EQUILIBRI DELICATI VIVERE NEL DESERTO I deserti dell'Australia Centrale, del Nord del Cile e del Perù, così come quelli del Kalahari e del Namib, sono quasi completamente spopolati. Tuttavia, in genere, in Asia, America, Africa e Oceania le regioni desertiche sono abitate da di pastori e mercanti, che si spostano a intervalli regolari all'interno di territori vastissimi. L'economia di questi popoli si basa sul commercio e sull'allevamento di animali resistenti al difficile clima del deserto: capre, pecore, lama (sulle Ande), cammelli, dromedari. Nel i nomadi (chiamati beduini) seguono spesso le stesse piste che in passato collegavano le miniere di oro e rame con le coste mediterranee e del Mar Rosso: lunghe carovane di dromedari portano sale dalle distese prosciugate alle città che si trovano nelle regioni predesertiche. Oggi tuttavia le strade che tagliano il Sahara sono più numerose di un tempo. Non si tratta dell'unica trasformazione del paesaggio: nel deserto più vasto del pianeta sono stati scavati pozzi petroliferi e realizzate lunghe tubazioni di oleodotti e gasdotti; sono state aperte piste percorse dalle jeep dei turisti e sono spuntate recinzioni a protezione di zone militarizzate; sono state costruite perfino alcune ferrovie. I NOMADI E LE STRADE DEL DESERTO popolazioni nomadi Sahara Un treno nel deserto del Namib. Tende beduine.  Per i periodi di sosta, che possono durare settimane, i nomadi del Sahara montano tende intessute con lana di pecora, capra e cammello. Nei deserti vivono anche , raccolti nelle oasi, "isole verdi" che spuntano come macchie rigogliose in queste regioni aride. Alcune si sono formate spontaneamente nei pressi di una o più sorgenti: è il caso di Tozeur, nel Sahara tunisino, dove un tempo le sorgenti erano oltre 300. Altre sono il risultato di un lungo intervento umano sul territorio. In ogni caso, tutte le oasi popolate e sfruttate a fini agricoli sono state profondamente modificate dall'uomo in modo da valorizzare al meglio le risorse idriche. Nelle si usa ancora l'antico sistema di distribuzione delle acque. Ogni nucleo familiare possiede una casa e un piccolo appezzamento di terreno, e ha a disposizione una certa quantità di acqua, che viene utilizzata rispettando turni molto precisi. I terreni coltivati, a valle dell'abitato, sono solcati da un gran numero di canaletti di irrigazione. Ovunque le palme ombreggiano il terreno. Si coltivano piante di tamarindo, fichi, albicocche, melograni, orzo, legumi, foraggi e fiori. La vegetazione e i canaletti di irrigazione creano un particolare microclima, umido e fresco. Nelle , l'utilizzo dell'energia elettrica e delle pompe idrauliche permette di sfruttare le acque di falde più profonde oppure di fiumi fossili, cioè fiumi che scorrono sotto la sabbia. Queste acque, spesso piuttosto salate e adatte solo all'irrigazione, vengono raccolte e conservate sottoterra in grandi cisterne, a loro volta collegate a reti di tubazioni sotterranee. Le oasi sono anche importanti lungo le strade del deserto: oggi ospitano stazioni di rifornimento, luoghi di ristoro, officine meccaniche, empori. Oltre a quelli delle oasi, nell'ultimo secolo i deserti hanno visto nascere nuovi tipi di insediamento umano: sorti accanto alle miniere e nelle zone ricche di pozzi petroliferi, sono detti . Questi insediamenti ospitano tecnici e operai e vengono costantemente riforniti di cibo, combustibile e acqua attraverso camion, elicotteri e piccoli aerei. Si tratta di villaggi temporanei: quando la risorsa da sfruttare si esaurisce, molti edifici e strutture vengono smontati per essere spostati altrove. LE OASI agricoltori sedentari oasi agricole tradizionali oasi agricole più moderne punti di sosta villaggi minerari Palma da dattero.  Queste piante sono fondamentali per l'ecosistema dell'oasi: oltre a ombreggiare le coltivazioni, forniscono i datteri, ricchi di valore nutritivo, e un succo dissetante e zuccherino. I rami sono usati per costruire mobili, tetti e siepi che proteggono dal vento; le foglie vengono intrecciate per produrre cesti e stuoie; i tronchi servono da sostegno per i tetti e per i ponti; le fibre, mescolate all'argilla, rendono più resistenti i mattoni.   Nuovi tipi di oasi. Nel Negev, il deserto israeliano, sono nati piccoli insediamenti, simili a fattorie, in cui si coltivano varietà agricole pregiate come peperoni, pomodori, meloni, carciofi e alberi da frutto. Il terreno viene irrigato goccia a goccia, usando acqua dolce (che un acquedotto trasporta dal fiume Giordano) mista ad acqua salmastra, che da sola sarebbe troppo salata per irrigare la maggior parte delle colture.