LO SPAZIO FISICO GLI OCEANI Le acque dei tre oceani della Terra e dei loro mari ospitano molti ambienti naturali diversi, in quello che è stato definito un "continente liquido". Gli oceani e i mari coprono oltre due terzi della Terra, più precisamente il 71% della sua superficie. Sono costituiti da un'immensa quantità di acqua salata, il cui volume totale è undici volte maggiore di quello delle terre emerse; oltre all'estensione, infatti, bisogna considerare la profondità media, che è di circa 3700 metri (contro l'altitudine media delle terre emerse, che è di soli 875 metri). Negli oceani si raccoglie . Il resto ricopre le regioni polari e le montagne più alte sotto forma di ghiaccio, oppure si trova nelle falde sotterranee; una quantità minuscola rispetto al totale forma le nuvole, riempie i laghi e scorre nei fiumi. È proprio l'azione delle acque dolci che si muovono sulla superficie delle terre emerse a rendere salati gli oceani. In milioni di anni infatti i fiumi hanno sottratto alle rocce dei continenti enormi quantità di sali minerali e le hanno trasportate fino al mare. Qui i sali si sono accumulati progressivamente, e in questo modo le acque si sono arricchite di tutti i sali minerali presenti sulla terraferma. Navigatori e geografi hanno suddiviso idealmente la massa di acqua salata che ricopre il pianeta in tre oceani: l'Oceano Pacifico, l'Oceano Atlantico e l'Oceano Indiano. Ciascuno di questi comprende molti mari (cioè i bacini formati dagli oceani quando si insinuano tra le terre emerse). Gli oceani sono in comunicazione tra loro, dunque per molti aspetti costituiscono un unico sistema; tuttavia ciascuno ha anche alcune caratteristiche particolari. L' è delimitato da Asia e America e circonda quasi per intero un continente, l'Oceania. Si tratta dell'oceano più esteso. Misura infatti quasi 180 milioni di chilometri quadrati (un terzo della superficie terrestre, più di tutti i continenti messi insieme) ed è la più grande "entità geografica" del pianeta. È anche l'oceano più profondo, con una profondità media di quasi 4200 metri e una massima di 11.034, misurata nella Fossa delle Marianne, una vasta depressione a est delle Filippine. In totale l'Oceano Pacifico comprende circa 25.000 isole e forma numerosi mari, soprattutto lungo la costa asiatica, ricca di golfi, penisole e arcipelaghi. Fu battezzato "Pacifico" dal navigatore Ferdinando Magellano (1480-1521), ma in realtà, soprattutto alle latitudini più meridionali, è un oceano particolarmente tempestoso, battuto dai venti e dalle onde più distruttive del pianeta. L' si estende invece tra le coste occidentali dell'Europa e dell'Africa e quelle orientali dell'America, tutte in gran parte lineari e poco frastagliate. È il secondo oceano del pianeta per superficie e per profondità massima. Bagna l'isola più estesa del mondo, la Groenlandia, e forma numerosi mari, spesso chiusi: i principali sono il Mar Mediterraneo, il Mar Nero e il Mar Baltico in Europa, e il Mar Caribico in America. L' è il meno vasto dei tre. Chiuso nel grande arco tra Africa, Asia e Australia, si sviluppa soprattutto nell'emisfero meridionale e bagna isole e arcipelaghi di notevole bellezza, come il Madagascar e le Seychelles. Il Mar Rosso è uno dei principali mari formati da questo oceano: è un vero e proprio mare tropicale ricchissimo di vita, in un paesaggio sottomarino di straordinaria bellezza. più del 97% di tutte le acque esistenti sul pianeta ATLANTE ► pagine 4-5 I TRE OCEANI Oceano Pacifico Oceano Atlantico   Oceano Indiano Tempesta sulle coste della California, bagnate dall'Oceano Pacifico. Nave da crociera nel Mar Caribico, formato dall'Oceano Atlantico. Una spiaggia delle Seychelles, affacciata sull'Oceano Indiano. Il fondo degli oceani è costituito da elementi simili a quelli delle terre emerse. Per esempio, come abbiamo visto, si innalza in catene montuose chiamate (alcune delle quali nettamente più imponenti dell'Himalaya); sprofonda in valli e depressioni, dette rispettivamente e ; o si distende in (pianure) interminabili, le più vaste del pianeta. Le profondità marine sono ricche di in grandissima parte non ancora utilizzate. Fanno eccezione i giacimenti di combustibili fossili, in particolare di petrolio, sfruttati in modo sempre più intenso grazie alla costruzione di piattaforme petrolifere e alla perforazione di pozzi in mare. Sui fondali, nelle acque e anche nel cielo sopra gli oceani si incontrano numerosissime forme di vita: vi hanno trovato il proprio ideale non solo pesci, molluschi e crostacei, ma anche mammiferi (come balene, delfini e foche), rettili (come le tartarughe marine), insetti, alghe, piante, uccelli e un'infinità di microrganismi. Per la sua vastità, varietà e ricchezza, l'oceano può dunque essere considerato un vero e proprio continente liquido. Un continente fondamentale anche per il genere umano: più di metà della popolazione mondiale vive lungo le coste marine e oceaniche, e per un miliardo e mezzo di persone il mare significa nutrimento, lavoro, possibilità di comunicazione e di scambio. UN CONTINENTE LIQUIDO dorsali oceaniche canyon sottomarini fosse abissali piane risorse minerarie habitat L'aragosta, un crostaceo che vive nei fondali. Gabbiani, una delle specie di uccelli che volano sopra gli oceani. ISOLE VULCANICHE Negli oceani si trova la maggior parte dei vulcani del pianeta. Molti sono completamente sommersi; altri invece, eruzione dopo eruzione, hanno accumulato strati di lava fino a emergere dal mare, dando vita alle cosiddette isole vulcaniche. Alcune di queste sono poco più che scogli di lava solidificata, altre, come l'Islanda, sono molto estese. Alcune sono raggruppate in  , come le Canarie, nell'Atlantico: a Lanzarote (nella prima foto) le eruzioni di vulcani tuttora attivi hanno creato splendidi paesaggi naturali. Talvolta le isole vulcaniche si allineano in "catene" dette  , come le Tonga in Polinesia (nella seconda foto, una i delle isole dell'arcipelago, costituita da un grande cratere) e quelle che compongono l'Arcipelago Giapponese.  arcipelaghi archi insulari La superficie oceanica è mossa dai che soffiano in mare aperto. In questo modo si formano grandi onde che possono percorrere migliaia di chilometri prima di attenuarsi o di infrangersi sulla costa. Le aree più tempestose sono quelle attorno all'Antartide, spazzate da venti costanti e fortissimi, che non incontrano né terre né altri ostacoli lungo il proprio percorso. Le onde riguardano soltanto la superficie del mare. Al di sotto si muovono invece le grandi masse d'acqua delle correnti. Più imponenti di qualsiasi fiume terrestre, attraversano tutti gli oceani alla velocità di pochi chilometri orari. Sono originate dalle differenze di temperatura, densità e salinità che esistono tra diverse aree degli oceani; inoltre vengono influenzate dai venti, dalla rotazione terrestre, dalle maree e dalla presenza delle masse continentali. Esistono , che nascono nelle fasce equatoriali e tendono a spostarsi in direzione dei Poli; e , che si formano nelle zone polari e tendono a muoversi verso l'Equatore. Le correnti hanno andamenti molto complessi: in alcuni tratti salgono fino in superficie, in altri scendono a lambire i fondali; a volte si intersecano, si scontrano, formano grandi vortici. Complessivamente tuttavia seguono percorsi quasi circolari, in senso orario nell'emisfero boreale e in senso antiorario in quello australe. ONDE E CORRENTI venti correnti calde correnti fredde Tartarughe, rettili marini che si muovono sfruttando le correnti. Negli strati d'acqua più superficiali, che sono i più illuminati dalla luce solare, galleggia il primo, importantissimo anello della catena alimentare oceanica: il , un insieme di alghe microscopiche dalle forme incredibilmente varie. Il fitoplancton è il principale nutrimento dello , un ammasso di animaletti microscopici a cui si aggiungono meduse, piccoli crostacei, larve. L'insieme di questi vegetali e animali galleggianti è detto semplicemente e costituisce la maggiore risorsa di tutti gli oceani. Dove c'è molto plancton, infatti, i pesci possono proliferare. Innanzitutto i banchi di , come aringhe, acciughe e sardine, che si nutrono direttamente di questa risorsa e si concentrano a milioni attratti dall'abbondanza di cibo. A loro volta questi banchi sono seguiti e cacciati da come sgombri, merluzzi, naselli. Al vertice della catena alimentare ci sono i , velocissimi e voraci: pesci spada, tonni, squali. LA VITA NEGLI OCEANI Frontiere invisibili attraversano le profondità di tutti gli oceani: dividono le acque luminose da quelle buie, quelle fredde da quelle calde, quelle dense e salate da quelle più dolci e leggere. Queste frontiere separano ambienti molto diversi tra loro, nei quali vivono animali e vegetali differenti, adatti a ciascun particolare habitat. Il plancton, una risorsa fondamentale fitoplancton zooplancton plancton pesci di piccole dimensioni pesci di media taglia grandi predatori Plancton al microscopio. Un banco di pesci. Lo squalo, tra i grandi predatori degli oceani. Negli abissi, la parte più profonda e vasta degli oceani, vivono comunità animali di cui si sa pochissimo. È certo tuttavia che non ci sono vegetali: a più di 600 o 700 metri di profondità manca completamente la luce, indispensabile alla fotosintesi. Gli abissi sono quindi un , dove esistono solo pesci (nella foto a destra, un esemplare dell'ordine dei lofiformi) e molluschi detritivori (cioè che si nutrono di resti organici che "piovono" dall'alto) o predatori. Alcune specie, per esempio diversi tipi di calamari, si sono adattate bene a condizioni così estreme: nel buio emettono segnali emanando bagliori, luminosità, fosforescenze che permettono loro di ritrovarsi, dare l'allarme e attrarre le prede. Le specie degli abissi sono piuttosto esili e delicate: l'acqua è molto calma, attraversata da poche, lentissime correnti; per vivere in questo mondo quasi immobile non sono necessarie né velocità né resistenza. La barriera corallina Ai Tropici i mari presentano condizioni particolari. Infatti in queste zone del pianeta il Sole scalda molto gli strati d'acqua più superficiali, che tendono quindi a galleggiare su quelli sottostanti senza mescolarsi a essi. Questo non favorisce la vita marina, che invece esplode in tutta la sua varietà e bellezza nelle zone in cui si sono sviluppate le barriere coralline: "costruzioni viventi" simili a scogliere frastagliate, ricche di colori e forme bizzarre e affascinanti. Le barriere coralline nascono dall'accumulo millenario di e , cioè gli scheletri di minuscoli che vivono in colonie in queste acque. Ogni polipo infatti costruisce il proprio riparo calcareo, da cui sporge i tentacoli per afferrare le particelle di plancton; quando muore, questo riparo gli sopravvive e funge da base per quelli costruiti da altri polipi, finché non si raggiungono gli strati più superficiali del mare. Le barriere coralline possono formarsi solo in condizioni particolari: acqua limpida e calda, sempre sopra i 24 °C; fondali rocciosi capaci di sostenerle; luce abbondante. A ridosso delle barriere coralline vive una incredibilmente varia: le specie sono molto numerose, ciascuna presente con pochi esemplari. Come in un gigantesco acquario, nuotano pesci pappagallo, pesci scatola dalla forma a parallelepipedo, pesci angelo gialli e neri, che viaggiano sempre in coppia, pesci palla in grado di gonfiarsi in caso di pericolo, razze che nascondono pungiglioni velenosi sotto la coda. Richiamati da tutte queste specie, non mancano i predatori: barracuda e squali. Le barriere coralline si trovano in tutti gli oceani, in genere vicino a tratti di costa. Pur occupando una superficie minima di mare (meno di due millesimi del totale), ospitano quasi un quarto delle specie marine conosciute. Da molti degli organismi vegetali e animali che le popolano si estraggono sostanze usate in medicina per i trapianti ossei, per combattere alcune forme di cancro e altre malattie. Inoltre, per molti Paesi tropicali, le barriere sono un'importante struttura di protezione delle coste, poiché le difendono dalle mareggiate e quindi dall'erosione. coralli madrepore polipi fauna i L'habitat degli abiss mondo esclusivamente animale delicati   EQUILIBRI EDUCAZIONE AMBIENTALE   UN AMBIENTE IN PERICOLO La barriera corallina è uno degli ecosistemi più a rischio. Trovandosi in genere vicino alla costa, è infatti molto esposta all'inquinamento delle acque e alle trasformazioni che l'uomo sta apportando all'ambiente, ormai evidenti anche nelle zone tropicali. In particolare, i mari sono sempre più torbidi, la luce non riesce a filtrare in profondità e i polipi muoiono. Questo accade a causa degli scarichi fognari e della deforestazione di vaste aree dell'interno: il suolo, non più protetto dalle foreste, viene eroso e perciò i fiumi riversano in mare grandi quantità di sedimenti. Altri pericoli vengono dal forte aumento del turismo, della pesca e della navigazione. I dati sono preoccupanti: sembra che sia già andato completamente distrutto il 10% di tutte le barriere coralline del mondo e che, se la situazione non migliorerà rapidamente, entro i prossimi vent'anni ne scomparirà un altro 60%. ISOLE CORALLINE E ATOLLI A volte gli accumuli di coralli danno vita a vere e proprie isole: sono le cosiddette isole coralline, chiamate anche   e situate nelle fasce calde del pianeta. Queste isole sono piatte e orlate di spiagge di sabbia bianchissima. È il caso delle Maldive (nell'Oceano Indiano), delle Bermuda (nell'Oceano Atlantico) e di molti arcipelaghi polinesiani. Un atollo è un'isola corallina dalla caratteristica forma ad anello: circolare, racchiude al centro una laguna non molto profonda.  cay LE PAROLE della geografia DORSALI OCEANICHE • CANYON SOTTOMARINI • FOSSE ABISSALI  • HABITAT • FITOPLANCTON • ZOOPLANCTON • BARRIERA CORALLINA • ISOLA CORALLINA • ATOLLO Perché l'acqua degli oceani è importante per il nostro pianeta? Quali sono i tratti distintivi dei tre oceani della Terra? Che cosa sono i mari? Qual è la differenza tra onde e correnti? Che ruolo ha il plancton nella catena alimentare oceanica? Come si formano le barriere coralline? Da che cosa è caratterizzato l'habitat degli abissi?