Il rifiuto della forma Nel dopoguerra le ricerche degli artisti europei si concentrano sulla forza del “segno” degli espressionisti astratti americani trova un corrispettivo in Europa in due importanti tendenze artistiche: l’ (Arte informale, senza forma, che come vedrai nelle pagine successive si afferma anche in Italia) e l’ (arte bruta, spontanea). Queste due tendenze si irradiano da Parigi, che nel dopoguerra sta progressivamente perdendo il proprio ruolo di capitale dell’arte a favore di New York. Gli esponenti dell’Informel e dell’Art brut condividono, seppure in modi molto diversi, una ricerca sulla materia, le forme organiche, i segni, con l’intento di esplorare i territori più oscuri della mente. Diversamente da quanto accade negli Stati Uniti, prevalgono piccoli formati, come a sottolineare una dimensione più intima e privata, che non rinuncia tuttavia a riflettere sulla violenza del potere, sulle tragedie della storia e sul disagio della condizione umana. Le ricerche dei vari artisti restano comunque personali, spesso del tutto autonome, come nel caso di Francis Bacon (1909-1992) che recupera la figura umana in forma monumentale, trasfigurando in modo drammatico e scenografico i ritratti e gli studi accademici e tradizionali di nudo. La negazione della forma Informel Art brut Francis Bacon, , 1950, olio su tela. Leeds, City Art Gallery. Quadro L’ombra proiettata sul fondo a strisce dona alla scena effetti teatrali. Il nudo dipinto da è inquadrato in una composizione verticale, spartita da brillanti contrasti di colore a olio. Bacon Art brut e pittura segnica Il termine “Art brut” deriva da una definizione del pittore francese Jean Dubuffet (1901-1985), che nel 1947 aveva organizzato una mostra con questo titolo, raccogliendo disegni infantili, opere di alienati e dilettanti, segni anonimi tratti da vecchi muri. La sua esplorazione dei mondi sotterranei della psiche, vicina alle precedenti ricerche surrealiste, sfocia con il berlinese Wols (1913-1951), nome d’arte di Alfred O.W. Schulze, nella cosiddetta , dove linea, colore, forma perdono importanza per lasciar spazio a macchie ed esili grovigli di segni e calligrafie. pittura segnica Jean Dubuffet, , 1953, ali vere di farfalla. Personaggio in ali di farfalla Con le sue farfalle Dubuffet crea immagini simili a quelle dei bambini. Wols, , 1947, olio, grattage, pezzi di tubetto su tela. Parigi, Musée national d’Art moderne, Centre Pompidou. Ala di farfalla Con la tecnica del raschia la tela ottenendo sfumature e segni inusuali. grattage Wols