IERI e OGGI UN MONDO URBANIZZATO È difficile misurare lo spazio occupato dai centri urbani sulla Terra: si tratta certamente di una porzione molto piccola delle terre emerse. Eppure oggi più di di esseri umani, in tutti i continenti e a tutte le latitudini, vivono in : in quartieri residenziali, in grandi palazzi d'epoca, in vecchi edifici cadenti, in grattacieli di vetro e acciaio, in baraccopoli di fango, in periferie polverose e così via. Poco più di un secolo fa, all'inizio del Novecento, a vivere in città era meno del 10% della popolazione mondiale. Nel 1950 questa percentuale era già raddoppiata. Oggi è arrivata al 52%: più della metà dell'umanità. Viviamo quindi in un mondo urbanizzato. A partire dalla fine del Settecento, con la nascita dell' e lo sviluppo dei , nel Regno Unito e in alcuni altri Paesi europei grandi masse di contadini cominciarono a spostarsi dalle campagne verso le città. Alla metà dell'Ottocento più di trenta città del Vecchio Continente superavano i 250.000 abitanti; spiccavano Londra (2,6 milioni di abitanti) e Parigi (1,1 milioni). Anche in alcune aree del resto del mondo, quelle dove si era diffusa l'industrializzazione, cominciarono a crescere le città: in particolare lungo la costa atlantica degli , dove nel 1850 già cinque realtà superavano il milione di abitanti, e in , dove Tokyo crebbe fino a sostituire l'antica capitale Kyoto. Tuttavia, fino a un secolo fa, la crescita rapidissima della popolazione urbana rimase soprattutto un : nel 1900, 142 città del mondo superavano i 200.000 abitanti; 97 di queste si trovavano in Europa. Anche nel nostro continente, però, questa trasformazione è avvenuta in tempi diversi nei vari Paesi: in , per esempio, si è verificata tra il 1950 e il 1970, quando quasi 30 milioni di persone lasciarono le campagne in favore delle città, soprattutto quelle delle regioni settentrionali. tre miliardi e mezzo centri urbani IL GRANDE ESODO DALLE CAMPAGNE industria trasporti Stati Uniti Giappone fenomeno europeo Italia La popolazione urbana nel mondo. Solo negli ultimi decenni il movimento di concentrazione della popolazione nelle città si è esteso a tutto il pianeta. Attualmente infatti più di 500 agglomerati urbani nel mondo superano il milione di abitanti: tra i primi 100, solo 10 sono europei, mentre 48 sono asiatici, 14 africani, 16 nordamericani, 10 sudamericani, 2 australiani. In America e nei maggiori Paesi dell'Oceania, sette-otto abitanti su dieci vivono in città, come in Europa; Asia e Africa sono i continenti nei quali la popolazione urbana è cresciuta maggiormente. In molte regioni del mondo, tuttora, milioni e milioni di esseri umani abbandonano le loro case rurali, le loro abitudini e il loro modo di vivere per trasferirsi in città alla ricerca di migliori condizioni di vita; molti degli emigrati che raggiungono i Paesi europei, per esempio, sono contadini africani, asiatici o sudamericani che lasciano i loro villaggi e si insediano nelle città europee. Un fenomeno ancora in corso La città industriale di Hanley (Inghilterra), nell'Ottocento. I grattacieli della moderna Shanghai. Gli areogrammi mostrano il contributo di ciascun continente alla composizione della popolazione urbana mondiale, cioè per esempio "il peso" della popolazione urbana europea (o americana, asiatica e così via) rispetto al totale della popolazione urbana mondiale, considerando rispettivamente il 1950, il 2010 e una stima riferita al 2050. I cambiamenti più evidenti sono la diminuzione delle percentuali di America ed Europa, e il grande aumento dei valori che riguardano l'Africa e l'Asia. La popolazione urbana nei continenti.