure in altezza. modulor Una chiesa moderna La cappella di Ronchamp è forse il primo esempio di edificio sacro costruito secondo i princìpi dell’architettura moderna. Per prima cosa, la chiesa è realizzata in cemento armato, materiale che Le Corbusier modella dando all’edificio l’aspetto di una scultura; inoltre, non esiste una vera e propria facciata principale e l’interno ha un’unica navata dalla forma irregolare. Il tetto, simile a una grande vela rovesciata, non poggia direttamente sui muri, ma su pilastrini che sporgono dalla sommità delle pareti, lasciando così una sottile fessura vuota che fa penetrare una lama di luce all’interno. Le finestre, di grandezze diverse, sono disposte in modo asimmetrico. Le Corbusier, Cappella di Notre-Dame-du-Haut, 1950-1955. Ronchamp (Francia). Una “macchina per abitare” Ville Savoye a Poissy è un esempio perfetto delle idee di Le Corbusier: secondo l’architetto svizzero (che prenderà la cittadinanza francese) la casa è una «macchina per abitare», un «congegno elastico e scattante» che deve adeguarsi alle esigenze del proprietario. La villa, che sorge in un verde ambiente naturale, non nasconde il suo carattere di artificio, di oggetto “tecnologico” estraneo al contesto circostante col quale però si pone in continua relazione favorita dalle grandi vetrate e dall’organizzazione degli spazi. Le Corbusier, Ville Savoye, 1928-1930. Poissy (Francia). La villa è priva di una facciata vera e propria. È disegnata secondo forme geometriche elementari, con ampie e sobrie pareti bianche. L’edificio poggia su esili colonne (i ) che lo isolano dall’umidità come le palafitte preistoriche. Grazie ai pilotis, i muri non hanno più la funzione di sorreggere l’edificio e possono essere disposti in modo da creare una e funzionale. Al piano superiore una finestra a vetri si apre su una pensata anche come spazio verde. Grandi illuminano gli ambienti interni. pilotis pianta libera terrazza-solarium finestre a nastro Interni prefabbricati Le Corbusier è stato un maestro a tutto campo: pittore, designer, urbanista, ha progettato anche gli interni delle sue case e perfino gli arredi in stile con gli ambienti. Nel 1925 a Parigi, per l’Esposizione Internazionale di Arti decorative, realizza con il cugino il Padiglione dell’Esprit Nouveau (cioè dello Spirito nuovo), allestendo ambienti ispirati ai princìpi del Razionalismo che risultano tanto innovativi da suscitare enorme scalpore. La fotografia dell’epoca è un documento eccezionale, perché mostra il prototipo di quella che Le Corbusier intendeva come “ ”, cioè l’interno di ville in cemento armato completamente prefabbricate, che permettevano di ridurre di molto i costi di costruzione. cella abitativa Le Corbusier e Pierre Jeanneret, Interno di una casa modello, 1925. Parigi.