SPAZI E RELAZIONI DAI PROBLEMI ALLO SVILUPPO SOSTENIBILE Nelle pagine precedenti abbiamo notato che il cambiamento climatico e i grandi problemi ambientali (come la desertificazione e la crisi idrica) colpiscono in modo particolarmente grave alcune regioni del pianeta. Inoltre, abbiamo visto che la distribuzione della ricchezza sulla Terra è molto sbilanciata: nonostante le trasformazioni dell'economia mondiale e una certa tendenza al riequilibrio, numerosi Stati rimangono drammaticamente poveri. In entrambi i casi abbiamo accennato al fatto che i Paesi nelle condizioni peggiori si trovano in Africa. Non si tratta di una coincidenza: c'è infatti una relazione tra il (per esempio a causa della desertificazione) da un lato e la dall'altro; in molti Stati dell'Africa questo si somma, come abbiamo visto, a una situazione già difficile per ragioni storiche, politiche e demografiche (le conseguenze del colonialismo, l'alto debito estero, la crescita demografica e il sovrappopolamento). Date queste premesse, quando l'agricoltura diventa improduttiva per via dei cambiamenti climatici le conseguenze sono devastanti, poiché i Governi non hanno risorse per importare cibo né per sviluppare altri settori economici. La povertà a sua volta porta con sé analfabetismo, epidemie e mortalità infantile, poiché le istituzioni non sono in grado di garantire alla popolazione né la scolarizzazione né l'assistenza sanitaria. Due aree colpite in modo particolare sono il (la fascia a sud del Sahara, in particolare in Niger, Mali, Ciad, Burkina Faso, Sudan e Sudan del Sud) e il (la regione orientale che comprende Somalia, Eritrea, Etiopia e Gibuti), le due regioni più povere del mondo. Si crea così un circolo vizioso nel quale, in molti casi, si inseriscono anche conflitti militari sanguinosi. PROBLEMI IN RELAZIONE TRA LORO deterioramento del territorio crescita della povertà Sahel Corno d'Africa Un villaggio nella regione africana del Sahel. Secondo la FAO, l'agenzia ONU che si occupa di combattere la fame nel mondo, circa 870 milioni di esseri umani non hanno cibo a sufficienza per mantenersi in buone condizioni di salute. In termini assoluti il continente più colpito è l' (circa 580 milioni di persone, con situazioni molto difficili a Timor Est e in Yemen). Rispetto al numero complessivo di abitanti il continente più in difficoltà è però l' , dove la fame è un problema per quasi un quarto della popolazione totale, cioè per circa 240 milioni di persone: la situazione è gravissima in Burundi, Comore, Eritrea, Sudan, Ciad ed Etiopia. Inoltre in Africa la sottoalimentazione è in crescita mentre in Asia sta diminuendo. Al di fuori di questi due continenti, l'unico Stato in cui si soffre la fame è , in America. La malnutrizione, anche quando non causa direttamente la morte, indebolisce l'organismo ed espone a molte malattie, soprattutto quando non c'è neppure una sufficiente quantità d'acqua; è inoltre una delle maggiori cause della . La fame Asia Africa Haiti mortalità infantile ATLANTE ► pagina 12 Donne in coda per ricevere razioni alimentari ad Haiti. Le malattie della povertà Nei Paesi poveri spesso si rivelano fatali anche patologie che in Paesi ricchi verrebbero facilmente guarite o tenute sotto controllo: se non ci sono ospedali né soldi per acquistare medicine, anche una banale dissenteria può portare alla morte, per non parlare del morbillo e di malattie più gravi come la (un'infezione che colpisce i polmoni, molto diffusa soprattutto in Africa Meridionale) e la malaria. La viene trasmessa da una zanzara che vive nelle aree tropicali e causa quasi un milione di morti all'anno, soprattutto nell'Africa Subsahariana, cioè a sud del Sahara (per esempio in Uganda, Kenya, Repubblica Democratica del Congo e Tanzania). Un'altra grave malattia molto diffusa in Africa è l'AIDS, causata dal virus che si trasmette soprattutto attraverso rapporti sessuali non protetti; il contagio passa inoltre di madre in figlio, durante la gravidanza. Mentre nei Paesi ricchi oggi i cittadini infettati dal virus possono vivere a lungo, grazie a terapie molto costose, in Africa la vita media di chi si ammala è molto più breve. Il problema è particolarmente grave in Sudafrica, Botswana, Zimbabwe, Zambia e in altri Stati dell'Africa Meridionale. tubercolosi malaria HIV Il morbillo. Si tratta di una delle malattie che causano il maggior numero di vittime tra i bambini africani: la mancanza di medicine e la debolezza dovuta alla malnutrizione lo rendono spesso letale. Basterebbe vaccinare i bambini contro questa e altre patologie per ridurre drasticamente la mortalità infantile: a questo scopo l'UNICEF e molte associazioni e ONG stanno promuovendo campagne di vaccinazione, per le quali però servono sostegno e finanziamenti. L'analfabetismo e le guerre Oggi il 70% degli adulti e l'80% dei bambini affetti da HIV vivono in Africa: se in questo continente le malattie infettive si diffondono così rapidamente è anche perché la popolazione non ha accesso all'istruzione, ignora come difendersi e spesso non conosce nemmeno i rischi ai quali si espone. Questa è una delle conseguenze dell'analfabetismo e, più in generale, della mancanza di istruzione: non a caso quasi tutti i Paesi in cui l'analfabetismo è molto diffuso si trovano in , a partire da Somalia, Guinea e Sudan del Sud (dove circa il 75% della popolazione non è in grado di leggere), e da Burkina Faso, Niger, Etiopia, Mali e Ciad (tutti sopra il 64%); gli unici Stati non africani ai primi posti di questa graduatoria sono i Paesi asiatici Afghanistan (72% di analfabeti), Bhutan (47%) e Pakistan (45%), e l'americana Haiti (45,2%). L'analfabetismo è insieme una conseguenza e una causa della povertà. È una perché deriva dalla mancanza di risorse, sia pubbliche sia private: da una parte gli Stati non sono in grado di costruire scuole e di pagare gli insegnanti, dall'altra le famiglie non si possono permettere di mandare i bambini a scuola; ma è anche una , perché l'ignoranza fa sì che la popolazione non sia in grado né di svolgere lavori complessi, né di progettare o sviluppare nuove attività produttive, ostacolando così la crescita economica. A volte l'analfabetismo e l'ignoranza sono favoriti da minoranze senza scrupoli che sfruttano i più poveri per i loro interessi economici e politici: una popolazione in gran parte analfabeta si presta maggiormente a essere sfruttata e strumentalizzata, anche in situazione di . Non è un caso che la maggior parte dei conflitti scoppiati negli ultimi anni riguardi le aree più povere e meno alfabetizzate del pianeta, sia che si tratti di guerre tra Stati sia che si tratti di guerre civili (cioè quelle combattute tra fazioni nemiche all'interno di uno stesso popolo o di uno stesso Paese). Le guerre, a loro volta, oltre a portare lutti e dolore nelle popolazioni sono veri "moltiplicatori di povertà", in quanto distruggono scuole, infrastrutture, fabbriche e coltivazioni. Africa conseguenza causa guerra ATLANTE ► pagina 13 Una scuola in Afghanistan. Un bambino soldato in Liberia. I bambini sono sempre più spesso sfruttati anche nelle guerre. Molti eserciti e gruppi di ribelli, infatti, rapiscono adolescenti e bambini di età anche inferiore ai dieci anni, li costringono a imbracciare mitra e fucili e li inviano a combattere. Questa situazione si è verificata recentemente soprattutto in Africa (in Sierra Leone, Liberia, Sudan, Angola e altri Stati) e in Asia (per esempio in Myanmar). Un problema che si lega spesso all'analfabetismo e alla scarsa scolarizzazione è il lavoro minorile, molto diffuso non solo in Africa (per esempio in Tanzania) ma anche in Asia, soprattutto in Paesi come Bangladesh, Nepal, Pakistan e India. Anziché andare a scuola, infatti, i bambini vengono mandati a lavorare in fabbrica o nelle piantagioni per contribuire all'economia della famiglia; spesso vengono sottoposti a ritmi di lavoro massacranti e ad attività che ne mettono a rischio la salute. Lavoro minorile in Bangladesh. Finora abbiamo evidenziato le strette relazioni che collegano tra loro i grandi problemi ambientali, economici e sociali che affliggono la Terra. L'esistenza di questi nessi deve essere tenuta ben presente anche quando si cerca di trovare una risposta a queste difficoltà, e in particolare all'arretratezza dei Paesi più poveri. Non basta, infatti, puntare genericamente allo sviluppo dell'economia del pianeta, ma bisogna pensare anche alle conseguenze, positive e negative, che le diverse forme di sviluppo potrebbero avere in futuro sulla società e sull'ambiente, sia a livello locale sia a livello globale. Proprio partendo da questa consapevolezza, alla fine del Novecento è stato formulato un concetto fondamentale: lo . Si definisce così uno sviluppo economico che permette alla generazione presente di soddisfare i suoi bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri. Perché lo sviluppo sia davvero sostenibile è fondamentale che la crescita economica porti lavoro, reddito e benessere (dunque anche salute e istruzione) a tutta la popolazione e non solo a una minoranza; è necessario quindi che la crescita sia gestita in modo democratico e nel rispetto della giustizia: si parla per questo di dello sviluppo. Altrettanto importante è la , che si basa su un principio semplice ma fondamentale: le attività economiche attuali devono rispettare gli equilibri ambientali e non esaurire le risorse della Terra. Solo così, infatti, potremo lasciare anche alle generazioni future la possibilità di vivere sul nostro pianeta con risorse che consentano il loro benessere. La sostenibilità ambientale è il principio a cui si ispira la green economy ("economia verde"), indicata da molti scienziati e politici come una possibile soluzione sia per i problemi dell'ambiente sia per le difficoltà dell'economia mondiale. Si tratta di una nuova concezione delle attività produttive che punta fortemente sia sul settore delle (come l'energia solare e quella eolica) per sostituire l'uso dei combustibili fossili, sia sulle che consentono risparmi di energia e materie prime. Per ridurre l'impatto ambientale delle attività economiche la green economy prevede di agire non solo sui processi produttivi, cioè sul funzionamento di fabbriche e industrie, ma anche su tutte le fasi precedenti e successive alla produzione, che a loro volta possono danneggiare l'ambiente: per esempio l'estrazione delle materie prime, il trasporto dei prodotti e il loro smaltimento una volta diventati rifiuti. Per questo la green economy sostiene l'impiego di e privilegia il trasporto ferroviario e, più in generale, l'uso di mezzi non inquinanti. LO SVILUPPO SOSTENIBILE sviluppo sostenibile sostenibilità economica, sociale e istituzionale sostenibilità ambientale Un'economia verde energie rinnovabili innovazioni tecnologiche materiali riciclati e riciclabili delicati EQUILIBRI EDUCAZIONE AMBIENTALE LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE IN TRE MOSSE L'immissione di sostanze inquinanti e di scorie nell'ambiente non deve superare la capacità di assorbimento della natura. L'utilizzo delle risorse naturali non deve essere superiore alla loro velocità di rigenerazione. Il prelievo di risorse non rinnovabili, come per esempio i combustibili fossili, deve essere progressivamente ridotto e sostituito dalla produzione di una pari quantità di risorse rinnovabili.