SPAZI E RELAZIONI LA SAVANA In vaste aree del pianeta, tra le foreste equatoriali e le fasce tropicali aride si estende la savana, in genere su superfici pianeggianti. Occupa vaste regioni in Africa ed è diffusa anche in America Meridionale (a sud e a nord dell'Amazzonia) e in Australia; in India invece è stata in gran parte sostituita da campi coltivati. Il paesaggio è caratterizzato da sterminate punteggiate qua e là da piante (acacie, baobab altissimi), stagni, radure fangose, corsi d'acqua. Nella savana la temperatura è piuttosto elevata tutto l'anno (in media circa 27 °C) e si alternano due stagioni, umida e secca. Durante quella umida, detta , frequenti temporali si abbattono sulla pianura e l'erba cresce alta e verde; poi, con la , l'erba ingiallisce e spesso il vento alimenta incendi, che tuttavia non danneggiano le radici. I nuovi germogli nascono rapidamente, e questo permette la vita di molti grandi animali. Nella savana africana vivono infatti i branchi di (gnu, gazzelle, zebre, giraffe, bufali, rinoceronti, elefanti) più numerosi della Terra, cacciati da carnivori di grossa taglia come leoni, ghepardi, iene. Nelle savane del resto del mondo, invece, gli erbivori selvatici sono stati decimati dall'uomo e scacciati dai loro territori, trasformati in pascoli per gli animali d'allevamento. In Africa la caccia, spesso praticata illegalmente dai bracconieri, mette a rischio molte specie; vengono abbattuti soprattutto gli elefanti (per l'avorio delle zanne) e i rinoceronti (per il corno). distese di erba alta stagione delle piogge stagione asciutta erbivori selvatici ATLANTE ► pagine 14-15 Zebre e gnu nella savana africana. DELICATI EQUILIBRI VIVERE NELLA SAVANA La savana, fertile, pianeggiante e ricchissima di fauna, è un ambiente favorevole all'insediamento umano. In tutti i continenti infatti è stata popolata fin dai tempi più antichi. Le attività e gli stili di vita tradizionali sono ancora diffusi, soprattutto sugli altopiani dell'Africa Orientale. Qui popoli di agricoltori e di allevatori si spartiscono il territorio. I pochi che praticano ancora l' coltivano piccoli appezzamenti che abbandonano dopo pochi raccolti di miglio e manioca: interi villaggi si spostano in altre zone, evitando di impoverire eccessivamente il suolo e di provocarne l'erosione. Oggi la maggior parte dei contadini pratica l' , ossia vive in villaggi stabili, circondati da coltivazioni di mais, fagioli, lenticchie, ortaggi; i campi sono mantenuti fertili con letame e altri concimi naturali. Molto diversa è la vita degli della savana, tutti nomadi. I per esempio sono un popolo di pastori e guerrieri che abita tra il Kenya e la Tanzania; allevano bovini, zebù, capre e pecore. Come la maggior parte dei popoli pastori, i masai si spostano con il bestiame verso i pascoli più verdi, seguendo l'alternarsi delle stagioni umide e secche. Questo modo di vivere ha un impatto ambientale minimo ed evita l'eccessivo sfruttamento delle risorse naturali. agricoltura itinerante agricoltura sedentaria allevatori masai Un villaggio masai in Kenya. L'IMPATTO DEL TURISMO Oggi la vita di molti popoli della savana africana sta cambiando profondamente: sempre più la cultura e le attività tradizionali lasciano posto a lavori e comportamenti "occidentali". Si tratta soprattutto di una conseguenza dell'aumento del turismo. Nella savana africana, infatti, sono nati numerosi parchi che ogni anno attirano centinaia di migliaia di visitatori. Questo fenomeno porta risorse fondamentali per costruire strutture come scuole e ospedali ma, al tempo stesso, induce i giovani ad abbandonare i villaggi per cercare lavoro in negozi, hotel e ristoranti.