I MOSAICI DI RAVENNA L’ORO E LA LUCE Nel VI secolo Ravenna è sotto il controllo dell’ , cioè la parte orientale dell’Impero romano sopravvissuta alla caduta di quello d’Occidente nel 476. A Ravenna infatti risiedeva l’esarca, il governatore dei territori bizantini in Italia. In pochi decenni la città cambia completamente il suo aspetto: da piccolo centro di provincia diventa uno dei centri più ricchi d’Italia e la sua arte riflette direttamente quella di Bisanzio. Il cambiamento è visibile soprattutto negli edifici religiosi costruiti in questi anni. Le chiese e le basiliche presentano tutte un identico contrasto tra esterno e interno: all’esterno sono spoglie, in mattoni, senza decorazioni e con un’architettura molto semplice, mentre all’interno sono interamente rivestite di , secondo una tradizione dell’Oriente che si era diffusa anche a Roma, nelle prime basiliche cristiane. Spesso queste opere erano realizzate da artisti orientali giunti in Italia. Impero bizantino mosaici a fondo oro DUE PREZIOSI CORTEI Le due scene raffigurano le massime autorità dello stato bizantino, l’imperatore Giustiniano e l’imperatrice Teodora, insieme a un corteo di funzionari e dignitari: avanzano verso l’altare portando le offerte del pane e del vino per la messa. Non è una rappresentazione naturalistica: i personaggi hanno occhi fissi e sono . Né Giustiniano né sua moglie visitarono mai la città di Ravenna: si tratta di una rappresentazione simbolica dello stretto legame esistente tra Ravenna e la capitale orientale. immobili come statue Occhio al dettaglio Il fondo d’oro crea uno spazio fuori dal tempo e lontano dalla realtà, che non corrisponde al vero, ma suggerisce l’idea del divino. L’oro e i colori brillanti riflettono la luce con le sue infinite sfumature, rendendo visibile al fedele la presenza spirituale di Dio. (540-547), mosaico. Ravenna, Basilica di San Vitale, abside. L’imperatore Giustiniano e il suo seguito (540-547), mosaico. Ravenna, Basilica di San Vitale, abside. L’imperatrice Teodora e il suo seguito UNA TOMBA PREZIOSA Galla Placidia, figlia dell’imperatore Teodosio, resse l’impero all’inizio del V secolo mentre il figlio Valentiniano III era ancora minorenne. Secondo la tradizione, il mausoleo che porta il suo nome doveva contenere le sue spoglie, anche se nessun documento lo conferma. L’interno è tutto decorato da mosaici, che probabilmente sono stati realizzati da artisti occidentali che conoscevano bene le tecniche bizantine: l’immagine del Buon Pastore, infatti, ha una resa molto della profondità e dei volumi, che è in genere estranea all’arte orientale. realistica (V secolo), mosaico. Ravenna, Mausoleo di Galla Placidia. Il Buon Pastore in mezzo al gregge