SPAZI E RELAZIONI EQUILIBRI GEOPOLITICI Quando prende in considerazione il mondo intero, la geopolitica lo suddivide in , cioè in aggregazioni di territori e Stati che presentano importanti affinità economiche, politiche o culturali. Per esempio territori abitati dallo stesso popolo, o da popoli che condividono usanze e religioni; oppure Stati simili dal punto di vista dell'economia, delle istituzioni o delle scelte politiche; o, ancora, Paesi afflitti da problemi comuni. Per quanto riguarda il territorio che comprendono, le aree geopolitiche possono essere: , ossia costituite da Paesi confinanti; in questo caso possono essere definite anche o . Ne sono esempi le macroregioni che studieremo nelle prossime pagine, come quella dell'Unione Europea e dell'euro, quella russa o quella del Mondo Islamico; , cioè possono comprendere Stati lontani gli uni dagli altri; per esempio l'area geopolitica dell'Occidente include Paesi che si trovano su sponde opposte dell'Atlantico e addirittura in emisferi diversi, come il Canada e l'Australia, l'Italia e la Nuova Zelanda. La geopolitica prende in esame anche le . Ne mette a confronto la struttura economica, la demografia, il ruolo internazionale, gli interessi economici e i loro effetti sul territorio. In genere in un'area geopolitica alcuni Stati hanno un peso maggiore di altri. Quelli più ricchi, popolosi e militarmente forti, le cosiddette , esercitano di solito una forte influenza sugli Stati circostanti e definiscono in questo modo una propria . LE AREE GEOPOLITICHE aree geopolitiche • territorialmente unitarie regioni macroregioni geopolitiche • territorialmente frammentate relazioni tra gli Stati potenze area di influenza Pechino, capitale della Cina, nuova potenza planetaria. Le aree geopolitiche sono dinamiche, cioè cambiano e si trasformano, sulla base di numerosi fattori, in particolare quelli economici, demografici, sociali. Fino all'inizio degli anni '90 del Novecento, l'equilibrio geopolitico mondiale si basava sul confronto-scontro tra due grandi potenze: gli Stati Uniti (USA) e l'Unione Sovietica (URSS). Ciascuna di queste "superpotenze" aveva costruito attorno a sé una rete di alleanze intercontinentali (chiamate "blocchi"), unite da solidi legami economici e militari. Oggi la situazione è più complessa e tende continuamente a cambiare. Gli Stati Uniti sono ancora una , cioè mondiale. Invece la Russia, erede dell'URSS (scioltasi nel 1991), è una , cioè capace di far sentire fortemente la sua influenza sulle regioni circostanti (l'Europa Orientale e l'Asia Centrale), ma meno nel resto del pianeta. Da alcuni anni la Russia sta cercando di ricostruire il proprio ruolo di potenza globale, una posizione a cui aspirano anche altri Stati che sono potenze regionali, come il Brasile e l'India. L'obiettivo è invece già stato raggiunto dalla Cina, vera e propria potenza a livello planetario. Per questo si dice che il mondo è passato dal , cioè l'equilibrio geopolitico determinato da due "poli" (USA e URSS), al , uno scenario determinato da più poli, aggregati attorno a diverse potenze. GRANDI CAMBIAMENTI potenza globale potenza regionale bipolarismo multipolarismo Guerra di Corea. Ai tempi in cui il mondo era diviso in due blocchi, molte guerre scoppiavano perché le due superpotenze cercavano di prendere il controllo di aree strategiche del pianeta. USA e URSS non si affrontarono mai direttamente, ma sostennero spesso schieramenti contrapposti che si combattevano in altri Stati. Accadde anche in Corea tra il 1950 e il 1953: la guerra provocò quasi 3 milioni di vittime e si concluse con la definitiva spartizione del Paese, la Corea del Nord nel blocco sovietico,quella del Sud nel blocco degli USA. Lo studio delle aree geopolitiche permette di riconoscere e comprendere i grandi fenomeni politici ed economici, come per esempio la . Globalizzazione significa che le economie di gran parte degli Stati mondiali sono tra loro in stretta relazione e che la circolazione di denaro, risorse naturali, merci, servizi, notizie e uomini, cioè manodopera e culture, avviene liberamente. Protagoniste della globalizzazione sono sia l'economia sia la politica: le imprese multinazionali e la finanza, le comunicazioni e i media, ma anche i Governi e alcune organizzazioni internazionali. Tra i molti aspetti che studia, la geopolitica cerca di spiegare anche i conflitti e i rapporti di forza tra gli Stati per quanto riguarda l'approvvigionamento delle risorse di cui hanno bisogno, per esempio l'acqua, il petrolio e gli altri combustibili fossili. Si parla quindi di una , che analizza le politiche degli Stati, le loro alleanze, le tensioni e le guerre che si scatenano in determinate regioni del mondo per il controllo di ghiacciai, sorgenti, fiumi e laghi. Per esempio, si possono interpretare anche secondo questa chiave di lettura le dispute territoriali tra Pakistan e India e tra quest'ultima e la Cina relativamente ai rispettivi confini nell'area che comprende l'Himalaya, il Karakoram e il Pamir, ricca di ghiacciai e sorgenti. La prende invece in considerazione il modo in cui le relazioni internazionali sono influenzate dalla volontà di controllare i giacimenti petroliferi. Protagonisti di quest'ultima sono da una parte le grandi multinazionali petrolifere e dall'altra l'OPEC (Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio). Questa organizzazione internazionale è nata nel 1960 ed è costituita da 12 Stati (Algeria, Angola, Libia, Nigeria, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Iran, Irak, Kuwait, Qatar, Ecuador e Venezuela) che, insieme, controllano più di tre quarti delle riserve mondiali di questa risorsa. L'OPEC comprende Paesi anche molto lontani e diversi tra loro: non costituisce una macroregione, ma un'aggregazione geopolitica che si comporta come una potenza globale. GEOPOLITICA PER COMPRENDERE IL MONDO globalizzazione geopolitica dell'acqua geopolitica del petrolio Il Karakoram, una delle catene montuose più ricche di ghiacciai. La cerimonia per il cinquantesimo anniversario dell'OPEC.