FILIPPO BRUNELLESCHI FILIPPO DI SER BRUNELLESCO LAPI, fIRENZE 1377-1446 L'INVENZIONE DELLA PROSPETTIVA Architetto (ma anche scultore), Brunelleschi è uno dei tre iniziatori della rivoluzione artistica del Quattrocento a Firenze, con Masaccio per la pittura e Donatello per la scultura. Nasce in una famiglia benestante e riceve un’istruzione accurata. Scelta la strada dell’arte, va a bottega da un orafo, dove impara la pratica del disegno. Inizialmente si dedica all’oreficeria e alla lavorazione dei metalli: partecipa al concorso per la realizzazione delle porte bronzee del battistero fiorentino, vinto da Lorenzo Ghiberti (p. 190). Nel 1402, con l’amico Donatello, va a Roma per . Qui vede la cupola del Pantheon, a cui in seguito si ispirerà per la cupola della cattedrale fiorentina di Santa Maria del Fiore. Al ritorno a Firenze si dedica alla scultura: il suo per la Chiesa di Santa Maria Novella è il capostipite di una lunga serie di opere d’arte improntate allo studio del corpo umano (p.188). Ma la sua attenzione è rivolta sempre più alla messa a punto di un sistema fondato su per rappresentare correttamente e in modo verosimile gli oggetti posti nello spazio reale, che culmina nell’invenzione della prospettiva lineare (p. 183). studiare l’arte antica Crocifisso princìpi geometrico-matematici Brunelleschi si dedica sempre più all’architettura, campo perfetto di applicazione delle nuove teorie sulla prospettiva. Lavora, a Firenze, a vari edifici, dallo Spedale degli Innocenti alla Cappella Pazzi della Basilica di Santa Croce, ma soprattutto a quello che diventa il suo capolavoro, la cupola di Santa Maria del Fiore, dove sperimenta tecniche e organizzazioni costruttive fino ad allora mai usate. Mariano di Jacopo detto il Taccola, (1431 ca.), penna e acquarello su carta, 300x200 mm. Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale. Argano di Brunelleschi mosso da un cavallo LA CUPOLA PIÙ GRANDE Nei primi decenni del Quattrocento la cattedrale fiorentina è ancora incompleta: manca in particolare la copertura dello spazio al di sopra dell’incrocio del transetto con la navata. È uno spazio enorme (43 metri di larghezza), e nessuno ha mai progettato una cupola di quelle dimensioni, in quanto le impalcature di legno in uso non raggiungono quelle altezze e proporzioni. Nel 1418 la città bandisce un concorso per la sua edificazione. Brunelleschi partecipa e vince grazie all’invenzione di un sistema nuovo, che consente di fare a meno delle complesse impalcature tradizionali. Sceglie infatti di costruire ponteggi mobili appoggiati alla cupola stessa, costituita da una : interna (di sostegno), con mattoni disposti a spina di pesce, ed esterna. Brunelleschi progetta anche appositi macchinari per il sollevamento dei materiali alle altezze volute, come quello raffigurato qui sopra. Tuttora quella di Santa Maria del Fiore è la più grande cupola in muratura esistente al mondo. struttura doppia Cattedrale di Santa Maria del Fiore, cupola (1420-1436). Firenze. UNA CAPPELLA DI FAMIGLIA La Cappella Pazzi si apre su uno dei chiostri della Basilica di Santa Croce e prende il nome dalla ricca famiglia fiorentina che ne finanzia i lavori. Si tratta dell’architettura in cui è più evidente la lineare semplicità costruttiva di Brunelleschi: una derivata da esempi romani, un’ampia cupola, rivestimenti bianchi profilati dal grigio della pietra serena sia all’esterno sia all’interno. pianta centrale (1433-1470, completata da altri architetti). Firenze, Basilica di Santa Croce. Cappella Pazzi Occhio al dettaglio Unica nota di colore nella Cappella Pazzi sono i tondi con figure sacre realizzati dalla celebre bottega dei Della Robbia, specializzata nella lavorazione della terracotta. Iniziatore e caposcuola di questa fortunata tradizione fiorentina è Luca della Robbia, amico di Brunelleschi e autore della maggior parte di queste decorazioni.