SCOPRI L’ARTE ROMANICA UN’ARTE PER LE CHIESE Il termine “Romanico” viene inventato in Francia nella seconda metà del XIX secolo per definire l’arte dell’Occidente medievale , e indica la somiglianza con l’arte romana dell’antichità classica. tra la metà dell’XI e tutto il XII secolo UN CANDIDO MANTELLO DI CHIESE Come racconta un cronista francese dell’XI secolo, attorno all’anno Mille “un candido mantello di chiese” comincia a rivestire l’intero Occidente: grandi santuari, ma anche piccole chiese di campagna e monasteri diventano il fulcro della vita della comunità. L’edificio più importante della città è il (che prende il nome di cattedrale se in città è presente il vescovo). Si trova nella piazza principale ed è costruito e rivestito con materiali diversi a seconda delle regioni, non sempre “candidi” come nella descrizione del cronista francese. In Lombardia si usano soprattutto i , in Emilia la , in Italia centrale il , spesso con un’elegante alternanza di bianco e verde (o nero). L’uso del marmo per ricoprire i muri di mattoni si diffonde soprattutto in Toscana e nelle zone soggette all’influenza della Repubblica marinara di Pisa: la Liguria e la Sardegna. duomo mattoni pietra marmo Basilica di San Miniato al Monte (dal 1062), facciata, marmo bianco e verde di Prato. Firenze. La Basilica di San Miniato al Monte sorge sulle colline nei pressi di Firenze nel luogo in cui, secondo la leggenda, san Miniato, scelse di essere sepolto: decapitato in città intorno al 250, camminò a lungo, portando in mano la propria testa, per scegliere il luogo della sua sepoltura. La chiesa è una costruzione molto semplice, quasi severa, in cui la caratteristica principale è l’ del rivestimento marmoreo bianco e verde scuro, che utilizza due diversi marmi toscani. FACCIATA BICOLORE ordinata geometria UNA FANTASIA SCONFINATA Le chiese romaniche sono ricche di bassorilievi scolpiti, mentre le sculture a tutto tondo sono quasi del tutto assenti. Come si è visto, vi si trovano bassorilievi che raccontano storie sacre, ma anche decorazioni vegetali e animali, usate per abbellire elementi architettonici minori, come cornici o capitelli. Nel complesso si tratta di un repertorio ricchissimo e fantasioso, in cui l’uomo è rappresentato in mezzo a , che simboleggiano la lotta con il male e il peccato. Questo repertorio, insieme spaventoso e divertente, è una sorta di enciclopedia medievale del mondo vegetale e animale. Lo spazio ristretto di capitelli o cornici porta la scultura romanica ad adottare forme intrecciate e sovrapposte. esseri mostruosi (inizio del XII secolo), capitello in pietra. Autun (Francia), Cattedrale di Saint-Lazare. Giuda e i diavoli Il capitello proviene dalla Cattedrale di Saint-Lazare, ad Autun, in Borgogna, costruita tra il 1120 e il 1146. La Borgogna è una regione della Francia centrale, sulle vie del pellegrinaggio verso Santiago: da qui, questo tipo di figurazione scultorea e di decorazioni mostruose si diffonde in tutta Europa. Il capitello rappresenta Giuda che, dopo aver tradito Cristo, si impicca a un fico: i frutti dell’albero non sono raffigurati in modo realistico e soprattutto sono di misura sproporzionata perché devono colpire l’immaginazione del fedele. Accanto a lui ci sono due , dal corpo magrissimo e dalla testa enorme: la loro bruttezza corrisponde alla gravità dei peccati commessi da Giuda. LA MOSTRUOSITÀ DEL PECCATO demoni mostruosi e alati CROCIFISSI DIPINTI Una delle rappresentazioni più frequenti nella pittura romanica, di cui restano poche testimonianze, è il : al centro c’è la figura di Cristo, ai lati si trovano spesso storie della sua vita e momenti della Passione. Ai due estremi del braccio corto in genere sono rappresentati personaggi addolorati per la morte di Cristo: Maria, san Giovanni evangelista e le pie donne. L’immagine di Cristo è priva di realismo: è raffigurato vivo, con gli occhi spalancati e il corpo ben aderente alla croce, non accasciato sotto il peso della morte. Si tratta della tipologia del , in cui il Salvatore è rappresentato come trionfatore sulla morte e sul dolore fisico, che già annuncia la resurrezione. Crocifisso figurato Cristo trionfante Maestro fiorentino, (1175 ca.), tempera su tavola, 302x231 cm. Firenze, Galleria degli Uffizi. Crocifisso con storie della Passione e della Resurrezione Non conosciamo il nome dell’artista che eseguì questa grande croce, ma si tratta di un pittore che, pur lavorando a Firenze, è ancora molto vicino all’arte bizantina nei modi di dipingere e di concepire la figura umana: Cristo è infatti raffigurato secondo che non hanno niente di realistico. Più libere e vivaci appaiono invece le scene della Passione ai lati della croce. Questo tipo di tavola dipinta si trovava di solito nelle chiese, appesa al centro dell’abside o sul tramezzo, cioè la struttura che divideva lo spazio dell’abside dal resto della navata dove stavano i fedeli. IL TRIONFO SULLA MORTE convenzioni orientali