L’ARTE VERSO I NOSTRI GIORNI ARTE CONCETTUALE L’Arte concettuale, che si sviluppa tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Ottanta del Novecento, elimina i manufatti artistici tridimensionali per riflettere unicamente sui significati delle cose e delle azioni, sui “ ” che stanno alla base della realtà e dell’esistenza umana. Gli artisti di questo movimento non scolpiscono né dipingono, ma si esprimono utilizzando fotografie, video, luci al neon e testi scritti su grandi tele bianche o direttamente sui muri dei musei. concetti IMMAGINE, PRESENZA, PAROLA In quest’opera l’artista americano Joseph Kosuth riflette sul rapporto tra realtà e apparenza: per rappresentare , l’autore si affida a una fotografia dell’oggetto, alla sedia stessa realizzata in legno, e alla definizione data dal dizionario. In questo modo l’Arte concettuale rende immediatamente percepibile l’essenza della sedia attraverso la sua immagine, la sua presenza fisica e la parola con cui a essa ci si riferisce nel linguaggio corrente. l’idea di una sedia Joseph Kosuth, (1965), tecnica mista. New York, Museum of Modern Art (MoMA). Una e tre sedie NOUVEAU RÉALISME Nel 1960, in un appartamento parigino, alcuni artisti fondano il movimento del Nouveau Réalisme, che vuole fissare nell’opera d’arte momenti e Alcuni creano opere rimontando manifesti pubblicitari, altri comprimono rottami di automobili, altri ancora riducono in pezzi oggetti della realtà per poi ricomporli meticolosamente su tele o pannelli. immagini della vita quotidiana. LA TRAPPOLA DELLA REALTÀ Spoerri “blocca” gli attimi del presente incollando sulla tela. In questo modo gli avanzi della tavola destinati alla spazzatura e le stoviglie usate che andrebbero lavate diventano opera d’arte e rappresentano un’immagine e un ricordo della realtà quotidiana. resti di pasti Daniel Spoerri, (1972), tecnica mista su tela, 54,4x63,1x16 cm. Amburgo, Kunsthalle. Tableau Piege ARTE POVERA La cosiddetta Arte povera nasce in Italia, tra Torino e Genova, alla fine degli anni Sessanta del Novecento. Gli artisti che fanno parte di questo movimento utilizzano come cartone, gesso, stracci e pezzi di legno o metallo, spesso riciclati; con questi elementi realizzano opere minimali, che rifiutano gli aspetti preziosi e raffinati dell’espressione artistica e utilizzano invece segni e forme comuni ed elementari. L’intento è contestare la società contemporanea per riportare l’uomo alla semplicità delle sue origini, ricreando un rapporto con l’ambiente e trasmettendo sensazioni dirette e immediate. materiali economici UNA VENERE STRACCIONA In quest’opera la riproduzione di una Venere classica è rivolta verso un cumulo di stracci; il tra l’equilibrata eleganza della statua e il disordine della montagna di vecchi indumenti induce a riflettere sulle contraddizioni della società contemporanea. forte contrasto Michelangelo Pistoletto, (1967), tecnica mista. Biella, Fondazione Pistoletto. Venere degli stracci POSTMODERNO La definizione di “postmoderno” non si riferisce a un movimento artistico unitario, nato in un preciso momento, ma a una serie di tendenze che si manifestano tra gli Stati Uniti d’America e l’Europa tra la fine degli anni Sessanta fino a tutti gli anni Ottanta del Novecento. Interessano soprattutto l’architettura, ma anche l’arte, l’arredamento, il design e la moda. Il postmoderno rifiuta il rigore dell’architettura razionalista, basata su forme pure e squadrate, in favore di una maggiore , che recupera e mescola in maniera eclettica elementi dell’antichità e del Rinascimento. libertà compositiva e decorativa L’ANTICO E IL MODERNO: UNA NUOVA AMICIZIA Questa piazza è considerata un manifesto del postmoderno. Archi e colonne, capitelli, fregi e cornici ispirati all’architettura antica convivono con elementi decorativi del tutto fantasiosi, in una di materiali tradizionali, come la pietra, o moderni come il cemento tinteggiato con colori brillanti. mescolanza Charles Moore, (1975). New Orléans. Piazza Italia LAND ART La Land Art (letteralmente “arte della terra”) nasce negli Stati Uniti negli anni Sessanta. L’obiettivo è lavorare “con” e “dentro” la natura, riscoprendo una delle prerogative basilari dell’essere umano: , senza interventi violenti o azioni di sopraffazione, ma con estremo rispetto per il contesto naturale. Spesso si tratta di opere destinate a durare un tempo limitato, in quanto impiegano materiali come sabbia, sassi, canne, foglie o fiori; per questo, la memoria dei lavori della Land Art è affidata a schizzi di studio, fotografie e filmati. L’intervento dell’artista può essere di piccole dimensioni, oppure espandersi su aree vaste, modificando fortemente la percezione di spiagge, colline o boschi. interagire con l’ambiente DISEGNARE SULL’ACQUA Utilizzando rocce di basalto nero e terra appartenente al luogo, Smithson ha creato una lunga 457 metri e larga 45, che si sviluppa in senso antiorario. Creata in un momento in cui il lago era basso, oggi l’opera non è più visibile perché sommersa dall’acqua. Splendide fotografie documentano la poesia di quest’opera, quasi un’ideale pennellata sulla superficie lacustre. spirale Robert Smithson, (1970). Great Salt Lake (Stati Uniti). Spiral Jetty SITE-SPECIFIC ART Questo movimento, nato negli anni Sessanta del Novecento, mette al primo posto la riflessione sull’ambiente in cui l’opera d’arte deve collocarsi: l’espressione Site-specific Art è traducibile letteralmente come . Fondamentali sono le caratteristiche del luogo: il tipo di spazio (costruito o naturale), le condizioni dell’illuminazione e le qualità climatiche. “arte per un luogo specifico” SCULTURE NEL PAESAGGIO Nella campagna toscana, celebre per la regolarità delle sue coltivazioni, l’artista polacca ha disposto in modo altrettanto ordinato 33 “figure” di bronzo: viste da dietro sembrano tutte uguali ma, se osservate attentamente, appaiono . È come se l’artista invitasse l’osservatore a camminare lentamente e a contemplare con calma questa schiera silenziosa e affascinante. una diversa dall’altra Magdalena Abakanowicz, (1985). Fattoria di Celle (Pistoia). Katarsis VIDEO ART La Video Art utilizza strumenti di video-ripresa (come le video camere) e mette in relazione È un movimento complesso e vario; inoltre, utilizzando strumenti tecnologici che hanno conosciuto negli ultimi trent’anni una rapidissima evoluzione, si è a sua volta profondamente trasformato: oggi, infatti, si parla anche di per indicare forme espressive realizzate con il computer. Il padre della Video Art è l’artista coreano Nam June Paik, che ha iniziato combinando effetti visivi e sonori, portando all’interno delle sue opere immagini della vita contemporanea, messaggi commerciali e spezzoni inematografici. immagini e suoni. Arte digitale SUONI, COLORI, IMMAGINI Quest’opera è legata alla “scoperta” che Paik fece delle quando per la prima volta giunse negli Stati Uniti. I neon colorati richiamano le insegne di motel e ristoranti; gli schermi trasmettono spezzoni dal . Il messaggio di Paik è che l’autostrada è uno strumento che mette in comunicazione, ma che a volte rende banale il viaggio. A Paik si deve l’espressione, tanto usata oggi, di “autostrada elettronica” per designare il ruolo di internet. autostrade americane Mago di Oz Nam June Paik, (1995), videoscultura, 4,57x12,2 m. Washington, Smithsonian American Art Museum. Electronic Super Highway PERFORMANCE Si tratta di una forma d’arte creata e comunicata dall’artista con il corpo, attraverso pose statiche ma anche attività e movimenti (sia pianificati sia spontanei), spesso progettati come interazione con il pubblico. La manifestazione artistica coincide quindi con l’ e con lo svolgersi della scena, e avviene in un intervallo di tempo ben determinato, più o meno ampio. Il , che è un aspetto fondamentale della performance, può essere istintivo e non preordinato, oppure guidato dall’artista. La teatralità di questa forma d’arte e le forti emozioni che è in grado di suscitare rappresentano spesso uno stimolo per riflettere sui problemi dell’uomo e della società. atto del corpo coinvolgimento del pubblico GUARDANDO L’ARTISTA NEGLI OCCHI L’artista montenegrina è rimasta a un tavolo nell’atrio del Museum of Modern Art di New York per 736 ore e 30 minuti (7 ore al giorno). Circa 1400 persone si sono sedute di fronte a lei e hanno interagito con lei. Fra queste, un’altra , Anya Liftig: si è presentata vestita e pettinata allo stesso modo del suo idolo, Marina Abramovicˇ, rimanendo immobile per oltre 6 ore. seduta immobile performance artist Marina Abramovic, (2010), performance presso il MoMA di New York. The Artist is Present