LEGGERE L'OPERA ZOOM Un sorriso divino La statua di Apollo è venuta alla luce durante gli scavi iniziati nel 1916 nel tempio di Portonaccio, a Veio. Questa città, situata nell’area dell’attuale provincia di Roma, al tempo degli Etruschi era di grande importanza strategica: i Veiensi (gli Etruschi di Veio) rivaleggiavano con Roma per il predominio della riva destra del Tevere, e furono i primi a essere conquistati dai Romani dopo un lungo assedio, nel 396 a.C. La statua, in terracotta policroma (cioè colorata), è ad altezza naturale. Oltre all’ , almeno altre dodici statue, di dimensioni pari al vero o poco più grandi, decoravano la sommità del tempio di Portonaccio. Esse dovevano raffigurare, accoppiate fra loro, alcuni episodi del mito greco di Apollo, la divinità a capo delle Muse, le nove figlie di Zeus protettrici delle arti. L’autore della statua di Apollo è stato probabilmente il più geniale maestro attivo nella bottega di (artisti che lavorano la terracotta) fondata a Veio da Vulca, il quale aveva lavorato a Roma attorno al 580 a.C. per il re etrusco Tarquinio Prisco, padre di Tarquinio il Superbo. Apollo coroplasti Opera APOLLO DI VEIO Data Fine del VI secolo a.C. Materiale Terracotta policroma Misure Altezza 181 cm Luogo Roma, Museo nazionale di Villa Giulia Come in tutte le opere dell’arte etrusca, l’Apollo di Veio è raffigurato . Per i Greci, invece, la cui arte ha in parte ispirato gli Etruschi, era il nudo l’ideale di massima perfezione della bellezza. vestito Il volto di Apollo accenna a un vago sorriso. L’uso dell’argilla, malleabile e facile da modellare, che viene cotta in un secondo momento, permette di ottenere effetti espressivi e realistici con meno difficoltà rispetto a un materiale come il marmo. Il linguaggio dell'opera La figura si ispira in parte alle forme dei kouroi arcaici, ma le gambe hanno uno scatto molto più accentuato rispetto a quello dei modelli greci. Il braccio superstite accenna un gesto deciso. I muscoli sono evidenziati e le pieghe del vestito ben sottolineate. Il risultato è un’opera di fascino quasi primitivo, fra le più celebrate dell’arte di tutti i tempi per il suo enigmatico sorriso. L’opera è stata oggetto di un eccezionale intervento di restauro, terminato nel 2004 (per il quale esiste un eccellente sito ufficiale del Ministero: ). www.apollodiveio.it/it/restauro.asp