L’ARCHITETTURA ITALIANA NUOVI EDIFICI PER LE CITTÀ Anche nell’architettura italiana della seconda metà dell’Ottocento si diffondono nuovi materiali come la ghisa, il ferro, il vetro e il cemento armato, che permettono di costruire strutture più resistenti e quindi di dimensioni maggiori. Le superfici e le altezze degli edifici aumentano così a dismisura, e gli architetti possono confrontarsi con che necessitano di ampi spazi liberi, come le gallerie commerciali e i mercati, le stazioni ferroviarie, gli ospedali e le fabbriche. Anche l’aspetto degli edifici cambia: spesso le forme sono determinate dagli studi sulla resistenza dei materiali, che sono lasciati a vista. Si creano così e prive di ornamenti; in altri casi invece presentano elementi decorativi recuperati dall’antichità o dal Medioevo, che diventano tuttavia sempre più sobri ed essenziali. nuovi tipi di costruzioni strutture slanciate UNO SPAZIO PER IL PASSEGGIO La Galleria di Milano è l’opera architettonica più importante del Secondo Ottocento italiano. Si tratta di uno spazio prestigioso, destinato al commercio e al ritrovo cittadino. Di notevole impegno costruttivo è la che garantisce la protezione dalle intemperie a chi passeggia nella galleria; le facciate interne e i fronti rivolti all’esterno ripropongono forme e decorazioni rinascimentali. copertura in ferro e vetro Giuseppe Mengoni, Galleria Vittorio Emanuele (1865-1878). Milano. UN NUOVO SKYLINE PER TORINO L’altezza complessiva di quest’opera grandiosa, che proprio per le sue dimensioni è stata denominata “Mole”, supera i 160 metri. La presenta una tecnica costruttiva assolutamente innovativa: è formata da due muri sottili che si innalzano separati da una intercapedine di 2 metri; tutta la struttura è rinforzata con elementi di metallo. cupola Alessandro Antonelli, Mole Antonelliana (1863-1889). Torino.