LEGGERE L'OPERA ZOOM Dal culto degli antenati al ritratto La statua del patrizio romano con gli antenati è nota anche come “Togato Barberini” perché proviene dalla prestigiosa collezione della nobile famiglia romana dei Barberini. L’opera è una preziosa testimonianza dello , il “diritto delle immagini”, una pratica in uso fra gli aristocratici romani: consisteva nel diritto, riservato solo ai patrizi, di conservare le immagini dei capostipiti e degli antenati di famiglia nell’atrio, l’ambiente centrale della casa. Il culto degli antenati era infatti molto vivo nell’antica Roma. ius imaginum Opera PATRIZIO ROMANO CON IL BUSTO DEGLI ANTENATI o TOGATO BARBERINI Data I secolo a.C. Materiale Marmo Misure Altezza 46,4 cm Luogo Roma, Centrale Montemartini La testa originale è andata perduta, e in tempi lontani è stata sostituita con un’altra che si adattava al corpo del personaggio. L’uomo è abbigliato con la tipica toga romana e regge i busti di due suoi antenati, i cui tratti sono raffigurati in modo molto dettagliato. Per bilanciare il peso, lo scultore ha usato l’espediente di un piedistallo a forma di palmetta. Il linguaggio dell'opera Il Togato Barberini è un’importante testimonianza delle origini del ritratto romano, che si fanno risalire alla tradizione di modellare nella cera, e poi in materiali più durevoli, l’effigie degli antenati. Possedere le immagini degli avi significa per i Romani poter esaltare la propria stirpe: diventa quindi fondamentale che lo scultore metta in luce i tratti comuni alle diverse generazioni di una famiglia; l’attenzione alla verosimiglianza (la somiglianza al vero) nasce anche da questa esigenza. Inoltre, il ritratto a forma di busto, come quello degli antenati, è una novità dell’arte romana, perché i Greci non ammettevano la raffigurazione parziale del corpo umano. , 300-275 a.C., bronzo. Roma, Musei Capitolini. Bruto capitolino In origine le immagini degli antenati sono maschere modellate con la cera sul volto dei defunti, che i familiari indossano anche nei funerali per mostrare la somiglianza con il loro avo. Dato però che la cera è poco durevole, gli scultori romani passano presto al marmo e al bronzo. Nasce così la tradizione del busto scolpito, come quello qui accanto, che indaga non solo la fisionomia, ma anche il carattere e le qualità del personaggio. In poche parole: un ritratto.